Nicotera.
Fin
dalle primissime ore del mattino un grosso automezzo per la movimentazione
della terra ha cominciato a scavare nei pressi della foce del fosso San
Giovanni, vicino al vecchio depuratore. La ruspa ha rimosso tonnellate di
terra. Cosa cercava? L’arma del delitto, ovvero il presumibile tubo che
potrebbe essere la conduttura di quei liquami color marroncino che quasi ogni
giorno striano il mare di Nicotera Marina, conferendogli un’aria decisamente poco
invitante. Ma, a quanto sembra nulla è stato trovato. L’operazione è stata
voluta dal Comune. Lapidario ma efficace il sindaco nello spiegare il senso di
questa iniziativa. «Abbiamo messo in atto questo intervento presso il fosso San
Giovanni al fine di fugare ogni dubbio in merito alla questione mare. I
risultati di tale escavazione ci danno ragione, ovvero possiamo escludere, allo
stato attuale, che non esistono fonti di inquinamento. Le nostre affermazioni
sulla bontà delle nostra acque è supportata dai fatti. A breve- ha continuato
ancora il primo cittadino- indiremo una conferenza stampa, nel corso della
quale offriremo i documenti inconfutabili sul lavoro che è stato fatto». Franco
Pagano mostra di non voler lasciare nulla di intentato, e di volere quindi
abbinare a delle incontrovertibili prove di laboratorio, anche i risultati di
un lavoro sul territorio, nel quale si dimostra che il “tubo fantasma” resterà
solo, per l’appunto, un fantasma. «Con buona pace dei gufi nostrani ed
esterofili che vorrebbero rovinare l’immagine della nostra città», ha aggiunto
il sindaco, con l’aria di chi si sta togliendo un sassolino dalla scarpa.
Ormai da molte
settimane si trascina la questione mare, che assume sempre di più i toni di una
tragicommedia un po’ surreale. Un consiglio comunale con relativo editto del
sindaco, le voci rassicuranti dei comandanti delle capitaneria di porto di Vibo
e Gioia Tauro, l’arrivo imminente degli esiti dei prelievi effettuati presso le
acque di Nicotera Marina, non sono bastati a convincere i bagnanti che «il mare
è sporco ma non inquinato» e che dunque non attenta alla salute umana, benché
il suo aspetto, a partire da un certo orario in poi, sia davvero rivoltante e
faccia fuggire via tutti i bagnanti dall’arenile. Ha aderito alla tesi del mare
inquinato anche il consigliere Dimasi, mosca bianca nella maggioranza cui
appartiene. Nel corso del consiglio straordinario del 26 luglio, seppur
scusandosi tra le righe per aver sollevato un polverone, suo malgrado, ha
timidamente confermato quanto detto. In questa situazione un po’ difficile da
decriptare, con le sue fazioni contrapposte, è difficile comprendere dove
alloggi la verità. Quel che è certo è che le associazioni non credono affatto
alla tesi del «mare sporco ma non inquinato», e si stanno perciò mobilitando.
Esercenti e cittadini sono ormai sul piede di guerra. Hanno
già organizzato per il 6 di agosto una riunione in piazza cui sono invitati
tutti, ma proprio tutti, per discutere sulla questione male.
Enza Dell’Acqua
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