Nicotera.
E
così il consiglio di giovedì ha visto la nascita di una nuova geografia
politica in seno alla maggioranza. Alla nascita del gruppo consiliare del PdL,
che ha visto l’adesione di Mollese, Polito e un vistosamente ringalluzzito
Dimasi, deve essere annoverato l’abbraccio del sindaco Franco Pagano al Partito
Democratico, ala renziana.
«Come maggioranza
abbiamo deciso di passare alla seconda fase della vita amministrativa,- ha
dichiarato Pagano- ovvero caratterizzarla politicamente. Sono successi alcuni
eventi che non consentono più di rimanere nella vaghezza, per cui abbiamo
ritenuto opportuno formare dei gruppi che si richiamano ai partiti politici per
cercare di dare sia maggiore visibilità all’amministrazione, sia per dare
maggiore credibilità alla nostra città, allorquando si andrà ad interloquire
con le istituzioni. Vogliamo sgombrare il campo dell’idea che nella giunta non
vi è alcuna spaccatura divisione,- ha
precisato- l’accordo che cementificava la maggioranza è vivo e vegeto e più
forte che mai. Abbiamo sempre saputo che questa maggioranza è composta da
sensibilità politiche diverse, c’è una parte che si richiama al centro destra,
mentre io aderisco al Pd, richiamandomi alla sensibilità politica espressa da
Matteo Renzi. Quanto prima andremo a costituire, accanto alla nascente gruppo
consiliare Pdl, il gruppo consiliare del Pd».
Il sindaco dunque, da
sempre professatosi comunista, è ora passato in un’area moderata della sinistra.
Il palazzo rimane
sempre lo stesso, diciamo solo che il primo cittadino ha cambiato appartamento.
Operaio
del diritto Osservando la storia politica del
sindaco, dal suo insediamento ad oggi, possiamo dire che essa appare assai
variegata. L’avvocato Pagano si è sempre definito comunista, tant’è vero che nella
sua pagina facebook, alla voce professione, si legge «operaio del diritto»,
volendo, probabilmente, con questa espressione, rimarcare la sua simpatia verso
il mondo operaio, motivo di lotte appassionate della veterosinistra alle cui
idee egli ha sempre dichiarato di aderire. Tuttavia, nel candidarsi alle
elezioni amministrative del novembre 2012 egli avrebbe ottenuto ampi consensi
da parte dell’elettorato di destra; evenienza questa che comprova la massima
vespasiana, riadattata ai tempi moderni, «voto non olet».
Prova di questa tacita
simpatia con la destra è stata un’altra circostanza degna di nota: durante la
campagna elettorale per le politiche del febbraio 2013, il presidente della
regione Giuseppe Scopelliti, solo due sere prima del voto, si presentò a
Nicotera, con un bel codazzo di accoliti, per raccogliere consensi. Ad
accoglierlo nella sala consiliare della cittadina tirrenica c’era proprio
l’operaio del diritto Franco Pagano, che poi si assise alla sua destra, durante
l’appassionato discorso del presidente della Regione.
Si può affermare che il
PdL è stato l’unico partito che il sindaco si è ritrovato accanto nei momenti
cruciali della sua amministrazione.
Si pensi ad esempio al tristemente
famoso attentato del 26 giugno. Il consiglio straordinario indetto per il
giorno seguente vide la presenza di un bell’esponente del PdL, Nazzareno
Salerno. Il partito capeggiato da Silvio Berlusconi fu l’unico, in quella
difficile situazione, a materializzarsi nella sala consiliare del Palazzo
Convento. A parte i vari messaggi di rito giunti dalle più disparate parti
politiche, in quella occasione solo il PdL si fece vivo, nella persona
dell’assessore Salerno, che tuonò un discorso di fuoco vòlto a sostenere
l’attività del sindaco.
Ora la nascita del gruppo
consiliare del PdL, benedetto da Franco Pagano. Mentre si attende l’esordio del
gruppo consiliare del Pd.
Quel che ne viene
fuori, da questo colorito mosaico, è un amministrazione ibrida, una specie di
“governo delle larghe intese” (rimpicciolito su scala nicoterese), come si
suole dire elegantemente adesso, perché il termine “inciucio” ferisce le
orecchie degli attori protagonisti di questo variegato caleidoscopio politico.
Ciò che emerge con
chiarezza dalla seduta consiliare di giovedì, è che il sindaco ha lasciato
intendere che continuerà la sua attività amministrativa, e che la nuova corazza
politica gli servirà per affrontare meglio la dura vita di un sindaco di
provincia nel profondo Sud.
Per quanto concerne il
futuribile gruppo consiliare del Pd abbiamo chiesto all’assessore alla cultura
Pina Lapa se potrebbe farne parte.
«Al momento non assumo
posizioni politiche, non ho una precisa ideologia politica. Schierarmi in questo
momento- ha aggiunto l’assessore- significa farlo non per un motivo ideologico,
ma per motivazioni diverse. E’ importante che la giunta abbia un colore
politico, ma ci vuole anche un fondo di motivazioni, ispirate da un’ideologia».
Enza Dell’Acqua
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