Nicotera.
Il
sole implacabile d’agosto non ha certo fermato il comitato spontaneo di
cittadini per la tutela della salute del mare, guidato dall’avvocato rosarnese
Giacomo Saccomanno; non ha fermato nemmeno il consigliere d’opposizione Pino
Brosio, leader di Nicotera Mediterranea; hanno sfidato il caldo agostano anche
i rappresentanti del partito Socialista nicoterese Totò Pagano e Gianmaria
Lebrino; presenti alcuni operatori turistici e tanti cittadini di buona
volontà. Tutti accomunati da un unico fine:
strappare lo specchio d’acqua di fronte a Nicotera Marina da vistose
strisce marrone, che somigliano molto a dei liquami fognari.
Armati di speranza, che
è l’ultima a morire, ma anche di tante buone argomentazioni, nonché di foto che
ritraevano in modo inequivocabile un mare sporco e impraticabile, questi
cittadini si sono recati presso l’ufficio territoriale del governo. Qui il
prefetto Giovanni Bruno, insediatosi da poco, li ha ricevuti in una sala al cui
centro troneggiava un grande tavolo ovale. I convenuti hanno sottoposto
all’attenzione del rappresentante governativo l’allarmante situazione
nicoterese. Una situazione che sta mettendo in ginocchio il turismo, unica
risorsa della cittadina tirrenica. Ogni estate si registrano sempre meno
presenze. Chi arriva a Nicotera, al cospetto di un mare dall’aspetto molto poco
invitante gira i tacchi e se ne va. «I turisti- hanno denunciato gli operatori
turistici- se arrivano in camper se ne vanno, se sono in residence resistono
due o tre giorni, ma poi si scontano la
caparra e vanno via anch’essi». Accorata la richiesta alle istituzioni, perché si
diano da fare per salvare Nicotera e l’intero territorio da un destino di
sicuro abbandono e morte economica. La volontà di non arrendersi c’è; non manca
la volontà di combattere, ma se si lancia un “my day” è necessario che qualcuno
raccolga la richiesta di aiuto, altrimenti è come urlare nel deserto. Questo lo
sfogo dei presenti, che ormai da anni combattono in difesa della salute del
mare.
I cittadini hanno
delineato al prefetto lo stato dei fatti.
46
esposti. Esposti che non hanno prodotto nulla. Finora nessun
tipo di collaborazione. Perché questo silenzio da parte di chi di competenza?
La risposta, lapidaria ma esaustiva, l’ha fornita Giacomo Saccomanno.
«O perché la cosa è
stata presa sottogamba o perché la situazione è talmente grave che non si
riesce a trovare una soluzione».
«I cittadini devono
collaborare, è vero- ha asserito Pino Brosio- ma le istituzioni devono essere
più incisive. Dopo 46 esposti mai, da parte delle istituzioni, mai una
risposta».
Il
Mesima o la Iam? Il Mesima scorre da milioni di anni.
Tutti i comuni della Piana, delle Serre e dell’alto Aspromonte confluiscono le
loro acque reflue nel Mesima. Ma il problema del mare sporco non può, per i
convenuti, essere iscritto al secolare fiume.
«Questo problema- ha
detto uno dei cittadini del comitato spontaneo- è nato da quando è stata
costruita la condotta fognaria che porta alla Iam». Mentre
una inquietante rivelazione ha sortito lo sconcerto dei presenti. «Nella zona
portuale nei pressi della Iam- è stato dichiarato davanti al prefetto-
stazionano ogni notte e ogni giorno decine e decine di autobotte che provengono
dalla Puglia e dalla Sicilia, che cosa stiamo importando?». Per i convenuti «il
cittadino deve essere messo a conoscenza del problema, è necessario stabilire
se il mare di Nicotera è balneabile oppure no».
Individuare la causa
del problema è la mossa principale da effettuare. Una volta stabilita la fonte
dell’inquinamento si può tentare una soluzione. Ma naturalmente è più semplice a
dirlo che a farlo, e di ciò ne sono pienamente consapevoli quanti da vent’anni
si battono per la causa del mare pulito. Essi ieri mattina nell’ufficio del
prefetto, senza mezzi termini, hanno denunciato quanto la questione sia
imbrigliata in una tela di connivenze e complicità.
«La provincia di Vibo-
ha detto il consigliere d’opposizione Pino Brosio- è l’ultima in materia di
depurazione in Italia ed è la prima per i fondi che riceve». Domandone
collettivo: dove vanno a finire i soldi?
In merito al depuratore
della Iam ed eventuali “perdite” dei tubi che conducono le acque reflue
all’impianto, sempre Brosio ha proposto dei «misuratori di flussi in
partenza e in arrivo: se da Nicotera- ha
osservato Brosio- parte, putacaso, 100, a Gioia Tauro deve arrivare 100, se ne
arriva 50 è evidente che c’è qualcosa che non va. E’ necessario mettere un paio
di misuratori di flusso durante la tratta, ma questo non si vuole fare».
L’Arpacal
Per
l’Arpacal il mare è pulito, ha sempre assicurato il monitoraggio delle acque,
rendendo pubblici i dati che assicurano che il mare non è sporco benché
centinaia di foto testimoniano l’esatto contrario.
Il
prefetto Il rappresentante governativo ha ascoltato con
attenzione quanto è stato detto. Alla fine dei vari interventi ha proposto un
“tavolo tecnico” per discutere e capire le cause del problema. «Cerchiamo di
costruire un percorso che porti alla chiarezza- ha detto Giovanni Bruno-sentirò
il collega di Reggio Calabria per capire qual è la strada da intraprendere»,
fermo restando che «un problema lungo vent’anni non si può risolvere dall’oggi
al domani».
«Ci sono più
sfaccettature da valutare- ha aggiunto ancora, e ha chiosato con una promessa
che riempito i convenuti di rinnovata speranza: «Farò volentieri da regia»
nelle varie fasi che porteranno alla risoluzione del problema.
Il
sindaco Presso il prefetto si faceva sentire l’assenza del
primo cittadino Franco Pagano. D’altronde non avrebbe potuto essere presente,
dato che in più occasioni ha ribadito che il mare nicoterese non è inquinato,
della serie “va tutto ben madama la marchesa”. Solo che moltissimi altri
(cittadini associazioni, operatori turistici) si rifiutano di unirsi al coro
diretto dal sindaco. Tra i dissidenti ora troviamo anche un altro membro della
maggioranza che rappresenta, si tratta dell’assessore Pina Lapa, la quale nel
corso dell’assemblea popolare di martedì scorso, ha dichiarato, anche se, ha
tenuto a sottolineare, come cittadina e
non come assessore, che «il mare non è pulito», e che essa stessa diverse
volte, di fronte a un mare dall’aspetto sgradevole, ha portato i figli a fare
il bagno in piscina.
Enza Dell’Acqua
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