Nicotera. Per nulla persuasi, e nemmeno intimiditi, del proclama
del sindaco Franco Pagano che, nel corso del consiglio comunale straordinario
del 26 luglio, aveva stabilito che il mare non è inquinato, un comitato
spontaneo di cittadini ha redatto un documento in cui si mette in evidenza, con
estrema chiarezza, che le condizioni di salute dello specchio d’acqua di fronte
Nicotera Marina sono tutt’altro che buone, anzi, esse rappresentano un
attentato alla salute dei bagnanti, oltre che una condanna a morte per l’unica
risorsa che possiede la città costiera, il turismo. Il cocente documento, è stato firmato e sottoscritto da quattro
associazioni, che sono: SOS Rosarno, Nicotera Nostra, AbraCalabria e Africalabria,
e da ben 62 pubblici esercizi di Nicotera e Nicotera Marina. Ecco il testo
della petizione che già approdata sul web, trovando ampia condivisione.
Grazie per aver scelto il nostro mare
«La
sera del 13 luglio, dal palco allestito in occasione di una manifestazione di
piazza, il nostro sindaco si rivolgeva al pubblico per ringraziare tutti coloro che avevano scelto
di soggiornare a Nicotera Marina per godere del nostro bel mare… bel mare?
Evidentemente il sindaco si sarà espresso male, ma voleva ringraziare tutti
coloro, in realtà sempre di meno con il
trascorrere degli anni, che irriducibilmente e nonostante tutto scelgono di
soggiornare da noi, sopportando tutta la melma di colore marrone che a orari
scanditi, tutti possono vedere transitare nella fascia di balneabilità del
nostro mare».
Il 26 luglio
«Durante
il consiglio comunale aperto avente come tema la questione mare, il sindaco
dichiarava, in tono di proclama, “il mare
è pulito” (il Quotidiano di Domenica 28 Luglio 2013). Evidentemente
dobbiamo pensare che Franco Pagano non si era espresso male, ma le sue
dichiarazioni, così come scrive il Quotidiano “suffragate dai rappresentanti delle autorità delle Capitanerie di porto
di Vibo e Gioia Tauro, Marzio e Tomat, dall’Arpacal, insomma il fior fiore
delle istituzioni“ intendevano consciamente affermare una supposta realtà confermata
da dati scientifici inoppugnabili, di cui gran parte dei cittadini non ne hanno
conoscenza, e se pur ne avessero, difficilmente se ne convincerebbero, a meno
che non si pensi di essere tutti preda di un fenomeno di allucinazione di
massa, tale da farci vedere in acqua oltre alla melma anche cose come
assorbenti e altre robette che è meglio non descrivere, o sé, peggio ancora, ci
si convinca che adottare la strategia della “negazione dell’evidenza” possa
contenere i danni, ma peggio di così, c’è da aspettarselo?»
Dimasi, il dissidente
«Oltre
ai cittadini comuni, fa specie notare, come il morbo allucinatorio abbia contagiato anche il consigliere di maggioranza
Dimasi, al punto che ne è scaturito un articolo di giornale a descrizione delle
sue visioni (il Quotidiano Domenica 21 luglio 2013 ), ma molto probabilmente
sarà stata soltanto una crisi episodica rientrata di lì a poco negli alvei istituzionali».
Un bavaglio nell’era democratica
Ma
se di pandemia allucinatoria non si tratta, e neanche di voci incontrollate e
allarmistiche, come si vorrebbe far credere, risultano paradossali e
inaccettabili, i toni autoritari e intimidatori utilizzati dal nostro
sindaco, rivolti ai liberi cittadini e
alla stampa, cosi come riportate dai giornali “Ribadisco con forza che in futuro non tollereremo messaggi veicolati
anche a mezzo stampa tali da inficiare la bontà delle nostre acque. Nel momento
in cui ci troveremo degli articoli di stampa che contrastano con i dati
oggettivi in nostro possesso andremo a tutelare l’immagine della nostra città
“ (sempre, il Quotidiano di Domenica 28 Luglio ), in definitiva un bavaglio
nell’era democratica».
Mesima, la causa di tutti i mali
«La
cosa non è nuova, la storia si ripete da una ventina d’anni a questa parte,
come si ripetono a riguardo le tesi sostenute da tutte le precedenti amministrazioni comunali che, allorché costrette dalle evidenze,
individuano come principale imputato e capro espiatorio il fiume Mesima, che
certo non è uno stinco di santo e sul quale bisognerà anche pensare di
intervenire, monitorando gli eventuali scarichi abusivi, ma che altrettanto
certamente non è il responsabile delle chiazze marroni in questione».
Gli interrogativi
«A
tal proposito invitiamo tutti a porsi le seguenti domande: forse il fiume
Mesima non esisteva vent’anni fa o prima ancora? Forse il Mesima scorre solo a
luglio e agosto? E’ possibile che il Mesima arrivi a orari scanditi? Com’è
possibile che allorché si innalza il livello di attenzione si riesca, come per
incanto, ad avere un mare pulito? Miracolo?»
Sistema di depurazione dell’intero
territorio
«E’
assolutamente evidente che sostenere le solite demagogiche tesi fa comodo, in
quanto permette al singolo comune di scaricarsi del problema evitando di
intraprendere faticose e impegnative iniziative e sinergie istituzionali di più
ampio respiro tali da attivare forze capaci di incidere sul tema. Tutto sommato
forse non conviene a nessuno smuovere le acque, tanto più se sono melmose, nonostante
sia risaputo, ed è di pubblico dominio il fatto che il principale imputato del
reato che genera questo tipo di inquinamento visibile a tutti è il sistema di
depurazione dell’intero territorio, costiero e non, oltre ad eventuali scarichi
abusivi, ed è indifferente se la cosa interessi il mare o i corsi d’acqua che
al mare arrivano, come è chiaro che non è nelle possibilità del
singolo Comune affrontare e risolvere un problema così serio e ampio».
Un’emergenza confinata ai mesi estivi
Fintanto
che non ci sarà una coscienza diffusa, la volontà ferma e non si attiveranno
tutte le energie possibili (operatori turistici, cittadini, ma in primo luogo
istituzioni e forze dell’ordine) la questione sarà trattata come una emergenza
estemporanea, confinata i mesi estivi. Essa invece deve essere affrontata attraverso
un lavoro continuativo che porti verso
una soluzione strutturale; ma se invece si sosterranno tesi di comodo per
lavarsene le mani, il problema non verrà mai risolto, con le prevedibili
conseguenze sull’economia, sulla salute, sulla pesca, sull’ambiente in
generale, ma più di tutto, sulla capacità di immaginare un futuro migliore per
noi e i nostri figli»
Enza
Dell’Acqua
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