Nicotera.
“Giornalismo
è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia. Il suo compito è additare
ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto”. Questa
frase di Horacio Verbitsky, scrittore e giornalista argentino, esprime in modo mirabile
il duro compito del giornalista: egli deve denunciare e rivelare al mondo
quella che è la realtà di un Paese, di una comunità, di una regione. Deve far
sapere alla gente ciò che accade, deve aiutare i cittadini ad evolversi dalla
schiavitù dell’ignoranza (nel senso di non essere edotti su qualcosa), perché
la conoscenza delle cose aiuta a prendere atto di ciò che non va, della mala
gestione, della magagne della classe dirigente. Per tale motivo nei regimi
totalitari non è ammessa la libertà di stampa, perché è la stampa (la stampa
libera) ad informare la cittadinanza delle azioni commesse dal dittatore.
Insomma fare il giornalista non è un mestiere semplice, perché, nell’additare
ciò che qualcuno vorrebbe si tenesse nascosto, ci si attira sulla propria testa
l’ira funesta di questo qualcuno.
Ma per fortuna siamo in
Italia, paese democratico. Tuttavia, una notizia dell’ultim’ora vuole che la vita del giornalista a Nicotera sta
per diventare tremendamente complicata: la scure della censura potrebbe abbattersi
sul suo lavoro. Secondo i ben informati di Palazzo Convento, sembrerebbe
infatti che ieri mattina il sindaco Franco Pagano abbia dato incarico all’ufficio
legale del comune di procedere contro qualsiasi organo di stampa, e relativo
giornalista che lo rappresenta, che dipinga delle situazioni che possono
danneggiare l’immagine della cittadina costiera. Le gole profonde riferiscono
che il primo cittadino sia seriamente
intenzionato a tutelare l’immagine della città che sarebbe stata fortemente
lesa da una serie ininterrotta di articoli di giornale, articoli che
offrirebbero all’intero vibonese, e non solo, il quadro di una Nicotera
decadente, sporca o addirittura lacerata da un pessimo modo di fare politica
dei suoi stessi esponenti. Per Franco Pagano sarebbe ormai intollerabile quello
che è ritenuto uno scempio mediatico della città, si sarebbe sorpassato il
limite e, per questa regione si è attivato usando la legge e mettendo all’opera
gli avvocati del Comune, i quali sapranno come muoversi per formulare le giuste
accuse e trascinare in un aula di tribunale gli organi di informazione, i quali,
riferiscono ancora i soliti ben informati, sarebbero, tra l’altro, usati da
certi comitati o associazioni per rovinare irrimediabilmente l’immagine della
città.
Qualcuno può leggere
questa iniziativa del sindaco come il tentativo di mettere un bavaglio alla
libertà di informazione, per Franco Pagano invece è semplicemente la
salvaguardia dell’immagine della città. Sembrerebbe che il sindaco senta
inoltre la necessità di difendersi da quelli che sono attacchi politici che
alloggiano subdolamente tra le righe di un articolo di giornale.
Il primo cittadino ha
ritenuto recentemente di ribadire che a Nicotera «anche le pietre hanno libertà
di parola», e che quindi il dialogo e il confronto tra le varie parti
politiche, con le associazioni, con i cittadini sono presenti e vivi in città,
ma non sarà più consentito a nessuna penna di dipingere una realtà di Nicotera
diversa (in senso negativo) da quella che è.
C’è da sottolineare che
i rapporti tra il primo cittadino e i giornali non sono mai stati idilliaci.
Rapporti tesi, complicati. Il 26 di luglio è accaduto qualcosa che vale la pena
raccontare e che rende l’idea dei difficili rapporti tra il sindaco e la
stampa. Quel giorno si tenne a Nicotera Marina un consiglio straordinario
aperto sulla questione mare. Mentre i cittadini e la stampa evidenziavano il
fatto che il mare fosse irrimediabilmente sporco, il sindaco si ostinava a
dichiarare il contrario, forte anche di alcuni dati di laboratorio in suo
possesso. Quel giorno invitò i giornalisti a non fare inutili allarmismi, e
sembrerebbe che abbia espresso già allora l’intenzione di querelare quella
stampa che seguitasse a definire il mare inquinato, danneggiando l’immagine di
una città che vive di turismo. Allora qualcuno parlò di un’«ondata di
franchismo».
Sta di fatto che adesso
l’intenzione è diventata un fatto. Presto la delibera in merito apparirà
nell’albo pretorio del comune.
Enza Dell’Acqua
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