giovedì 29 agosto 2013

Sindaco trascinerà in tribunale chi lede l'immagine dellla città



Nicotera. “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto”. Questa frase di Horacio Verbitsky, scrittore e giornalista argentino, esprime in modo mirabile il duro compito del giornalista: egli deve denunciare e rivelare al mondo quella che è la realtà di un Paese, di una comunità, di una regione. Deve far sapere alla gente ciò che accade, deve aiutare i cittadini ad evolversi dalla schiavitù dell’ignoranza (nel senso di non essere edotti su qualcosa), perché la conoscenza delle cose aiuta a prendere atto di ciò che non va, della mala gestione, della magagne della classe dirigente. Per tale motivo nei regimi totalitari non è ammessa la libertà di stampa, perché è la stampa (la stampa libera) ad informare la cittadinanza delle azioni commesse dal dittatore. Insomma fare il giornalista non è un mestiere semplice, perché, nell’additare ciò che qualcuno vorrebbe si tenesse nascosto, ci si attira sulla propria testa l’ira funesta di questo qualcuno.
Ma per fortuna siamo in Italia, paese democratico. Tuttavia, una notizia dell’ultim’ora vuole  che la vita del giornalista a Nicotera sta per diventare tremendamente complicata: la scure della censura potrebbe abbattersi sul suo lavoro. Secondo i ben informati di Palazzo Convento, sembrerebbe infatti che ieri mattina il sindaco Franco Pagano abbia dato incarico all’ufficio legale del comune di procedere contro qualsiasi organo di stampa, e relativo giornalista che lo rappresenta, che dipinga delle situazioni che possono danneggiare l’immagine della cittadina costiera. Le gole profonde riferiscono che il  primo cittadino sia seriamente intenzionato a tutelare l’immagine della città che sarebbe stata fortemente lesa da una serie ininterrotta di articoli di giornale, articoli che offrirebbero all’intero vibonese, e non solo, il quadro di una Nicotera decadente, sporca o addirittura lacerata da un pessimo modo di fare politica dei suoi stessi esponenti. Per Franco Pagano sarebbe ormai intollerabile quello che è ritenuto uno scempio mediatico della città, si sarebbe sorpassato il limite e, per questa regione si è attivato usando la legge e mettendo all’opera gli avvocati del Comune, i quali sapranno come muoversi per formulare le giuste accuse e trascinare in un aula di tribunale gli organi di informazione, i quali, riferiscono ancora i soliti ben informati, sarebbero, tra l’altro, usati da certi comitati o associazioni per rovinare irrimediabilmente l’immagine della città.
Qualcuno può leggere questa iniziativa del sindaco come il tentativo di mettere un bavaglio alla libertà di informazione, per Franco Pagano invece è semplicemente la salvaguardia dell’immagine della città. Sembrerebbe che il sindaco senta inoltre la necessità di difendersi da quelli che sono attacchi politici che alloggiano subdolamente tra le righe di un articolo di giornale.
Il primo cittadino ha ritenuto recentemente di ribadire che a Nicotera «anche le pietre hanno libertà di parola», e che quindi il dialogo e il confronto tra le varie parti politiche, con le associazioni, con i cittadini sono presenti e vivi in città, ma non sarà più consentito a nessuna penna di dipingere una realtà di Nicotera diversa (in senso negativo) da quella che è.
C’è da sottolineare che i rapporti tra il primo cittadino e i giornali non sono mai stati idilliaci. Rapporti tesi, complicati. Il 26 di luglio è accaduto qualcosa che vale la pena raccontare e che rende l’idea dei difficili rapporti tra il sindaco e la stampa. Quel giorno si tenne a Nicotera Marina un consiglio straordinario aperto sulla questione mare. Mentre i cittadini e la stampa evidenziavano il fatto che il mare fosse irrimediabilmente sporco, il sindaco si ostinava a dichiarare il contrario, forte anche di alcuni dati di laboratorio in suo possesso. Quel giorno invitò i giornalisti a non fare inutili allarmismi, e sembrerebbe che abbia espresso già allora l’intenzione di querelare quella stampa che seguitasse a definire il mare inquinato, danneggiando l’immagine di una città che vive di turismo. Allora qualcuno parlò di un’«ondata di franchismo».
Sta di fatto che adesso l’intenzione è diventata un fatto. Presto la delibera in merito apparirà nell’albo pretorio del comune.
Enza Dell’Acqua

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