giovedì 29 agosto 2013

Cavallari: riprendere il "progetto Curia".



Nicotera. Nicotera dista da Vibo Valentia e da Tropea all’incirca 40 km. Essendo le strade che la collegano alle due città assai tortuose, pur pigiando il piede sull’acceleratore si arriva a destinazione in non meno di mezz’ora. La tortuosità di Monte Poro che si frappone fra Nicotera e Vibo e il versante pieno di curve che invece la collega a Tropea non consentono di diminuire i tempi. Queste note sull’aspetto morfologico del Vibonese e delle sue strade non lineari cosa c’entrano con l’h24 di cui si tratterà in questo articolo? C’entrano tantissimo; anzi hanno un ruolo determinante, perché hanno a che fare con la questione di quei famosi “minuti preziosi” che possono salvare la vita a una persona colta da infarto o da qualsiasi altro malore.
Questa lotta contro il tempo assume però a Nicotera un aspetto titanico. La cittadina tirrenica dispone infatti di una guardia medica h24. Di questi tempi la città dovrebbe sentirsi miracolata per poter disporre di un simile presidio, in realtà, nonostante gli sforzi dei medici all’interno dell’avamposto del primo intervento, esso non basta. Non basta perché se il medico di guardia si imbatte in un caso grave, con le sue sole forze e i suoi soli mezzi non può certo scongiurare esiti fatali,  perché i tempi necessari affinché l’ambulanza giunga da Vibo o da Tropea, carichi il paziente sul mezzo del 118 e poi ripercorra i 40 km che la separano dall’ospedale, sono davvero tempi troppo lunghi, e la famosa lotta contro il tempo si potrebbe concludere con uno sconfitto, ovvero la persona infortunata: come sempre la parte più debole, quella che, come vuole la tradizione, è la vera vittima di astruse logiche economico-politiche che privano una città dei diritti essenziali.
Il nicoterese, al suo solito, si è già rassegnato nel vedere il diritto alla salute una specie di miraggio nel deserto, tant’è vero che è opinione diffusa che solo un colpo di fortuna può salvarti da un malore. Ci si affida così alla dea bendata, mentre la locuzione «morire sulle curve del Poro» è un’espressione ormai entrata nel lessico comune.
A tracciare con grande lucidità la situazione attuale dell’h24 è Peppe Cavallari, giovane nicoterese molto attivo sul piano sociale, nonché militante operoso del movimento “Salviamoci la vita” che, tra il 2009 e 2010, grazie all’aiuto di Mimmo Pagano e Pino Brosio (attuale consigliere d’opposizione) e in collaborazione con l’amministrazione comunale di Salvatore Reggio, ha ottenuto la Guardia Medica h24.
In virtù del suo alacre impegno affinchè la cittadina costiera ottenesse l’importante presidio sanitario, Cavallari ripercorre il difficile iter che ha portato al raggiungimento dell’obiettivo. «Nel giugno del 2010,- ha dichiarato- sotto la direzione generale di Rubens Curia e la direzione sanitaria di Franco Petrolo abbiamo ottenuto il presidio h24, che riesce a sobbarcarsi tutto un lavoro che alleggerisce notevolmente il carco di codici bianchi verdi e gialli che intasavano il Pronto Soccorso di Vibo Valentia, e costituisce il primo impatto medico sanitario anche in situazioni di emergenza che richiedono un ricovero successivo. Ciò nonostante- osserva ancora Cavallari- l’h24 non basta a soddisfare le drammatiche esigenze di pronto intervento di Nicotera e del suo comprensorio, e questo per una serie di equivoci amministrativi e regolamentari che offuscano la vocazione della prestazione medica: il contratto dei medici impiegati e le loro norme di ingaggio non sono stati aggiornati, e quindi il livello della prestazione garantita non è omogeneo, risentendo ancora dello “spontaneismo” di un medico o di un altro, di un medico che ritiene di osservare un approccio più intraprendente anziché di un altro che rimane più prudente». A questo punto Cavallari racconta la sua personale esperienza: «i medici dell’h24 che hanno soccorso mio padre che aveva appena avuto un infarto, non hanno portato con sé il defibrillatore, che pure l’h24 ha in dotazione e che in altri casi è stato tempestivamente adoperato». Secondo il nostro interlocutore «si verificano comportamenti omissivi ». Dove va ricercata la causa di questi inammissibili inconvenienti? Per Cavallari matrice di tutto è il fatto che «non c’è mai stata una direzione sanitaria rigorosa che obblighi tutti i medici alla stessa condotta e all’osservanza di un protocollo inoppugnabile».
Per quanto riguarda invece la complicata questione dell’ambulanza, così Cavallari: «la sua necessità è stata riconosciuta dal direttore Curia e dal Dipartimento regionale alla Sanità, un’ambulanza risulta pertanto acquistata per l’h24 di Nicotera e Limbadi, ma non è mai stata impiegata qui, e persino l’auto medica nel corso di questi anni è stata spesso prelevata e impiegata altrove. Il dottor Talesa- continua il militante del movimento Salviamoci la vita- continua a dire che Nicotera non ha bisogno di un’ambulanza: evidentemente il dottore non abita a Nicotera, e non ha mai dovuto precipitarsi in auto fino a Vibo per cercare disperatamente di salvare la vita a un suo congiunto».
Cavallari conclude la sua nota con un invito all’attuale direzione dell’Asp «a recuperare il progetto del dottor Rubens Curia, progetto che in seguito è stato travisato dalla successiva e peregrina direzione generale che ha preceduto il commissariamento. Diversamente, si dovrà riconoscere che a tutta una comunità non può essere garantita l’assistenza salvavita, diritto sacrosanto di umanità e cittadinanza».
Enza Dell’Acqua



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