giovedì 29 agosto 2013

La vita dei sindaci in Calabria



Nicotera. La vita di un sindaco della provincia calabrese non può certo definirsi facile, e questo per una serie di ragioni più o meno ovvie. La scarsità di trasferimenti statali; le pessime politiche regionali  per le quali scivolano tra le dita sostanziali contributi europei, a causa della mancanza di adeguati progetti; l’ombra della malavita organizzata; e poi ancora la miriade di problemi che un Comune del profondo Sud può avere, tra desiderio di riscatto sociale e problematiche antiche e mai risolte che rimbalzano di generazione in generazione, senza trovare mai «l’angelo che spezza le catene» e che apra il varco verso la via della redenzione.
Alle varie incognite che i sindaci si trovano a fronteggiare deve unirsi la questione spazzatura.
Una situazione difficilissima questa, complicata e a tratti oscura. La gestione dell’emergenza rifiuti fu, sedici anni fa, affidata ai commissari. Tale gestione si rivelò un vera e proprio disastro. Quando finì l’era commissariale si contarono i danni. Danni davvero ingenti, incalcolabili. Migliaia di tonnellate di immondizia sul territorio calabrese, mentre i debiti contratti con le varie ditte, anche estere, era (ed è) elevatissimo. La Regione era troppo distratta per accorgersi di quello che combinavano i commissari, e adesso gli effetti del loro operato sono sotto gli occhi di tutti. Scopelliti sta ora cercando di correre ai ripari, ma ripristinare l’ordine è un’impresa assai ardua.
Come per l’effetto di una valanga che dalla cima della montagna rovina a valle, l’affaire rifiuti ha travolto tutti i comuni calabresi e i rispettivi sindaci. Prendiamone uno a caso, Franco Pagano, sindaco di Nicotera.
Essere sindaco di Nicotera non è affatto semplice. Tra i tanti problemi che un sindaco comunista si ritrova ad affrontare (pensiamo alla Sogefil, che, come le locuste del deserto, ha divorato tutto), c’è questo bel grattacapo dell’immondizia che, fin dai primi giorni del suo insediamento a Palazzo Convento, troneggiava sulla sua scrivania in attesa di una soluzione. Ma la soluzione non può essere facile, quando in Calabria esistono poche discariche, quando si deve combattere ogni santo giorno nella speranza che si possa conferire a Pianopoli, senza trovarne i cancelli sbarrati. Non può essere semplice anche perché ci si trova a combattere contro un nemico assai inafferrabile, seppur tenace. Ovvero il malcostume di una parte dei cittadini, i quali, tanto per dirne una, gettano nel luogo dov’era posizionato il cassonetto, i sacchetti ricolmi di immondizia indifferenziata. Mentre, secondo i ben informati, vi sarebbero alcuni cittadini della vicina Limbadi che si recherebbero a Nicotera per gettarvi i rifiuti di tipo organico, onde evitare di tenere accanto alle loro porte fardelli maleodoranti in attesa di essere raccolti dalla ditta incaricata.
A questa deplorevole evenienza, deve aggiungersi la tendenza, sempre di alcuni cittadini, a disfarsi dei cosiddetti ingombranti, portandoli in alcuni punti (anche trafficatissimi) delle vie cittadine e lì scaraventarli, uccidendo, con un solo gesto, il decoro urbano. Privarsi di materassi, frigoriferi e divani non è poi così complicato: basta telefonare al comune e prenotare  per il giovedì mattina di ogni settimana il prelievo del proprio ingombrante.
Ecco, Franco Pagano opera in tale contesto, dove, agli inghippi che possono giungere dalla Regione nel conferimento dell’immondizia, va sommato il menefreghismo di taluni, la mancanza di etica ambientale e la diffusissima sindrome di Nymby (“tutto purché sia fuori dal mio giardino”) che attanaglia inesorabilmente moltissime persone.
Se talvolta capita che dei cassonetti non vengano svuotati, c’è da stare certi che tale evenienza non fa dormire sonni tranquilli al sindaco, che talvolta passa le mattinate al telefono, a rincorrere le ditte deputate allo smaltimento.
Pagano assolto? Si, come lo sono molti sindaci calabresi travolti da un’emergenza spazzatura di proporzioni spaventose, e che ha visto sempre i primi cittadini combattere contro i mulini al vento del disservizio istituzionalizzato. E mentre lottano contro il nemico comune, con chi se la prendono i cittadini infuriati per la spazzatura in mezzo alla strada? Ma con il sindaco che hanno votato, non di certo con il pezzo grosso che se ne sta rinchiuso nel palazzo del potere.
Enza Dell’Acqua


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