Nicotera.
La
vita di un sindaco della provincia calabrese non può certo definirsi facile, e
questo per una serie di ragioni più o meno ovvie. La scarsità di trasferimenti
statali; le pessime politiche regionali
per le quali scivolano tra le dita sostanziali contributi europei, a
causa della mancanza di adeguati progetti; l’ombra della malavita organizzata;
e poi ancora la miriade di problemi che un Comune del profondo Sud può avere,
tra desiderio di riscatto sociale e problematiche antiche e mai risolte che
rimbalzano di generazione in generazione, senza trovare mai «l’angelo che
spezza le catene» e che apra il varco verso la via della redenzione.
Alle varie incognite
che i sindaci si trovano a fronteggiare deve unirsi la questione spazzatura.
Una situazione
difficilissima questa, complicata e a tratti oscura. La gestione dell’emergenza
rifiuti fu, sedici anni fa, affidata ai commissari. Tale gestione si rivelò un
vera e proprio disastro. Quando finì l’era commissariale si contarono i danni.
Danni davvero ingenti, incalcolabili. Migliaia di tonnellate di immondizia sul
territorio calabrese, mentre i debiti contratti con le varie ditte, anche
estere, era (ed è) elevatissimo. La Regione era troppo distratta per accorgersi
di quello che combinavano i commissari, e adesso gli effetti del loro operato
sono sotto gli occhi di tutti. Scopelliti sta ora cercando di correre ai
ripari, ma ripristinare l’ordine è un’impresa assai ardua.
Come per l’effetto di
una valanga che dalla cima della montagna rovina a valle, l’affaire rifiuti ha
travolto tutti i comuni calabresi e i rispettivi sindaci. Prendiamone uno a
caso, Franco Pagano, sindaco di Nicotera.
Essere sindaco di
Nicotera non è affatto semplice. Tra i tanti problemi che un sindaco comunista
si ritrova ad affrontare (pensiamo alla Sogefil, che, come le locuste del
deserto, ha divorato tutto), c’è questo bel grattacapo dell’immondizia che, fin
dai primi giorni del suo insediamento a Palazzo Convento, troneggiava sulla sua
scrivania in attesa di una soluzione. Ma la soluzione non può essere facile,
quando in Calabria esistono poche discariche, quando si deve combattere ogni
santo giorno nella speranza che si possa conferire a Pianopoli, senza trovarne
i cancelli sbarrati. Non può essere semplice anche perché ci si trova a
combattere contro un nemico assai inafferrabile, seppur tenace. Ovvero il
malcostume di una parte dei cittadini, i quali, tanto per dirne una, gettano
nel luogo dov’era posizionato il cassonetto, i sacchetti ricolmi di immondizia
indifferenziata. Mentre, secondo i ben informati, vi sarebbero alcuni cittadini
della vicina Limbadi che si recherebbero a Nicotera per gettarvi i rifiuti di
tipo organico, onde evitare di tenere accanto alle loro porte fardelli
maleodoranti in attesa di essere raccolti dalla ditta incaricata.
A questa deplorevole
evenienza, deve aggiungersi la tendenza, sempre di alcuni cittadini, a disfarsi
dei cosiddetti ingombranti, portandoli in alcuni punti (anche trafficatissimi)
delle vie cittadine e lì scaraventarli, uccidendo, con un solo gesto, il decoro
urbano. Privarsi di materassi, frigoriferi e divani non è poi così complicato:
basta telefonare al comune e prenotare
per il giovedì mattina di ogni settimana il prelievo del proprio
ingombrante.
Ecco, Franco Pagano
opera in tale contesto, dove, agli inghippi che possono giungere dalla Regione
nel conferimento dell’immondizia, va sommato il menefreghismo di taluni, la
mancanza di etica ambientale e la diffusissima sindrome di Nymby (“tutto purché
sia fuori dal mio giardino”) che attanaglia inesorabilmente moltissime persone.
Se talvolta capita che
dei cassonetti non vengano svuotati, c’è da stare certi che tale evenienza non
fa dormire sonni tranquilli al sindaco, che talvolta passa le mattinate al
telefono, a rincorrere le ditte deputate allo smaltimento.
Pagano assolto? Si,
come lo sono molti sindaci calabresi travolti da un’emergenza spazzatura di
proporzioni spaventose, e che ha visto sempre i primi cittadini combattere
contro i mulini al vento del disservizio istituzionalizzato. E mentre lottano
contro il nemico comune, con chi se la prendono i cittadini infuriati per la
spazzatura in mezzo alla strada? Ma con il sindaco che hanno votato, non di
certo con il pezzo grosso che se ne sta rinchiuso nel palazzo del potere.
Enza Dell’Acqua
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