Nicotera.
Ore
9.13. Francesco Stilo, titolare di una nota gioielleria sita nel centro storico
di Nicotera, si trova, come ogni mattina, nel suo negozio. Sta servendo dei
clienti quando irrompono nel locale due individui con un berretto in testa e il
volto coperto da una calzamaglia, uno dei due impugna una pistola. I due hanno
urlato al proprietario e ai due clienti, le motivazioni della loro visita: una
rapina. Benché avessero intimato al gioielliere di consegnare loro la merce
esposta, non hanno perso tempo e si sono serviti da soli: con il calcio della
pistola hanno frantumato i vetri degli espositori dei gioielli e hanno
arraffato quanto più possibile. Francesco Stilo ha assistito alla scena
impietrito, non opponendo alcuna resistenza: il rischio che potesse partire un
colpo di pistola non appariva poi così remoto, dato l’atteggiamento esagitato
dei due delinquenti. La tutela della sua vita, e quella delle persone presenti
nel negozio, gli è sembrata la priorità
assoluta in quei drammatici istanti.
Una volta ripulito il
negozio, i malviventi si sono dati alla fuga, lasciando alle loro spalle lo
sconcerto e il terrore, disegnati sul volto del proprietario e dei clienti, un
brigadiere delle Fiamme Gialle e la moglie, che hanno assistito atterriti alla
rapina. La signora, vinta dalla paura, è stata colta da malore, ed è svenuta.
Giunti fuori, i ladri hanno però incontrato la furia della gente che si trovava
in quel momento nei pressi di un vicino bar. Gli avventori del locale si sono
accorti che qualcosa stava accedendo all’interno della gioielleria, e la fuga
dei due dal negozio con in mano la refurtiva, ha confermato i loro sospetti. In
preda alla rabbia e all’esasperazione per il vile atto di delinquenza, i
coraggiosi clienti del bar hanno tentato di bloccare i ladri prendendoli a
bottigliate di birra, qualcuno ha sferrato un colpo alla schiena di uno dei due
malviventi, che nell’urto ha perso il cappellino. Ma l’eroico gesto a nulla è valso perché i
due con grande celerità sono riusciti a scappare via.
Allertate le forze
dell’ordine, è giunta su posto la Radio Mobile di Tropea, a seguire i carabinieri
della stazione di Marina guidati dal maresciallo Gabriele Nicolosi e i
carabinieri di Nicotera, coordinati dal maresciallo Vittorio Iacobino. I
militari dell’Arma hanno fatto i primi rilievi e raccolto delle testimonianze
che potrebbero essere utili ai fini delle indagini. Nel giro di pochi minuti,
giusto il tempo che la drammatica notizia si diffondesse in paese, il luogo
della rapina si è popolato di tanti cittadini, che hanno voluto offrire
solidarietà al gioielliere rapinato, tra la rabbia e lo smarrimento per
l’ennesimo atto di delinquenza cui Nicotera assiste ormai quasi rassegnata e
impotente.
Verso l’ora di pranzo
il centro storico presidiato dai militari è ritornato alla normalità, la
piccola folla si è dileguata, e sul luogo sono rimaste le bottiglie di birra in
frantumi, eloquente segno del coraggio di alcuni cittadini armati soltanto
della loro una indignazione.
Alle due pomeriggio
Francesco Stilo si trovava ancora nel suo negozio. La rapina lo ha gettato
nella più cupa disperazione. Sposato e padre di tre figli, non sa immaginare
come risollevarsi da un così duro colpo. Sono bastati pochi attimi e la sua
vita professionale è scivolata nella rovina: i ladri infatti sono riusciti a
portargli via quasi tutto, hanno svuotato la cassaforte, hanno preso i gioielli
più preziosi, anelli da 5 mila e 10 mila euro. La sua amarezza è quasi
palpabile, mentre le parole che riferisce alla stampa hanno il sapore di una
accorata denuncia ma anche di una richiesta di aiuto, dato che non è la prima
volta che è preso di mira dai delinquenti.
«Ho subito tre
attentati, mi hanno sparato tre volte alla porta, ho già subito una rapina il 5
febbraio del 2002- ha raccontato il gioielliere- Forse la mia attività dà
fastidio a qualcuno- ha ipotizzato- perché è frequentata da persone perbene,
persone che vorrebbero vivere in un mondo civile, che vogliono la legalità, lo
dimostra il fatto che stamattina stavo servendo un brigadiere della Finanza e
la moglie. La mia è un’attività sana, frequentata da persone sane. Questo può
dar fastidio a un delinquente che si può permettersi il lusso di assoldare due
persone che oggi avrebbero potuto uccidermi. Io non mi sono mai piegato alle
richieste di nessuno- ha precisato Stilo- non mi piego a quello che è l’andazzo
qui da noi. Questa è un’azione mirata».
«Purtroppo Nicotera è
un paese abbandonato- ha aggiunto il gioielliere- un paese dove alle dieci del
mattino dei delinquenti armati possono entrare in un negozio e svaligiarlo,
incuranti dei clienti presenti, del vicino bar pieno di gente; è un luogo dove
alle tre di notte la casa del sindaco viene presa a colpi di kalashnikov, e
altri simili atti di delinquenza. I carabinieri presenti qui a Nicotera non
bastano, la mole di lavoro è notevole».
«Adesso ho perso tutto-
ha commentato Stilo in preda allo sconforto- ieri ero ricco oggi sono povero.
Ho tre figli e non so ora come mantenere la mia famiglia».
Enza Dell’Acqua
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