mercoledì 25 settembre 2013

Nicotera: In arrivo 1 milione di euro per il potenziamento degli impianti di trasferimento delle acque reflue.



Nicotera. Spetta alla Calabria la maglia nera per lo stato di depurazione in Italia. Intere aree non raggiunte dai servizi di depurazione delle acque reflue. Sono 18 gli agglomerati, che comprendono circa 90 comuni della regione, sotto procedura di infrazione dell’Unione Europea perché non hanno adeguati sistemi fognari e non garantiscono un efficace sistema di depurazione. Sotto accusa anche la mancata considerazione delle variazioni di carico legate ai flussi turistici nei mesi estivi.
Questo è ciò che emerge dal rapporto “Depurazione in Calabria: tempo (quasi) scaduto”, realizzato da Legambiente, Cittadinanzattiva e Unione Nazionale dei consumatori. Il titolo del rapporto è programmatico, perché l’Unione Europea ha stabilito un termine ultimo entro il quale l’Italia, e dunque anche la Calabria, dovrà adeguarsi alle normative. La “dead line” è prevista per l’1 gennaio 2016. Se entro quella data i Comuni sotto accusa saranno ancora fuorilegge, scatteranno le salatissime sanzioni che l’Ue ha comminato per l’Italia. Il dettagliatissimo rapporto rivela che in Calabria la provincia che ha la copertura peggiore del servizio di depurazione è Vibo Valentia con il 40,9% di abitanti serviti da un sistema di depurazione di tipo secondario o terziario. In alcuni comuni, denuncia ancora la relazione, c’è una tipologia di rete fognaria mista, che raccoglie, cioè, scarichi civili (acque nere e grigie) e acque meteoriche (acque bianche) insieme.
Sonora bocciatura anche da parte della Commissione parlamentare d’inchiesta, a causa delle situazioni critiche in cui versano gli impianti di Gioia Tauro e Lamezia Terme, ma anche le fiumare calabresi in cui i Noe hanno riscontrato diversi scarichi abusivi.
Per non incorrere nelle pesanti multe la Regione Calabria è corsa ai ripari. Il Piano nazionale per il Sud prevede lo stanziamento, per il sistema depurativo calabrese, di 159.850.000 milioni di euro. Una somma ingente che dovrà servire a rimettere la Calabria nella carreggiata dei sistemi depurativi a norma di legge. I finanziamenti nel Vibonese sono stati divisi in base ai cosiddetti ambiti territoriali, che sono, nella fattispecie, quattro: la fascia costiera; l’area del Mesima; il comprensorio delle Serre e il comprensorio dell’Angitola.
La situazione a Nicotera Anche il comune di Nicotera, in linea con gli altri comuni del Vibonese, sta programmando una efficace strategia di potenziamento del sistema di depurazione. Anzi, esiste già uno studio di fattibilità, approntato dall’ufficio tecnico del comune, per rimodernare gli impianti di trasferimento delle acque reflue presso la piattaforma della Iam. Tale studio è stato presentato alla regione Calabria 2012. A breve dovrebbe arrivare il via libera, e presto il progetto potrebbe essere inserito nel piano programmazione 2014. La messa in opera del progetto ha un costo di circa 1 milione di euro; tale somma dovrebbe rientrare nell’ambito dei finanziamenti del piano di rimodernamento della depurazione in Calabria. Intanto il 19 settembre si è tenuto, presso al prefettura di Vibo Valentia, un incontro informativo tra sindaci, il rappresentante territoriale del governo e l’ingegner Epifanio, dirigente del settore dell’Ambiente della Regione Calabria. Nel corso dell’incontro si è delineato l’attuale stato della situazione ed eventuali modalità di intervento.
Il percorso delle acque reflue Le opere da porre in essere nel comprensorio nicoterese riguardano dunque gli impianti di trasferimento. Infatti, Nicotera, pur avendo un sistema fognario, non ha un sistema depurativo a sé stante: le acque reflue giungono alla Iam tramite una serie di impianti (o pompe) di sollevamento e trasferimento disseminati lungo il territorio fino a Gioia Tauro. Il tragitto delle acque reflue è il seguente: da Nicotera superiore, per caduta, giungono nei pressi del primo impianto, nei pressi dell’ex depuratore. Da qui, vengono spinte verso il secondo impianto, presso il villaggio Tam Tam, il terzo si trova nell’area della Valtur, il quarto nella zona dell’ex Ventaclub, quinta tappa villaggio Mimosa, la sesta presso il comune di San Ferdinando e qui la gestione è di competenza di Gioia Tauro.
Mesima, cloaca a cielo aperto In questo percorso, non esisterebbero dei tubi che alleggerirebbero la portata delle acque scaricando in mare. Da ciò di può dedurre che l’unico responsabile dell’inquinamento marino è il fiume Mesima. Infatti, in tale fiume confluiscono gli scarichi di 21 comuni dell’entroterra vibonese e della frazione Piscopio di Vibo Valentia. Dieci di questi comuni non risultano in possesso di impianti di depurazione, cinque comuni hanno impianti sottodimensionati o obsoleti. In alcuni dei restanti comuni, che risultano formalmente dotati di impianti di depurazione, si registrano interi quartieri o frazioni privi di collettamento fognario. Il Mesima si trasforma dunque in una enorme discarica che sversa in mare i liquami di intere aree del Vibonese e, a quanto sembra, anche di altri centri dell’entroterra Reggino.
Per quanto riguarda le frazioni di Nicotera, la situazione è la seguente.
Comerconi La popolosa frazione alle pendici del Monte Poro è l’unica ad avere un impianto di depurazione a sé stante, attivato nel settembre del 2012, dapprima in via sperimentale, poi, attestato il  buon funzionamento, lasciato in funzione definitivamente.
Preitoni Anche Preitoni ha un impianto di trasferimento, mai però entrato in funzione, a causa della mancanza di energia elettrica. Sembra però che il Comune si sia già attivato a stipulare dei contratti con l’Enel per metterlo in moto. Due contratti sono già stati assentiti, ne manca un terzo, la cui procedura è in itinere. Quando l’impianto entrerà in funzionamento, le acque reflue di Preitoni saranno anch’esse trasportate verso la piattaforma della Iam.
Badia La piccola frazione di Badia, situata tra Nicotera e Limbadi, non ha un sistema fognario vero e proprio, infatti sversa i propri liquami nel fosso Gattota, che, a sua volta, confluisce nel San Giovanni. La portata delle acque reflue di Badia sembrerebbe essere però talmente esigua da non giungere nemmeno presso il fosso della frazione marittima.
Marina Anche la frazione marittima, al pari di Nicotera, grazie al sistema di allontanamento, manda le sue acque reflue verso Gioia Tauro.
Enza Dell’Acqua





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