Nicotera.
Vandali
in azione la notte di giovedì presso la scuola elementare. Gli ormai soliti
ignoti hanno forzato la porta della scuola elementare, vi hanno fatto ingresso
e svuotato un estintore. L’ennesimo atto di vandalismo si colloca ormai
pericolosamente in quel piano della normalità
e della quotidianità, mentre la rabbia monta tra la gente che non vuole
arrendersi alla “banalità del male”. Tra l’altro, il gesto vandalico presso la
scuola elementare si è consumato esattamente poche ore prima della clamorosa
rapina al gioielliere, un agguato verificatosi nel cuore della mattinata, in
pieno centro storico. Questo drammatico evento ha portato comunque alla ribalta
in città il tema della sicurezza, una tematica questa che, per la verità, non era
mai stata deposta in cantina, per il semplice fatto che Nicotera sfoggia una
bella rosa di atti delinquenziali e vandalici che si arricchisce, ogni volta,
di nuovi episodi criminosi. Il tempo di dimenticarsi degli assalti dei
malviventi proprio non c’è, e la cronaca di questi ultimi mesi ne dà piena
testimonianza.
Dall’inizio dell’anno a
Nicotera si sono registrati una serie ininterrotta di gesti vandalici. Presi di
mira dai teppisti lo storico liceo classico, l’istituto tecnico industriale e
la scuola elementare. Danneggiati anche alcuni esercizi commerciali e delle
abitazioni private. Le macchine incendiate sono state invece almeno due.
Insomma, la cittadina tirrenica non si è fatta mancare proprio niente. A questi
episodi devono aggiungersene altri che vanno ad innalzare il livello criminale
di quelli finora esposti. Si tratta di almeno tre rapine a mano armata,
verificatesi, in ordine di tempo, presso la filiale della banca Monte di Paschi
di Siena, in pieno centro cittadino, lo scorso aprile; a luglio i ladri hanno
fatto incursione in un discount di Nicotera Marina, mentre la rapina al
gioielliere di giovedì, nel cuore della mattinata e in pieno centro storico, è
attualissima cronaca di questi giorni.
Tuttavia, si è
raggiunta l’apoteosi la notte del 26 giugno, quando qualcuno armato di un
fucile di guerra, ha sparato contro la villetta del sindaco la bellezza di 37
colpi di kalashnikov, catapultando un’intera città nello sconcerto più totale.
La cittadina costiera è
così in balìa di piccoli e grandi criminali, e la sensazione che serpeggia tra
i cittadini è quella si sentirsi abbandonati da parte di chi invece dovrebbe
tutelarli.
Negli ultimi mesi la
città ha dovuto combattere per scongiurare il trasferimento della Guardia di
Finanza presso la tenenza di Tropea. Un risultato lo si è ottenuto: si è
riusciti a prorogare il trasferimento dell’importante avamposto di legalità di
un anno. Passato quest’anno bisognerà ricominciare a lottare per salvare la
Fiamme Gialle. Ciò che i cittadini si aspettano, e che il consiglio comunale ha
chiesto in modo univoco, è che si potenzino le forze dell’ordine, che sia
garantita la sicurezza. Ma quello che dovrebbe essere un diritto, assume invece
le sembianze di una grazia ricevuta dall’alto, una gentile concessione. La
gente è impotente, oltre che contro le logiche criminali che animano un
territorio di frontiera come Nicotera, anche contro le logiche economiche che
prevedono tagli e depauperamenti di importanti presidi di legalità. Stretta
nella tenaglia della malavita e del silenzio delle istituzioni, Nicotera si
regge dignitosamente in piedi grazie alla sete di giustizia della stragrande
maggioranza dei suoi abitanti, gente perbene che non sa arrendersi e che
combatte con le armi che ha a sua disposizione, le armi della rabbia e
dell’esasperazione: le bottiglie frantumate di birra davanti alla gioielleria
assalita giovedì dai delinquenti ne sono il segno più eloquente. Quei cittadini
che hanno aggredito i ladri a colpi di bottigliate sono il segno di quel
coraggio che nasce da un malessere profondo, quel “non poterne più” che ti
spinge a compiere atti che mettono a repentaglio la tua vita.
Quello che Nicotera si
aspetta adesso è che i delinquenti siano assicurati alla giustizia. Cercando
però anche di comprendere le cause sociali e culturali che soggiacciono ai vari
crimini.
I vandali notturni,
volendo azzardare analisi criminologiche, probabilmente agiscono per noia e
forse perché amano immaginare di essere i protagonisti di un video game cruento
e brutale. Forse quella stessa noia che qualche settimana fa ha spinto tre
bravi ragazzi americani ad un uccidere un uomo, solo perché si annoiavano e non
sapevano cosa fare.
Chi invece compie le rapine
agisce spinto dalla famosa crisi o, molto più verosimilmente, dall’innata vocazione
al crimine.
Come
osservò una volta lo scrittore William Maugham «se dedicassero la stessa
perseveranza, la stessa intelligenza, lo stesso spirito di risorsa ad attività
oneste, guadagnerebbero senza dubbio molto denaro, ma sono fatti così: amano il
delitto». Ma il miracolo si può sempre compiere, e per redimersi c’è sempre
tempo.
Enza
Dell’Acqua
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