Nicotera.
L’organizzazione
non governativa Reporter senza Frontiere ha pubblicato, anche nel 2013, il
rapporto annuale sulla libertà di stampa.
Si tratta di una
classifica che comprende 179 Paesi, stilata in base al livello di libertà di
espressione vigente nelle Nazioni prese in esame. La Finlandia occupa il primo
posto, l’Eritrea l’ultimo. L’Italia si trova al 57esimo posto, avendo perso
quattro posizioni dall’ultimo rapporto pubblicato dalla famosa organizzazione
non governativa. A decretare una posizione nella classifica non proprio
edificante per l’Italia è, secondo Reporter senza frontiere, il fatto che «le
istituzioni ripropongono pericolosamente leggi bavaglio».
E infatti la cronaca ci
ricorda ogni giorno quanto conflittuali siano in Italia i rapporti tra stampa e
istituzioni. E se nel microcosmo si proietta il macrocosmo, basta vedere cosa
accade nei piccoli comuni per capire perché l’Italia sia miseramente scivolata
al 57esimo posto della classifica mondiale della libertà di stampa. Infatti,
effettuando una piccola ricerca su internet troviamo una miriade di microcosmi
che riflettono una realtà, in merito al diritto di informare, di cui c’è poco
da stare allegri: sono infatti tantissimi i comuni che hanno emesso le
cosiddette delibere della museruola, che, con il pretesto di tutelare
l’immagine della città, nei fatti si fanno promotori di intimidazioni nei
confronti dei giornalisti, con buona pace dell’articolo 21 della Costituzione.
A questi comuni (ne
menzioniamo qualcuno: Altamura, Diamante, Gallipoli, Riccione) dal 20 settembre
scorso si aggiunge anche il comune di Nicotera, il quale, pur avendo prodotto
una delibera che ha suscitato non poche polemiche, è in buona compagnia e non
si configura un caso isolato. Ma questo di certo non alleggerisce la gravità
dell’iniziativa posta in essere dal sindaco Franco Pagano e dai suoi assessori
, anzi la rende ancora più intollerabile, perché è un mattone in più su quel
muro di silenzio che si vorrebbe alzare intorno alle problematiche e alle
criticità che un giornalista ha il dovere di cogliere per la tutela dei
cittadini e per la tutela dell’inviolabile diritto alla libertà di espressione.
Tutti i Comuni che
scelgono di scrivere delibere del genere scivolano, purtroppo, in un
indefinibile dimensione in cui convivono il drammatico e il ridicolo, in cui la
pretestuosità dell’affermazione secondo la quale si dovrebbe “tutelare
dell’immagine della città”, irrimediabilmente lesa ai giornalisti, è davvero
poco convincente, e, cosa ancor più grave, somiglia un po’ a quell’odioso manto
nero da gettare sui problemi che si chiama censura.
La delibera di giunta
numero 108, ancora visualizzabile nell’albo pretorio del comune, forse finirà
negli annali della storia di Nicotera, come la delibera che mette in guardia la
stampa nel pesare bene quanto dice e quanto afferma, pena la messa in moto dell’ufficio
legale, il quale fabbrica le querele da scagliare all’indirizzo del malcapitato
giornalista. Ma il tutto comporta perdite di tempo e risorse preziose, oltre
che spreco di denaro pubblico. Grandi energie che invece andrebbero usate per
il migliorare una cittadina sempre bisognosa di cure. Ora è chiaro che,
probabilmente questa delibera non entrerà mai in azione: essa forse vuole
essere solo un monito alla stampa, ma di certo il suo valore (o disvalore)
simbolico, non cambia.
Sicuramente essa non
può costituire uno spauracchio per i giornalisti, che continueranno ad essere
quel grillo parlante che non si vorrebbe ascoltare.
Inoltre è chiaro che
gli amministratori dovrebbero tutelare l’immagine della città non con delibere
del genere ma dando il meglio di se stessi per migliorare la cittadina,
risolvendone i problemi, approntando progetti da sottoporre agli organi
competenti. Curando le grandi risorse che essa ha, e che sono il mare e il
centro storico. E anche la stampa può essere una risorsa, anche quando addita
quel che non va, e non solo quando può far comodo per annunciare eventi
mondani.
Enza Dell’Acqua
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