Nicotera.
Dopo
il rogo di giovedì mattina che ha distrutto quattro automobili, in via Nassirya,
sull’asfalto rimangono impresse le sagome delle autovetture consumate dalle
fiamme. Macchie che il tempo e le piogge lentamente forse faranno sparire. Ciò
che non sparirà è il senso di insicurezza che attaglia la città, una sensazione
che si acutizza quando si ripropongono episodi criminali di questo genere. Si
attendono le conclusioni delle indagini avviate dai Carabinieri, si cerca di
capire il senso di un gesto così gravemente intimidatorio a due passi dallo
storico Palazzo Convento che ospita il municipio. Perplessità e paure si
ripropongono a cadenza ritmata, e a segnare il tempo è la volontà criminale di
malviventi che agiscono con grande disinvoltura, come se il territorio fosse
terra di nessuno, terra di avventurieri che decidono come e quando seminare il
terrore, come e quando agire, sentenziando il bello e il cattivo tempo. Un
lavoro complesso quello dei Carabinieri, cui è affidata la sicurezza dei
cittadini, vista anche la mancanza di un sistema di video sorveglianza. A
questa notevole carenza si deve poi aggiungere la connaturata rassegnazione che
spinge molti a vivere in simbiosi con eclatanti criticità. Una sfiducia e una
stanchezza che è il segno più drammatico della disfatta di un territorio. E i disservizi e le inadempienze
amministrative, se anche non si configurano come atti delinquenziali,
raccontano però di una malagestione della cosa pubblica che si scontra con le
esigenze di ordine e trasparenza reclamata dalla cittadinanza. E così le strade
invase dalla spazzatura, l’odore nauseabondo che si espande insistente per ogni
dove, il proliferare di odiosi insetti, il mare ridotto a una cloaca, danno
l’idea di un territorio abbandonato a se
stesso, in cui l’assenza delle istituzioni è palpabile. Un degrado che fa da
contraltare alle bellezze naturali di una terra che continua a rimanere
nell’ombra, benchè sia posta in una zona di confine tra due terre che
costituiscono i protettorati di due famose consorterie mafiose.
L’amministrazione in
carica risponde in genere alla criminalità indicendo consigli comunali in cui
si celebra la condanna alla “criminalità impunita”; esalta la legalità
indicendo pubbliche assisi in cui si celebra l’eroe antimafia, morto e divenuto
suo malgrado un santino. Ma gesti concreti ancora nulla: il sindaco Franco
Pagano non ha mai chiesto il potenziamento delle forze dell’ordine presenti in
città, né che sia installato un sistema di videosorveglianza.
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