martedì 18 agosto 2015

Arpacal 1. "Tutto va ben Madama la Marchesa". Arpacal contro tutti.



Nicotera. “Tutto va ben, madama la marchesa”, è il ritornello di una canzoncina scritta nel 1934 dal compositore francese Paul Misraki. Un motivetto che ben si confà con i risultati forniti dall’Arpacal, la famosa e autorevole agenzia regionale per l’ambiente, ai comuni, quindi ai cittadini. Insomma, il mare non è inquinato. A rimarcare questa verità è l’intervento di Angela Maria Diano, la direttrice del dipartimento provinciale dell’Arpacal. In una nota divulgata ieri, la Diano esprime tutto il suo disappunto nei confronti «di pseudo-esperti ambientalisti, ricercatori, tuttologi che invece di affidarsi agli esperti del settore non trovano di meglio che dissertare sull’inquinamento del mare proprio nel periodo estivo, diffondendo allarmi sanitari e affermazioni diffamanti sull’operato degli enti preposti al controllo». Una difesa a oltranza del proprio operato e della propria correttezza, dunque, contro tutti coloro i quali opererebbero, in maniera più o meno subdola, in maniera più o meno inconscia, per mortificare il territorio. 
Uno sfogo legittimo, in cui la vocazione del tecnico ha ceduto il passo al giudizio moralistico su quanti, non si sa per quali motivi, causerebbero allarmismi infondati.
Un dato chiaro e lampante che invece emerge in tutta questa vicenda è la contrapposizione aperta tra l’Arpacal e tutti i vari attori protagonisti in questa tragicommedia del mare sporco. Vediamo quali sono.
Legambiente e Goletta Verde. Per le due associazioni ambientaliste il mare di Nicotera è inquinato. Presenza di eschilichia e-coli e colibatteri sono stati rinvenuti alla foce del Britto e del Mesima.
Il sindaco Franco Pagano. Ha presentato una denuncia per disastro ambientale alla Procura di Vibo. Le leggi in materia di reati ambientali si sono fatte più rigide. Il primo cittadino si è incamminato in questa direzione, svincolandosi dalle sue precedenti posizioni, quando cioè, accettava passivamente i dati confortanti di “mare sporco ma non inquinato” forniti dall’Arpacal.
Il Mesima. Lo storico fiume nasce nelle Serre, attraversa l’entroterra vibonese e si getta in questo scorcio di mar Tirreno. In esso confluiscono gli scarichi di 21 comuni dell’entroterra vibonese. Dieci di questi comuni non risultano in possesso di impianti di depurazione, cinque comuni hanno impianti sottodimensionati o obsoleti. Il Mesima si trasforma dunque in una enorme discarica che sversa in mare i liquami di intere aree del Vibonese e, a quanto sembra, anche di altri centri dell’entroterra Reggino.
La depurazione. Altra grande contraddizione, forse la più clamorosa di tutte: l’annosa questione della depurazione in Calabria. Sono 90 Comuni della regione sono sotto procedura di infrazione dell’Unione Europea perché non hanno adeguati sistemi fognari e di depurazione. La provincia di Vibo Valentia ha la copertura peggiore del servizio di depurazione: solo infatti il 40,9% degli abitanti sono serviti da un sistema di depurazione secondario e terziario.
I Bagnanti. Forse i meno considerati, sebbene stiano ogni giorno in contatto con la criticità. Il colore marroncino dell’acqua impedisce loro di mettere il piede in acqua. Però, “va tutto ben, madama la marchesa”.

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