sabato 22 agosto 2015

Svolta all'Arpacal: non garantisce più la salubrità del nostro mare. E allerta gli enti locali.



Nicotera. Sulla balneabilità del mare nicoterese arrivano dall’Arpacal dati di segno diverso, anzi, completamente opposto, rispetto a quelli diffusi questa estate dalla stessa agenzia per l’ambiente.
I prelievi sono stati effettuati il 12 di agosto. Angela Diano, direttrice del Dipartimento di Vibo Valentia dell’Agenzia regionale per l’Ambiente, in una nota diffusa ieri fa sapere che a «200 metri a destra fiume Mesima la qualità è scarsa con divieto di balneazione permanente; nel punto denominato “Valtur” la qualità è scarsa». «I primi risultati- si legge ancora nella nota- hanno evidenziato un’elevata carica batterica (30.000 cell/100 ml di Eschilichia e-Coli e 20.000 cell/100ml di enterococchi intestinali) e microalgale. E’ in corso l’identificazione del fitoplancton».
Un’estate infuocata, questa del 2015, e non solo per le temperature tropicali, ma anche per la questione mare sporco. Una gran brutta vicenda che ha messo in ginocchio l’intera economia di un territorio, che si basa proprio sul mare (pesca e turismo), oltre a costituire un potenziale rischio sanitario per i bagnanti. Caratterizzata da due differenti posizioni, che viaggiavano su binari diversi e opposti: quello dei cittadini che, attenendosi alle loro percezioni sensoriali, si trovavano di fronte ad un mare che diventava scuro, minaccioso, spesso solcato da inequivocabili strisce schiumose, e, sul fronte opposto, il mondo scientifico rappresentato dall’Arpacal, l’unica istituzione titolata a sentenziare se il mare è inquinato oppure no. Ebbene, per quest’ultima il mare è sempre stato balneabile, addirittura eccellente la qualità delle sue acque. A sostegno del volgo profano nicoterese è giunta la posizione del sindaco Franco Pagano, che ha presentato in Procura una denuncia contro ignoti per disastro ambientale. Una scelta rivoluzionaria quella del sindaco: sono lontani i tempi in cui il sindaco, di fronte alle proteste dei cittadini, si faceva scudo sbandierando i dati dell’Arpacal attestanti balneabilità.
Ma Pagano ha deciso di affiancarsi con cittadini, forse i confortanti dati Arpacal non sono bastati a renderlo tranquillo,  forse anche a causa del deciso inasprimento delle leggi in materia di reati ambientali. Ma ora le granitiche posizioni della nota agenzia di protezione dell’ambiente cominciano a scricchiolare e ciò in seguito ai controlli del 12 agosto che permettono di dire che le acque nei pressi del Mesima sono inquinate.  «Considerato quanto rilevato visivamente- afferma ancora la Diano- non si può escludere che, durante il corso di mareggiate e/o di eventi meteo rilevanti, le acque dell’area di foce possano interessare notevolmente le aree di balneazione con conseguente rischio sanitario. Gli Enti competenti sono stati informati e invitati ad adoperarsi con le adeguate misure di gestione per il risanamento dell’area». Vale dunque il “principio di precauzione”- come ampiamente sottolineato sulle pagine di questo giornale- che è stabilito dal diritto ambientale, in base a tale principio l’ente deputato a controllare la salubrità delle acque deve attenersi a un atteggiamento improntato a una condotta cautelativa.
Quella del 12, precisa ancora la nota, è stata un’attività di controllo straordinaria, disposta da Angela Diano. «I tecnici- continua la dirigente- hanno rilevato la presenza di pregresse opere di sbarramento presso la foce del fiume (Mesima), che causavano la formazione di vaste aree di acqua stagnante, con schiume consistenti sulla superficie e ai margini delle aree. L’interruzione in più punti dello sbarramento consentiva il libero deflusso delle acque che raggiungevano il litorale prospiciente la foce con interessamento delle acque marine. Veniva rilevata anche la presenza di rifiuti solidi nelle acque e lungo la strada che conduce alla spiaggia. Per valutare il potenziale rischio ambientale e sanitario sono stati così effettuati campionamenti nelle aree di acqua stagnante per le analisi chimiche, microbiologiche e tossicologiche». Dunque nessun facile allarmismo, né i cittadini sono visionari. Il mare nicoterese è inquinato, ora lo afferma anche il mondo scientifico, forse è l’inizio del cambiamento.

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