sabato 15 agosto 2015

Ferragosto 2015. Tra mare e montagna.



Ferragosto 2015. Il giorno clou dell’estate è arrivato. Turisti e residenti si sono già organizzati per trascorrere al meglio il giorno dedicato allo svago e al divertimento. Le mete preferite in genere sono due: il mare e la montagna. La costa degli Dei, da Pizzo a Nicotera, passando per Tropea, offre spiagge estese e bellissime, tra lidi organizzatissimi e spiaggette dal fascino ancora incontaminato.  Forse non sarà semplice trovare uno spazio per posizionarvi l’ombrellone, quindi per molti è stato necessario partire di buon mattino. Analogamente, sarà un’impresa epica accaparrarsi un parcheggio per l’automobile. Anche per questo in molti sono partiti all’alba. Quelli più dormiglioni dovranno lasciare la macchina chissà dove e percorrere almeno un kilometro e mezzo per raggiungere l’ambita meta, armati di ombrellone, racchette, materassini, cocomero e frigoriferi portatili pieni di cibarie. Vacanzieri motivati e accaldati, ma già sfiniti come profughi in fuga. Quelli invece che allo stile “adventure” preferiscono il tutto organizzato, complice anche possibilità economiche più laute, hanno già prenotato ombrellone, sdraio in un lido privato e pranzo al ristorante. Preferite le spiagge in cui si organizzano acquagym e balli latini di gruppo prima di pranzo sotto un gazebo la cui temperatura sfiora i 35°, ma la voglia di divertirsi è talmente tanta che persino l’afa diventa complice dell’euforia ferragostana.
Le spiagge sono comunque le mete più amate, e diventeranno oggi delle vere e proprie Babilonie in festa, in cui il divertimento è d’obbligo, tra un aperitivo al bar e una birretta ghiacciata, bambini in preda a pianti assordanti perché costretti dalle madri a uscire dall’acqua, ragazze abbronzatissime che sfilano sulla spiaggia e nonni che russano sotto l’ombrellone: tutto uno scenario da cartolina illustrata, popolato da un’umanità in cerca di svago e di divertimento, che anestetizza con il mare e il sole la vita sempre costellata da incertezze.
Esiste poi un’altra fetta di popolazione, quella che al mare preferisce la calma e il fascino ieratico e contemplativo della montagna. Ma anche qui, c’è da giurarci, c’è il tutto esaurito. Sia che si opti per le immense pianure montane del Poro o per il paesaggio fatato e ombroso delle Serre, tali bellezze naturali il visitatore dovrà dividerle con altre migliaia di appassionati del genere. Sono d’obbligo le escursioni nel parco regionale, il cui paesaggio incantato rapisce l’osservatore. E poi c’è il percorso che porta presso la certosa di San Bruno, tra un millenario filare di altissimi pini, come sentinelle di guardia presso il convento ricco mistero, fondato dal santo tedesco più di mille anni fa. Un percorso quasi spirituale, introspettivo, in cui la frescura del clima montano concilia i pensieri e riordina le idee. Ma per le esigenze più pratiche e meno spirituali, il turista ha una scelta illimitata tra agriturismi e ristorantini tipici. Lo stesso dicasi per Monte Poro. Il mitico campo fiorito in cui gli antichi scrittori greci immaginarono fosse avvenuto il ratto della figlia della dea Cerere, la dolce Persefore, ad opera del dio degli Inferi, Plutone. Dopo estenuanti trattative, la madre della fanciulla e il di lei sposo addivennero a un accordo: per sei mesi l’anno (quelli invernali) Persefore sarebbe vissuta negli Inferi, per i sei restanti mesi sarebbe risalita sulla terra e con lei la primavera e l’estate, i fiori dai colori sgargianti e i prati verdi, quelli che si possono ancora ammirare a Monte Poro.

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