Nicotera.
Si
è insediata ufficialmente ieri mattina alle 11.30 circa la commissaria
prefettizia Lucia Iannuzzi. Nelle mani del vice prefetto precario di Vibo
Valentia la gestione del comune costiero notoriamente gravato da una serie di
difficoltà. Ricordiamo che l’ormai ex sindaco Franco Pagano si è dimesso lo
scorso 5 ottobre. Allo scadere dei venti giorni concessi per presentare
eventuale revoca, il prefetto di Vibo, Carmelo Casabona, ha sciolto il Comune
ed ha predisposto l’invio, presso la casa comunale nicoterese, di un
commissario prefettizio. Già commissaria straordinaria in vari comuni, la
Iannuzzi pare una donna determinata e intenzionata a mettere ordine in un Comune
nel caos. Ieri mattina, dopo aver preso possesso della stanza del sindaco, si è
subito messa al lavoro, coadiuvata dal segretario comunale Vincenzo Calzone, il
quale ha esplicato alla nuova reggente di palazzo Convento i problemi più
cocenti che attanagliano i nicoteresi. Il suo sarà un impegno complesso per un
Comune al centro delle cronache per delle vicende giudiziarie ancora in fieri.
Quanto Lucia Iannuzzi rimarrà a palazzo Convento non si può stabilire. Solo
quando il Consiglio dei Ministri si pronuncerà sulla richiesta di scioglimento
per infiltrazioni mafiose avanzata dal prefetto Casabona, la situazione sarà di
più facile lettura: se il Viminale predisporrà lo scioglimento del Comune, la
Iannuzzi sarà sostituita dalla terna commissariale antimafia, se invece la
richiesta prefettizia sarà respinta si andrà al voto dopo sei mesi.
lunedì 31 ottobre 2016
Comune. Ciampa (ufficio tecnico) e Melidoni (vigili urbani) rimossi dai loro incarichi. Lo ha deciso la commissaria prefettizia Lucia Iannuzzi.
Nicotera.
La
commissaria prefettizia Lucia Iannuzzi, appena giunta a palazzo Convento, ha
fatto sentire la sua presenza. La prima disposizione, infatti, firmata dal vice
prefetto vicario di Vibo è stata la rimozione di Carmelo Ciampa, responsabile
dell’ufficio tecnico, e di Gregorio Melidoni, comandante dei Vigili, dai loro
ruoli. In pratica, la Iannuzzi, con i poteri conferiti per legge al suo
mandato, non ha inteso rinnovare le nomine dei responsabili degli uffici in
questione, le cui prerogative, sempre per decreto commissariale, passano adesso
nelle mani del segretario comunale Vincenzo Calzone. Un atto significativo,
quello della Iannuzzi, che priva di potere decisionale due responsabili di aree
assai delicate e strategiche del Comune di Nicotera, aree, si ricorderà,
entrate a pieno titolo nell’inchiesta giudiziaria in seguito alla nota vicenda
dell’atterraggio dell’elicottero, lo scorso 14 settembre, in pieno centro
storico. La Procura di Vibo, com’è noto, ha aperto un’inchiesta. Gli indagati
sono sei, tra questi anche l’ex sindaco di Nicotera, Franco Pagano, Gregorio
Melidoni e Carmelo Ciampa. Per tutti l’accusa è di abuso d’ufficio.
Dopo l’autoeliminazione
del sindaco, tramite le dimissioni rassegnate lo scorso 5 ottobre, ora è la
volta degli altri due indagati di palazzo Convento, che vedono drasticamente
ridimensionati i loro poteri. Nel decreto firmato dalla Iannuzzi non vi è
specificato qual è la motivazione che l’ha spinta a prendere tale decisione, ma
probabilmente non è azzardato pensare che via sia un filo rosso che collega la
mancata conferma della nomina di Ciampa e Melidoni con la nota questione
dell’elicottero. Caso strano ha voluto che venerdì scorso, mentre la
commissaria prefettizia firmava il decreto di attribuzione dei suddetti
incarichi al segretario, in un’altra stanza di palazzo Convento la Guardia di
Finanza in forza del Nucleo operativo della Polizia tributaria di Vibo redigeva
i verbali inerenti il sequestro dell’opera pubblica del water front della
pineta, nell’ambito di un’inchiesta aperta dalla Procura di Vibo e per la
quale, come rivelato dal Quotidiano, sono stati spiccati degli avvisi di garanzia,
di cui uno, ancora una volta, all’indirizzo di Carmelo Ciampa. Anche nel caso
dell’opera pubblica in questione, l’accusa per l’ex responsabile dell’ufficio
tecnico è di abuso d’ufficio (unitamente a quella di falso in atto pubblico). A
Lucia Iannuzzi è stato affidato un Comune di non semplice gestione,
attanagliato da problemi vecchi e nuovi. Il suo approccio iniziale alla guida
del municipio nicoterese sembra promettere bene se non altro per lo spirito
decisionale che la contraddistingue. Per quanto concerne le bufere giudiziarie
abbattutesi negli ultimi tempi su palazzo Convento, val la pena di sottolineare
che la magistratura non sta facendo sconti agli uffici comunali di strategica
importanza. Infatti, la parte politica generalmente ha sempre pagato per i
propri errori, ma ora, a quanto pare, si accendono i riflettori anche su quelle
aree del comune che sono spesso quanto meno corree in determinati reati o
comportamenti che valicano il rispetto della legalità, “aree 51” spesso
sorvolate nei decreti di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni
mafiose.
domenica 30 ottobre 2016
Lavori alla pineta. Avviso di garanzia per Carmelo Ciampa e i responsabili della ditta esecutrice dei lavori.
Nicotera.
L’inchiesta
sulla riqualificazione del water front della pineta prometteva, sin dal suo
esordio, importanti sviluppi. I primi risultati delle indagini condotte dalla
Guardia di Finanza, su impulso della Procura di Vibo, hanno cominciato a dare i
loro frutti. Infatti, ieri mattina gli uomini delle Fiamme Gialle si sono
portati sul water front, appena ultimato, dove vi hanno apposto i sigilli.
L’opera, quindi, da ieri mattina è sotto sequestro su disposizione della
Procura a seguito delle risultanze prodotte dai febbrili accertamenti svolti
nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. Ma non solo. Ci sono anche degli
indagati. Si tratta di Carmelo Ciampa, dirigente dell’ufficio tecnico comunale;
Raffaele Galati, amministratore unico della ditta appaltatrice; Gaetano Artusa,
direttore dei lavori. Ma potrebbe non essere finita qui, e altri nomi
potrebbero saltare fuori nelle prossime settimane. Intanto, le tre persone
raggiunte dagli avvisi di garanzia sono accusate di abuso d’ufficio e falso in
atto pubblico. La cosiddetta riqualificazione del water front è finita sotto la
lente di ingrandimento della Procura a seguito della denuncia presentata da un
imprenditore, arrivato secondo nella gara d’appalto, e che aveva ravvisato una
serie di irregolarità nella procedura di assegnazione dei lavori. L’esposto ha
dato il via alle indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia
Tributaria, guidato dal maggiore Alessio Iannone. Una settimana fa, come
riportato dal Quotidiano, si è svolta una articolata operazione della Guardia
di Finanza. Erano ben 27 i militari delle Fiamme Gialle dislocati tra il water
front, il municipio e la Sua. Sono stati acquisiti e sequestrati i documenti
inerenti i lavori oggetto delle indagini. Ieri, i clamorosi sviluppi, ma, pare,
vi siano nuove sorprese all’orizzonte. La riqualificazione del water front
della pineta, opera assai discussa in città, fin dalla posa della prima pietra,
non è mai stata salutata con entusiasmo dai cittadini, perché ritenuta lesiva
delle bellezze naturali del posto, ma soprattutto a far sorgere grandi
perplessità era, ed è, il fatto che quel manto di asfalto e cemento si estende
su un’area gravata da enormi criticità relative al sottostante impianto
fognario. A ciò si aggiunga che i materiali usati non sarebbero di eccelsa
qualità, dato che, secondo le Fiamme Gialle, si prospetta anche il reato di
truffa in pubbliche forniture. Vi è poi la questione del ribasso offerto dalla
ditta vincitrice (la Chiariello Groups). Addirittura del 30%. Offerta
imperdibile che ha favorito la Chiariello sulle altre. Val la pena ricordare
che la procedura dei ribassi nelle gare d’appalto era uno dei must degli
amministratori guidati dall’ex sindaco Pagano. Un vero e proprio punto di
orgoglio, un “sistema”, a loro dire, congegnato per far risparmiare soldi
all’ente. Eppure, non sempre le cose filavano lisce e l’inchiesta sul water
front è lì a dimostrarlo. Una nuova tegola, dunque, colpisce il Comune
costiero. Dopo la vicenda dell’atterraggio dell’elicottero in pieno centro, e
relativi avvisi di garanzia, arriva un’altra batosta. Anche questa volta
coinvolto Carmelo Ciampa, il dirigente di un ufficio tecnico che è il
motore pulsante del Comune. Da capire solo chi è il vero azionatore di un
meccanismo inesorabile, che da troppo tempo stritola il rispetto di ogni
regola.
giovedì 27 ottobre 2016
Comune commissariato. E' in arrivo il vice prefetto vicario Lucia Iannuzzi.
Nicotera.
Sarà
Lucia Iannuzzi, vice prefetto vicario di Vibo Valentia, il commissario prefettizio
che reggerà le sorti del Comune costiero per un periodo che non è ancora
possibile quantificare. La comunicazione è arrivata ieri mattina al segretario
comunale Vincenzo Calzone, dopo che lo stesso aveva notiziato il prefetto
Casabona che le dimissioni di Franco Pagano erano divenute effettive, essendo
trascorsi i venti giorni concessigli per ritornare sui suoi passi. Ma la
decisone di Pagano è stata irremovibile. Non un’esitazione, nessun cenno di
ripensamento. Gravato dalle note vicende giudiziarie e mediatiche, oltre che da
problematiche familiari, ha lasciato una poltrona che era ormai diventata
incandescente. L’amministrazione dimissionaria lascia un comune oberato dalle
difficoltà. Preso d’assalto, quasi ogni giorno, dai cittadini stremati da
criticità con cui oggettivamente è difficile convivere. Alla commissaria
prefettizia Iannuzi, dunque, è affidato un compito non semplice: la gestione
del lascito dell’amministrazione Pagano alla città. Un’eredità irta di punti
difficili, che si trascinano da anni e non hanno mai trovato una soluzione.
Patate bollenti che passano nelle sue mani e che essa dovrà cercare di
risolvere con i poteri che per legge le sono stati conferiti: ovvero, le stesse
funzioni del sindaco, della Giunta e del consiglio comunale. Probabilmente sin
da subito si confronterà con una cittadinanza pervasa dal malcontento. E il suo
compito, oltre che pratico, sarà anche morale: far rinascere nei cittadini la
fiducia perduta nelle istituzioni, dopo un lungo periodo di latitanza della
giunta Pagano, in cui la città pareva navigare a vista, senza una guida ferma e
sicura. Ma sarebbe limitativo soffermarsi esclusivamente sull’amministrazione uscente. La
fiducia che i cittadini devono recuperare è anche nei confronti dei commissari
prefettizi, piena espressione dello Stato nel territorio. Nicotera è un paese
sciolto per mafia per due volte in dieci anni, mentre una nuova commissione
antimafia potrebbe presto varcare le soglie di palazzo Convento. L’esperienza
dei nicoteresi in fatto di commissariamento non è certamente stata da
immortalare. Anzi. I problemi di sempre sono rimasti tali e quali. Ora, posto
che la Iannuzzi non è un commissario antimafia, rappresenta comunque quel tipo
di gestione inviata dal Governo che non ha lasciato un buon ricordo nei
cittadini. La vicenda Sogefil è lì a dimostrarlo: uno scandalo che si è
consumato anche sotto gli occhi della terna commissariale. E’ necessario,
insomma, riscattare l’idea che la città ha dei commissariamenti, quali
prolungamenti dello Stato. Ma non solo. Il pensiero dilagante è la necessità di
valutare quanto utile sia alla causa della legalità la gestione commissariale
del comune. Nel senso che due commissariamenti non hanno ripulito la macchina
amministrativa: gli scioglimenti per mafia non hanno portato ad inchieste e
relative sanzioni nei confronti di chi ha condotto il paese sull’orlo del precipizio.
Insomma: controlli, accertamenti penali e condanne non se ne sono mai visti. E
gattopardianamente tutto è rimasto com’è, nonostante sembrava che tutto stesse
cambiando. La Iannuzzi, chiaramente, è un commissario prefettizio il cui tempo
di permanenza a Nicotera dipenderà dalla decisione del Consiglio dei Ministri. E’
però una rappresentante di quello Stato troppe volte invocato dai cittadini
perbene. C’è bisogno della sua autorevolezza, della sua presenza risoluta, del
ripristino del rispetto della legalità. Di credere, insomma, nelle Istituzioni.
mercoledì 26 ottobre 2016
Cala il sipario sull'amministrazione Pagano. Scaduti i 20 giorni: dimissioni effettive.
Nicotera.
Da
oggi Nicotera non ha più un sindaco. Sono scaduti ieri i venti giorni di tempo
concessi al primo cittadino per presentare eventuale revoca delle dimissioni
protocollate lo scorso 5 ottobre. Stamattina il segretario comunale, Vincenzo
Calzona, la prima cosa che farà, giunto in ufficio, sarà quella di informare il
prefetto Carmelo Casabona che il sindaco Franco Pagano non ha presentato la
revoca delle dimissioni, le quali, dunque, sono da oggi effettive. Con la
defezione di Pagano decade, ovviamente, l’intera giunta e il paese è così privo
di una guida politica, oltre che amministrativa. A questo punto, la palla passa
al prefetto che entro pochi giorni invierà presso la casa municipale nicoterese
un sub commissario, la cui funzione sarà quella di curare l’ordinaria
amministrazione fino alla decisione del Consiglio dei Ministri che, com’è noto,
dovrà stabilire se sciogliere il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose
oppure no. In caso di parere favorevole, il sub commissario lascerà il posto alla
terna commissariale antimafia che guiderà il comune costiero per 18 mesi, salvo
proroghe. Nel caso in cui, il Viminale non accoglierà la proposta di
scioglimento inviata dal prefetto lo scorso 12 settembre, entro sei mesi
saranno indette le votazioni per eleggere il nuovo sindaco.
Esce così di scena
un’amministrazione che in questi quattro anni di mandato è riuscita a
guadagnarsi spesso un posto in prima fila nelle cronache locali, e, negli ultimi
tempi, anche in quelle nazionali. Una compagine politica variegata, composta da
contrapposte sensibilità e che, nonostante il minestrone politico, è riuscita a
rimanere unita, salvo alcune clamorose defezioni. Di certo la Giunta Pagano non
sarebbe mai uscita di scena per implosione politica. Le cose che l’hanno
condotta alla prematura fine sono correlabili ad una serie di errori, o
leggerezze, che si sono rivelati fatali. Un dato da sottolineare è il totale
scollamento con i cittadini. Un dialogo ormai da tempo pressoché inesistente.
L’amministrazione procedeva nella realizzazione dei suoi obiettivi, quasi tutti
legati a una serie di opere pubbliche e ad un uso massiccio del cemento. E
mentre il settore urbanistica lavorava incessantemente per regalare alla città
manufatti cementizi, i problemi dei cittadini rimanevano sullo sfondo. Problemi
non di poco conto. Anzi, di vitale importanza. In primis, la questione acqua
nelle frazioni, specialmente in Marina. Situazione insostenibile che ha
scaturito la nascita di un comitato per la difesa dei diritti fondamentali dei
cittadini. A questo, si è aggiunto il sempiterno problema mare, che
puntualmente funesta le estati nicoteresi. Poi i problemi delle strade, delle
scuole, della sanità. Insomma, tutto un ventaglio di criticità che
l’amministrazione faticava ad affrontare. Segno della totale frattura con la
città si ebbe il fatidico 14 luglio di quest’anno, quando i cittadini, armati
di uno sdegno senza precedenti, occupò per ben nove giorni la casa municipale.
In quel frangente il sindaco perse l’occasione di intessere un dialogo con la
cittadinanza annichilita da gravi disagi. Il
confronto fra le parti divenne impossibile, né il sindaco accolse l’invito del
comitato civico di dimettersi, anzi concluso lo stato d’assedio da parte dei
manifestanti, il sindaco tornò a palazzo Convento, con l’intera sua squadra,
senza battere ciglio. Fermo e risoluto nella sua posizione, nonostante sul
consiglio pendesse la decisione del Viminale su un eventuale scioglimento. Ma
gli inattesi fatti del 14 settembre lo hanno travolto in pieno: indagato per
abuso d’ufficio e guardato di sbieco dalla Dda per aver partecipato al
matrimonio di un soggetto ritenuto contiguo alla cosca Mancuso. Il resto è
storia contemporanea.
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