Nicotera.
Torna
a far sentire la sua voce il Movimento 14 luglio. Ieri mattina un folto gruppo
di rappresentanti del gruppo civico si è riunita a piazza Mercato in Marina,
quartier generale del sodalizio, per concertare il da farsi in merito ad alcune
problematiche che a breve esporremo. Da qui si sono diretti verso il Comune,
destinazione ufficio tecnico.
La molla che ha
azionato il Movimento riguarda, in primis, la questione acqua sporca nella
frazione marittima. Ma non solo: anche le frazioni di Preitoni e Badia,
risentono della stessa criticità. Come ampiamente trattato dal Quotidiano, il
problema dell’acqua sporca è stata una delle ragioni che ha spinto i cittadini
a dare vita alla clamorosa protesta iniziata il 14 luglio. I manifestanti
occuparono la casa comunale per nove giorni, i binari della stazione di Rosarno
e l’Asp di Vibo Valentia. Il fine era quello di attirare l’attenzione delle
istituzioni sulle gravi condizioni in cui versava la frazione Marina, cui,
oltre al problema dell’acqua, si aggiungeva quello del mare sporco. Un percorso
non semplice, quello dei dimostranti, che con impegno e dedizione, ottennero
importanti risultati, come il finanziamento di 391 mila euro, da parte della
Regione, al fine di mettere immediatamente mano alle criticità impellenti della
Marina, connesse con rete idrica e fognaria. Fatto sta che questi lavori,
benché l’assegno a palazzo Alemanni sia stato già staccato ad agosto, non sono
iniziati. E questo è stato l’altro motivo che ha portato ieri mattina i
manifestanti ad “occupare” l’ufficio di un frastornato Carmelo Ciampa. La
nutrita delegazione del Movimento alle dieci ha varcato il portone di palazzo
Convento. L’edificio aveva un che di spettrale: gli impiegati facevano capolino
dalle porte dei loro uffici. Di assessori e consiglieri nemmeno l’ombra. Il
segretario comunale Vincenzo Calzone, con la sua aria pacata, autorevole ma
rassicurante, sembrava l’unico nocchiero di una barca in mezzo al mare, in
balìa dell’imprevedibilità delle onde. I manifestanti si sono diretti verso
l’ufficio tecnico, motivando al dirigente Ciampa il perché della visita a
sorpresa. Beniamino Lapa, geometra, nonché uno dei più fattivi militanti del
Movimento, ha fatto il punto della situazione. Grazie alle lotte del civico
sodalizio il Comune di Nicotera ha ottenuto dalla Regione 391 mila euro per
interventi, come precisato, sulla rete idrica e fognaria. L’inghippo nel porre
in essere i lavori è di natura, come spesso accade in questi casi, puramente
burocratica. Nella fattispecie, il comune di Nicotera, per poter mettere mano
sui finanziamenti, doveva inviare alla Regione un documento, vergato da Carmelo
Ciampa, in cui si relazionava sulla congruità dei costi dei lavori in base alle
normative regionali. Palazzo Alemanni aveva richiesto tale documento il primo
di settembre ma il dirigente non lo aveva mai approntato. Alle domande
rivoltagli dai manifestanti sul perché non si fosse attivato in tal senso,
Ciampa si è giustificato con la notoria questione dell’elicottero, per la quale
anch’egli è indagato, e che avrebbe rallentato un po’ tutto l’iter
amministrativo. Sta di fatto che, messo alle strette dalla delegazione, il
dirigente in soli sei minuti ha preparato il documento, prontamente poi inviato
alla Regione, tramite l’ufficio protocollo. Ma i problemi non erano finiti lì.
Per far partire la procedura, il Comune, come stabilito dalle normative, deve contribuire
con 30 mila euro per spese ed oneri. Pare che i soldi ci sarebbero ma per
poterli utilizzare occorre fare una variazione di bilancio, che solo il consiglio
comunale può approvare. E qui il problema diventa insormontabile, visto il
momento di incertezza che sta vivendo l’ente.
L’unico escamotage da
adottare, per attuare in fretta i lavori, potrebbe essere quello di detrarre 30
mila euro dai famosi 391 mila mandati dalla Regione. Si decurta la cifra, ma si
guadagna tempo prezioso.
Per la questione acqua,
permane il mistero su come sia possibile che dopo che la Sorical ha speso 750
mila euro per importanti lavori all’acquedotto Medma, i cittadini continuano a
non poter usufruire di un servizio essenziale.
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