Nicotera.
A
quattro anni esatti dal suo insediamento si dimette il sindaco Franco Pagano.
La ricerca della serenità per la sua famiglia sarebbe alla base della
defezione. Così c’è scritto nelle dimissioni che ieri mattina, il primo
cittadino, ha consegnato nelle mani del segretario comunale Vincenzo Calzona.
Poco dopo mezzogiorno, Pagano ha deciso di mollare la presa e spogliare i panni
di primo cittadino. Una poltrona, la sua, che nelle ultime settimane è
diventata bollente. L’ormai famosissima vicenda dell’elicottero l’ha travolto
in pieno, portandolo sulla cresta dell’onda giudiziaria e mediatica. Indagati,
insieme a lui (per abuso d’ufficio), anche il capo dei vigili Gregorio Melidoni
e il dirigente dell’ufficio tecnico, Carmelo Ciampa. Ma Pagano, più degli
altri, è stato chiamato in causa, in una pressione mediatica senza precedenti.
La vicenda è finita persino sui siti internazionali, catapultando Nicotera agli
onori di una cronaca tra lo sconcerto e il ridicolo. Ma sono le risposte che
l’ex sindaco dovrà fornire ai magistrati della DDA, titolari dell’inchiesta,
quelle che contano di più.
Eletto nell’ottobre del
2012 con la bellezza di 1350 voti, Franco Pagano arrivava da un’esperienza
politica variegata, avendo aderito a vari partiti nell’area di sinistra. Si
definì comunista, anzi, fondendo l’ideale politico alla sua attività di
avvocato, un "metalmeccanico del diritto".
Benchè si fosse sempre
proclamato fedele alla sua fede politica, la lista civica che lo ha portato
alla vittoria, il cui nome prometteva bene (Patto per la legalità), era un
pout-pourri di sensibilità politiche: in essa confluivano elementi di destra
(Mollese, Polito, Marasco e Stilo), di sinistra (Melidoni, Cavallaro e Dimasi),
nonché persone non apertamente schierate, come Lapa e Arfuso. Fin dall’inizio
fu subito chiaro che il grande elettore della lista era Salvatore Campisi,
avvocato dell’ente, e uomo di Forza Italia, da sempre vicino a Nazzareno
Salerno. E proprio il politico serrese è quello che maggiormente si è visto a palazzo
Convento: fu egli l’unico politico a sostenere Pagano quando, nel giugno del
2013, dopo sette mesi di mandato, subì un tremendo attentato presso la sua
abitazione. Pagano lo ricambiò sostenendo la campagna elettorale del centro
destra alle europee del 2014. L’ex presidente della Regione Scopelliti e la sua
truppa fecero tappa a Palazzo Convento nel corso del tour elettorale. Ad
accoglierlo l’amministrazione al gran completo, con in testa ovviamente Pagano
a fare gli onori di casa.
L’ambiguità politica
costò a Pagano la clamorosa cacciata dal Pd. Un’espulsione notificatagli a
mezzo stampa e motivata proprio dal suo aperto sostegno alla causa del centro
destra. Rimasto senza copertura politica, riparò presso il sempre presente
Nazzareno Salerno, l’unico rimastogli accanto in virtù dei forti legami con la
parte destrorsa dell’amministrazione.
Il percorso
dell’esecutivo Pagano non è stato semplice. Attriti interni sorsero sin
dall’inizio. La strategia immunitaria adottata dalla Giunta per difendersi da
problemi che avrebbero potuto mettere in crisi la sua tenuta era l’espulsione,
o l’istigare il dissidente ad abbandonare la nave. Così accadde
all’assessora alla Cultura Pina Lapa. Dissidi interni inconciliabili la
spinsero a rassegnare le dimissioni. Qualche tempo dopo l’uscita di scena toccò
all’assessore all’Ambiente Pino Marasco. Anche qui grosse tensioni, dovute al
mancato sostegno dei compagni di giunta alla sua candidatura alle Regionali del
2014, lo indussero a chiudere la sua esperienza politica a fianco di Pagano. Ma
i problemi per l’amministrazione non finirono lì. Nel 2015 le dimissioni
dell’assessore alle Politiche giovanili, Salvatore Cavallaro. La prefettura,
intanto, imponeva alla Giunta di far entrare una donna nell’esecutivo,
relativamente alla normativa sulle quote rosa. E così il posto di Cavallaro fu
ricoperto da Mariella Calogero, professoressa improvvisatasi amministratrice. A
lei fu affidato anche l’importante assessorato alla Cultura.
Un cammino assai
turbolento quello dell’amministrazione dimissionaria e non solo per le
clamorose dimissioni di alcuni suoi capisaldi. Ma per alcuni eventi
sconvolgenti per l’intera comunità, come il terribile attentato del 2013: una
quarantina di colpi di kalashnikov triturarono i vetri della casa dei suoceri
del sindaco, nonché il senso di sicurezza dei nicoteresi. Nel febbraio di
quest’anno fece ingresso in municipio la commissione di accesso agli atti, che
doveva stabilire se l’attività amministrativa fosse stata permeabile ad
infiltrazioni mafiose. Mentre è sempre di quest’anno la clamorosa protesta dei
cittadini, scesi in armi per rivendicare acqua e mare puliti. Palazzo Convento
fu occupato per nove giorni dai manifestanti, nei quali il sindaco non mise
piede nel suo ufficio. E infine, la famigerata storia dell’elicottero, per la
quale ogni commento sarebbe superfluo. Un iter frastagliato, nonostante
un’opposizione praticamente inesistente, che non ha mai vigilato sull’operato
dell’amministrazione. Ora, le dimissioni di Pagano, a pochi giorni
dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri, sulla questione scioglimento.
L’amministrazione esce di scena in un'atmosfera da caos primordiale, tra inchieste
giudiziarie, un clima di silenzio e sconcerto che sovrasta la città, ancora in
attesa di conoscere il suo destino.
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