Nicotera.
Sarà
Lucia Iannuzzi, vice prefetto vicario di Vibo Valentia, il commissario prefettizio
che reggerà le sorti del Comune costiero per un periodo che non è ancora
possibile quantificare. La comunicazione è arrivata ieri mattina al segretario
comunale Vincenzo Calzone, dopo che lo stesso aveva notiziato il prefetto
Casabona che le dimissioni di Franco Pagano erano divenute effettive, essendo
trascorsi i venti giorni concessigli per ritornare sui suoi passi. Ma la
decisone di Pagano è stata irremovibile. Non un’esitazione, nessun cenno di
ripensamento. Gravato dalle note vicende giudiziarie e mediatiche, oltre che da
problematiche familiari, ha lasciato una poltrona che era ormai diventata
incandescente. L’amministrazione dimissionaria lascia un comune oberato dalle
difficoltà. Preso d’assalto, quasi ogni giorno, dai cittadini stremati da
criticità con cui oggettivamente è difficile convivere. Alla commissaria
prefettizia Iannuzi, dunque, è affidato un compito non semplice: la gestione
del lascito dell’amministrazione Pagano alla città. Un’eredità irta di punti
difficili, che si trascinano da anni e non hanno mai trovato una soluzione.
Patate bollenti che passano nelle sue mani e che essa dovrà cercare di
risolvere con i poteri che per legge le sono stati conferiti: ovvero, le stesse
funzioni del sindaco, della Giunta e del consiglio comunale. Probabilmente sin
da subito si confronterà con una cittadinanza pervasa dal malcontento. E il suo
compito, oltre che pratico, sarà anche morale: far rinascere nei cittadini la
fiducia perduta nelle istituzioni, dopo un lungo periodo di latitanza della
giunta Pagano, in cui la città pareva navigare a vista, senza una guida ferma e
sicura. Ma sarebbe limitativo soffermarsi esclusivamente sull’amministrazione uscente. La
fiducia che i cittadini devono recuperare è anche nei confronti dei commissari
prefettizi, piena espressione dello Stato nel territorio. Nicotera è un paese
sciolto per mafia per due volte in dieci anni, mentre una nuova commissione
antimafia potrebbe presto varcare le soglie di palazzo Convento. L’esperienza
dei nicoteresi in fatto di commissariamento non è certamente stata da
immortalare. Anzi. I problemi di sempre sono rimasti tali e quali. Ora, posto
che la Iannuzzi non è un commissario antimafia, rappresenta comunque quel tipo
di gestione inviata dal Governo che non ha lasciato un buon ricordo nei
cittadini. La vicenda Sogefil è lì a dimostrarlo: uno scandalo che si è
consumato anche sotto gli occhi della terna commissariale. E’ necessario,
insomma, riscattare l’idea che la città ha dei commissariamenti, quali
prolungamenti dello Stato. Ma non solo. Il pensiero dilagante è la necessità di
valutare quanto utile sia alla causa della legalità la gestione commissariale
del comune. Nel senso che due commissariamenti non hanno ripulito la macchina
amministrativa: gli scioglimenti per mafia non hanno portato ad inchieste e
relative sanzioni nei confronti di chi ha condotto il paese sull’orlo del precipizio.
Insomma: controlli, accertamenti penali e condanne non se ne sono mai visti. E
gattopardianamente tutto è rimasto com’è, nonostante sembrava che tutto stesse
cambiando. La Iannuzzi, chiaramente, è un commissario prefettizio il cui tempo
di permanenza a Nicotera dipenderà dalla decisione del Consiglio dei Ministri. E’
però una rappresentante di quello Stato troppe volte invocato dai cittadini
perbene. C’è bisogno della sua autorevolezza, della sua presenza risoluta, del
ripristino del rispetto della legalità. Di credere, insomma, nelle Istituzioni.
Nessun commento:
Posta un commento