lunedì 18 settembre 2017

La villa che ha rubato il paesaggio ai nicoteresi.



Nicotera. Gli alberi che costeggiano la villa Galasso si ergono “alti e schietti” come i cipressi di Bolgheri decantati da Giosuè Carducci, solo che i “giganti giovinetti” che fanno da sentinelle all'edificio in questione non sortiscono certo negli osservatori sentimenti poetici. Tutt’altro. Infatti, gli altissimi fusti più in vista di Nicotera ostruiscono la visuale ai nicoteresi, e questa cosa suscita un certo malcontento: il panorama è decisamente compromesso dallo svettare dei pini e di altre specie legnose che crescono senza sosta e che all’orizzonte sembrano immergersi nelle nuvole. Varie le segnalazioni giunte al Comune sull’opportunità di una decisa potatura, anche perché l’ultima risale a parecchi anni fa. Da allora gli alberi hanno avuto il tempo di moltiplicare le loro foglie. I pini si trovano precisamente su una lingua di terra, a margine della villa, che si estende fino all’inizio delle mura dell’affaccio della Cattedrale, e a questo punto riprende l’estensione del terreno di proprietà dei Galasso.  L’edificio di tre piani (200 mq cadauno) è sempre stato molto chiacchierato per via della sua posizione. Tuttavia, quando è stato edificato, non esisteva a Nicotera alcun Piano regolatore (anche perché in Italia è entrato in vigore solo nel 2005), nessuna severa direttiva urbanistica se non un programma edilizio generico con un indice di fabbricabilità. Era il 1963 e lo spregio delle regole in materia urbanistica e paesaggistica era una cosa ovvia di cui nessuno si poneva il problema. Solo nel 1971 il Comune di Nicotera si avvalse di un programma di fabbricazione che venne definitivamente approvato nel ’78. E ancora prima del ’78 i proprietari della villa rimossero il tetto per allungare l’edificio di un piano e costruirvi l’attuale, odiata, terrazza. La visuale del panorama per i nicoteresi si accorciò sempre di più e da dietro il castello c’era chi, in preda allo sdegno, vi lanciava sopra bucce di banane e frutta marcia. Il progetto della villa che ha mutilato il paesaggio nicoterese ottenne la licenza edilizia nel 1964: a firmarla fu Caterina D’Agostino, l’unico sindaco donna di Nicotera nonchè zia dell’ingegnere D’Agostino famoso per le sue battaglie in difesa della Marina di Nicotera. In un secondo momento la proprietaria dell’immobile, moglie dell’avvocato Galasso, divenne assessore. E fu in quell’epoca che la struttura subì nuove variazioni.  

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