Nicotera Il 3 di giugno è stato reso pubblico che l’ente morale
Scardamaglia Longo, la storica istituzione socio-culturale nicoterese, aveva
finalmente il suo direttivo.
Ma, evidentemente, il fatto che il primo cittadino abbia avocato a sé il
diritto di scegliere i membri del CdA, “bypassando” l’opposizione, si palesa,
da una parte come una violazione dello statuto dell’ente morale, e dall’altra
una intollerabile delegittimazione dei poteri dell’intero consiglio comunale.
Si, perché lo statuto recita chiaro e tondo che l’elezione del Cda spetta al
civico consesso, nella sua interezza, e un consiglio comunale senza quella
parte vitale che è l’opposizione non è rappresentativo dell’intera comunità e attenta
dunque all’adempimento della democrazia.
Queste motivazioni, semplici eppur fondamentali per la tutela della
dignità del civico consiglio, hanno spinto il consigliere di opposizione Pino
Brosio, a scrivere al prefetto Michele di Bari. Nella missiva Brosio chiede al
rappresentante territoriale del governo di analizzare il caso in questione, che
Brosio espone con la chiarezza e l’incisività che lo contraddistingue, e, “ove
le violazioni lamentate dovessero trovare conferma”, si chiede al prefetto di
“invitare il sindaco di Nicotera a riportare in Consiglio l’argomento in specie
per procedere all’elezione dei componenti del CdA dello Scardamaglia Longo
mediante votazione da tenersi secondo le procedure previste per la nomina dei
componenti della Commissione elettorale comunale (art.9 dello statuto)”.
Le
irregolarità Pino
Brosio sottopone all’attenzione e alla valutazione del prefetto “l’inusuale
procedura posta in essere dal primo cittadino” che è per Brosio “inaccettabile,
oltre che del tutto illegittima, in quanto fortemente lesiva della dignità e
delle prerogative del civico consesso. Un esproprio in piena regola dei poteri
del Consiglio- si legge nella missiva- e che, se accettato passivamente,
renderebbe del tutto inutile la presenza dei rappresentanti dell’opposizione in
seno all’assemblea civica”.
I
fatti Con
grande spirito documentaristico, l’esponente di Nicotera Mediterranea, fornisce
al prefetto tutti i vari passaggi dell’iter procedurale. Tutto cominciò il 14
gennaio quando “il Comune di Nicotera emanava un avviso pubblico, a firma del
sindaco Franco Pagano, per la presentazione delle candidature”. “In data 24
aprile 2013,- rammenta Brosio- l’argomento approdava in consiglio comunale.
Dopo ampio dibattito, non essendo stata raggiunta alcuna intesa tra maggioranza
e opposizione, il sindaco chiedeva al consiglio di essere delegato alla nomina
del CdA dell’ente morale nonostante- precisa Brosio- lo statuto dell’ente e il
testo unico degli enti locali indichino, con chiarezza, che tale prerogativa
spetta solo e soltanto al civico consesso. La proposta del primo cittadino
veniva approvata coi voti della maggioranza e col voto contrario e unanime dei
rappresentanti della minoranza”.
“In data 3 giugno il sindaco, con proprio decreto nominava i sei componenti
del CdA dello Scardamaglia Longo” (il nome del sesto componente è stato fornito
da un solo consigliere di minoranza, previa richiesta del sindaco).
Le
osservazioni
Brosio nella missiva puntualizza che non ha “alcunché da obiettare sui nomi
scelti dal sindaco, contesta, invece, con forza il metodo usato”.
“In base allo statuto dell’ente- ha sottolineato Brosio- spetta al
consiglio comunale il compito di eleggere il CdA dello Scardamaglia Longo. Il
sindaco ha invece ostinatamente ignorato la normativa vigente e i contenuti
dell’avviso pubblico da lui stesso firmato rendendosi responsabile di evidenti
forzature, nonché di gravi e palesi illegittimità”.
“Nella storia delle sedute consigliari dei Comuni italiani- ha osservato
Brosio- non s’è, probabilmente, mai verificato che un sindaco si facesse
delegare dalla sua maggioranza a decidere un qualcosa. Se passasse tale
criterio- avverte il consigliere- non avrebbe alcun significato la permanenza
in aula dell’opposizione”.
Le
altre violazioni Nella circostanziata
lettera al prefetto Pino Brosio fornisce un elenco delle altre violazioni dello
statuto dell’ente morale effettuate dal sindaco nell’iter procedurale. E si va
“dall’avviso pubblico che non fissa alcun criterio per la selezione delle
istanze e dei titoli dei candidati” al fatto che “due candidati non hanno
corredato le loro istanze coi documenti richiesti (pena esclusione)”. Brosio
precisa che “la loro posizione non è mai stata sanata. Addirittura uno dei due
è entrato a far parte del CdA”.
E poi ancora: i membri del CdA avrebbero dovuto essere cinque, e non
sei, perché così è dal 1994. Inoltre “ due dei sei candidati nominati nel CdA
non sono residenti a Nicotera. Anche in questo caso il primo cittadino non pare
si sia attenuto allo statuto. L’art.9 infatti recita che <la scelta dei
componenti deve ricadere, possibilmente e preferibilmente, fra i cittadini
residenti nel comune da almeno dieci anni>, ma il perentorio deve ricadere- osserva in conclusione
Brosio- lascia intuire ancora che i componenti del CdA debbano essere in ogni caso
residenti a Nicotera”.
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