venerdì 7 giugno 2013

Stazione ferroviaria di Nicotera



Nicotera- Il primo giugno si è tenuta la seconda mobilitazione nazionale del Ciufer, dopo quella del 16 febbraio scorso. Essa è consistita in una conferenza stampa proposta in simultanea di centinaio città d’Italia. Fine della manifestazione è una capillare opera di sensibilizzazione di cittadini, famiglie, associazioni, per quella che è ritenuta una battaglia di civiltà.
Il Ciufer (comitato italiano utenti delle ferrovie regionali) è un’associazione spontanea composta da comitati pendolari del treno e da cittadini che hanno a cuore il trasporto ferroviario regionale in tutta Italia.
“Esso fonda la propria azione- si legge nel documento programmatico del comitato- sul totale rifiuto delle logiche di profitto sulla mobilità pubblica che considera un aspetto essenziale e strategico dell’economia e della salute del Paese. Si ispira ai principi della solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale e si prefigge come scopo di intervenire a favore dei cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto pubblico attraverso ogni mezzo sociale consentito, anche promuovendo in ogni ambito la cultura del diritto a una dignità pubblica, sicura e dignitosa”.
La stazione di Nicotera Anche Nicotera ha voluto aderire a questa giornata di sensibilizzazione. I referenti locali del movimento, Antonio Corigliano e Antonio Comerci, si sono operati strenuamente per informare i cittadini sul loro diritto fondamentale a viaggiare in modo sicuro e dignitoso. I militanti del Ciufer hanno affisso i volantini nella stazione di Nicotera, ne hanno consegnati altri sui treni direttamente ai passeggeri, hanno fornito loro ogni sorta di delucidazione in merito allo stato di salute dei treni regionali.
La stazione di Nicotera ormai da molto tempo è stata depauperata di servizi soddisfacenti. Anzi, possiamo dire che come stazione, è stata proprio soppressa. Non c’è più la biglietteria, non c’è più un capostazione, non esistono fermate di treni che ti conducono fuori dai confini regionali, non c’è più soprattutto il rispetto per il passeggero, al quale viene comunicato solo all’ultimo minuto che la fermata del treno che aspetti non ci sarà e raggiungere la vicina stazione Rosarno per prendere l’agognato treno è una corsa contro il tempo. Esiste un solo treno che varca i confini di regionali. E’ alle undici di sera e va a Torino. Per il resto nella stazione di Nicotera silenzio e abbandono, i malinconici fischi dei treni in lontananza mentre altri sfrecciano indifferenti verso affollatissime fermate.
Tutto ciò nella logica impalcabile delle sforbiciate impietose che non tiene conto dei diritti dei viaggiatori.
In direzione “ostinata e contraria” rispetto a quanto stabilito dal regolamento europeo 1370 del 2007, il servizio di trasporto ferroviario a scala regionale sta subendo, in tutta Italia, un degrado sistematico: tagli di migliaia di km di linee (sono nell’ultimo anno sono state falcidiate decine di linee regionali); eliminazione dei binari di precedenza e di incrocio; chiusura e degrado di centinaia di stazioni ferroviarie patrimonio della collettività, cancellazione di migliaia di corse; cancellazione dei treni a lunga percorrenza tra Nord e Sud del Paese e dei treni notte; ricorso frequente ad autoservizi sostitutivi di qualità modesta; imposizione di coincidenze estremamente scomode; veicoli vecchi e soggetti a gusti frequenti, peggioramento continuo dei servizi in termini di offerte e qualità (pulizia, servizi agli utenti, sicurezza); orari mal concepiti, non coordinati, spesso modificati senza preavviso; vessazione per i viaggiatori; carenza di manutenzione; crescente rischio di incidenti a causa della riduzione della pratica manutentiva e dello stress conseguente al peggioramento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri; carenza/assenza di annunci relativi ai disservizi.
Al sistema ferroviario nazionale viene imposta una trasformazione che si riduce in un generale squilibrio nel diritto alla mobilità dei cittadini. Si è scelto di privilegiare progetti di grandi e costosissime opere (Legge Obiettivo prima, TAV e autostrade; Piano Passera da 145 miliardi di euro oggi) che drenano ingenti risorse a scapito di servizi diffusi su tutto il territorio. Basti pensare che i viaggiatori che usano le Frecce sono appena 300 mila al giorno, contro i tre milioni di pendolari che frequentano i treni regionali quotidianamente.
Appare ingiusta e pericolosa la politica di governo tesa all’abbandono delle ferrovie regionali.

Enza Dell’Acqua






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