Nicotera- Il primo giugno si è
tenuta la seconda mobilitazione nazionale del Ciufer, dopo quella del 16
febbraio scorso. Essa è consistita in una conferenza stampa proposta in
simultanea di centinaio città d’Italia. Fine della manifestazione è una capillare
opera di sensibilizzazione di cittadini, famiglie, associazioni, per quella che
è ritenuta una battaglia di civiltà.
Il Ciufer (comitato
italiano utenti delle ferrovie regionali) è un’associazione spontanea composta
da comitati pendolari del treno e da cittadini che hanno a cuore il trasporto
ferroviario regionale in tutta Italia.
“Esso fonda la propria
azione- si legge nel documento programmatico del comitato- sul totale rifiuto
delle logiche di profitto sulla mobilità pubblica che considera un aspetto
essenziale e strategico dell’economia e della salute del Paese. Si ispira ai
principi della solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale e si
prefigge come scopo di intervenire a favore dei cittadini che utilizzano i
mezzi di trasporto pubblico attraverso ogni mezzo sociale consentito, anche
promuovendo in ogni ambito la cultura del diritto a una dignità pubblica,
sicura e dignitosa”.
La stazione di Nicotera Anche Nicotera ha voluto
aderire a questa giornata di sensibilizzazione. I referenti locali del
movimento, Antonio Corigliano e Antonio Comerci, si sono operati strenuamente
per informare i cittadini sul loro diritto fondamentale a viaggiare in modo
sicuro e dignitoso. I militanti del Ciufer hanno affisso i volantini nella
stazione di Nicotera, ne hanno consegnati altri sui treni direttamente ai
passeggeri, hanno fornito loro ogni sorta di delucidazione in merito allo stato
di salute dei treni regionali.
La stazione di Nicotera
ormai da molto tempo è stata depauperata di servizi soddisfacenti. Anzi,
possiamo dire che come stazione, è stata proprio soppressa. Non c’è più la
biglietteria, non c’è più un capostazione, non esistono fermate di treni che ti
conducono fuori dai confini regionali, non c’è più soprattutto il rispetto per
il passeggero, al quale viene comunicato solo all’ultimo minuto che la fermata
del treno che aspetti non ci sarà e raggiungere la vicina stazione Rosarno per
prendere l’agognato treno è una corsa contro il tempo. Esiste un solo treno che
varca i confini di regionali. E’ alle undici di sera e va a Torino. Per il
resto nella stazione di Nicotera silenzio e abbandono, i malinconici fischi dei
treni in lontananza mentre altri sfrecciano indifferenti verso affollatissime
fermate.
Tutto ciò nella logica
impalcabile delle sforbiciate impietose che non tiene conto dei diritti dei
viaggiatori.
In direzione “ostinata e
contraria” rispetto a quanto stabilito dal regolamento europeo 1370 del 2007,
il servizio di trasporto ferroviario a scala regionale sta subendo, in tutta
Italia, un degrado sistematico: tagli di migliaia di km di linee (sono
nell’ultimo anno sono state falcidiate decine di linee regionali); eliminazione
dei binari di precedenza e di incrocio; chiusura e degrado di centinaia di
stazioni ferroviarie patrimonio della collettività, cancellazione di migliaia
di corse; cancellazione dei treni a lunga percorrenza tra Nord e Sud del Paese
e dei treni notte; ricorso frequente ad autoservizi sostitutivi di qualità
modesta; imposizione di coincidenze estremamente scomode; veicoli vecchi e
soggetti a gusti frequenti, peggioramento continuo dei servizi in termini di
offerte e qualità (pulizia, servizi agli utenti, sicurezza); orari mal
concepiti, non coordinati, spesso modificati senza preavviso; vessazione per i
viaggiatori; carenza di manutenzione; crescente rischio di incidenti a causa
della riduzione della pratica manutentiva e dello stress conseguente al
peggioramento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri; carenza/assenza di
annunci relativi ai disservizi.
Al sistema ferroviario
nazionale viene imposta una trasformazione che si riduce in un generale
squilibrio nel diritto alla mobilità dei cittadini. Si è scelto di privilegiare
progetti di grandi e costosissime opere (Legge Obiettivo prima, TAV e
autostrade; Piano Passera da 145 miliardi di euro oggi) che drenano ingenti
risorse a scapito di servizi diffusi su tutto il territorio. Basti pensare che
i viaggiatori che usano le Frecce sono appena 300 mila al giorno, contro i tre
milioni di pendolari che frequentano i treni regionali quotidianamente.
Appare ingiusta e
pericolosa la politica di governo tesa all’abbandono delle ferrovie regionali.
Enza Dell’Acqua
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