Ricadi
Quella
che potrebbe sembrare una delle tante controversie tra un privato e il Comune è
in realtà una questione di estrema importanza collettiva, che riguarda, in
primis, gli imprenditori turistici ed il loro sacrosanto diritto ad esercitare
la loro attività, e, in secondo luogo, un sereno sviluppo del turismo sulla Costa degli Dei.
Un territorio
difficile, economicamente depresso, come ci rivelano implacabilmente i dati
Istat, e che trova proprio nel turismo la sua unica risorsa economica. In
un’area travagliata come quella del Vibonese i pochi imprenditori rimasti
tentano strenuamente di tenere la schiena dritta nonostante il vento contrario,
nonostante le varie insidie che proliferano come cellule mortifere che
vorrebbero divorare la parte sana della società che produce e che lavora. Ecco,
in questo territorio che sembra spesso una trincea si potrebbe e si dovrebbe
sicuramente fare a meno della controversia in specie, di una questione insomma
che va a complicare la già difficile vita di cittadini onesti, degni lavoratori
che cercano di dare al mondo un’immagine migliore della Calabria
L’annosa
questione Si potrebbe iniziare a raccontare questa
incredibile vicenda dando al lettore l’immagine di un cancello chiuso. Un
cancello sbarrato, con il suo bel lucchetto d’acciaio, è il simbolo della
vicissitudine che andiamo a raccontare e simbolo di un duro colpo al turismo
della Costa degli Dei. Tutto cominciò nel lontano 2001 quando il Comune di
Ricadi acquisì un vasta area presso l’incantevole spiaggia di Grotticelli,
versante Eden. Qui fu costruito un parcheggio comunale a pagamento, che trovò
regolare pubblicità persino nelle guide turistiche della Calabria. Allo stesso
modo fu sistemata la strada (sempre a spese del Comune), denominata Meschita,
che conduceva al parcheggio. Il viadotto era regolarmente percorso sia dalle
automobili dei cittadini che si recavano in spiaggia che dai mezzi degli
albergatori che conducevano in una delle spiagge più belle della Calabria gli
ospiti delle loro strutture. Ad un certo punto però un tratto della strada che
conduceva al mare da pubblica divenne privata, in quanto “pretesamente” chiusa
dal proprietario dell’attiguo terreno.
Qui la vicenda si
ingarbuglia perché non è ben chiaro come un privato abbia potuto chiudere
l’accesso della strada agli albergatori. Non si è potuto capire perché mai il
Comune non si sia potuto opporre a questa incresciosa evenienza, visto e
considerato che il parcheggio comunale, oltre che l’incantevole Grotticelli, li
si può raggiungere solo attraverso la strada della discordia.
La
lettera alle autorità Inascoltati e privati di un loro
diritto fondamentale a lavorare serenamente, gli undici imprenditori turistici
coinvolti nella vicenda, hanno scritto un’accorata lettera alle autorità: al
sindaco di Ricadi, al Prefetto di Vibo Valentia, al Procuratore della
Repubblica, al Comando dei Carabinieri di Spilinga. Nella missiva piena di
sconforto ma anche di fiducia nell’operato dei rappresentanti dello Stato, i
lavoratori evidenziano che ormai da anni “sono costretti a denunciare la grave
situazione che riguarda la possibilità di percorrere la strada Meschita di
Ricadi per raggiungere il parcheggio comunale e poi la spiaggia”. Per gli
albergatori è incomprensibile come “un parcheggio pubblico diventi intercluso senza
che le competenti autorità nulla possano fare per evitare che tutti i cittadini
e i parecchi operatori turistici non abbiano più la possibilità di utilizzare
la strada, il parcheggio e l’accesso alla strada che ne deriva”. La cosa che
suona strada e incomprensibile è che “la strada pubblica non c’è più, o meglio,
che quella esistente è privata”. Per questo motivo gli imprenditori hanno
voluto ricordare ai rappresentanti dello Stato che “il Comune ha effettuato i
lavori necessari per costruire il parcheggio già dal 2000/2001 ad ha poi
provveduto non solo a rendere il parcheggio a pagamento, ma pure a
pubblicizzarne l’esistenza”.
Possibilità
di accedere alla spiaggia Grotticelli Questo, in buona
sostanza, è ciò che chiedono gli albergatori. Chiedono solo di lavorare e che
venga risolta l’ingarbugliata questione. Essi cercano soluzioni, anche
temporanee, per affrontare la stagione estiva senza i disagi che stanno vivendo
in queste settimane. Chiedono inoltre che venga tutelata la loro attività
imprenditoriale e i posti di lavoro che ne conseguono. In effetti, non chiedono
la Luna, ma ciò che dovrebbe essere normale in una società civile e moderna.
Enza Dell’Acqua
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