mercoledì 5 giugno 2013

La strada della discordia



Ricadi Quella che potrebbe sembrare una delle tante controversie tra un privato e il Comune è in realtà una questione di estrema importanza collettiva, che riguarda, in primis, gli imprenditori turistici ed il loro sacrosanto diritto ad esercitare la loro attività, e, in secondo luogo, un sereno  sviluppo del turismo sulla Costa degli Dei.
Un territorio difficile, economicamente depresso, come ci rivelano implacabilmente i dati Istat, e che trova proprio nel turismo la sua unica risorsa economica. In un’area travagliata come quella del Vibonese i pochi imprenditori rimasti tentano strenuamente di tenere la schiena dritta nonostante il vento contrario, nonostante le varie insidie che proliferano come cellule mortifere che vorrebbero divorare la parte sana della società che produce e che lavora. Ecco, in questo territorio che sembra spesso una trincea si potrebbe e si dovrebbe sicuramente fare a meno della controversia in specie, di una questione insomma che va a complicare la già difficile vita di cittadini onesti, degni lavoratori che cercano di dare al mondo un’immagine migliore della Calabria
L’annosa questione Si potrebbe iniziare a raccontare questa incredibile vicenda dando al lettore l’immagine di un cancello chiuso. Un cancello sbarrato, con il suo bel lucchetto d’acciaio, è il simbolo della vicissitudine che andiamo a raccontare e simbolo di un duro colpo al turismo della Costa degli Dei. Tutto cominciò nel lontano 2001 quando il Comune di Ricadi acquisì un vasta area presso l’incantevole spiaggia di Grotticelli, versante Eden. Qui fu costruito un parcheggio comunale a pagamento, che trovò regolare pubblicità persino nelle guide turistiche della Calabria. Allo stesso modo fu sistemata la strada (sempre a spese del Comune), denominata Meschita, che conduceva al parcheggio. Il viadotto era regolarmente percorso sia dalle automobili dei cittadini che si recavano in spiaggia che dai mezzi degli albergatori che conducevano in una delle spiagge più belle della Calabria gli ospiti delle loro strutture. Ad un certo punto però un tratto della strada che conduceva al mare da pubblica divenne privata, in quanto “pretesamente” chiusa dal proprietario dell’attiguo terreno.
Qui la vicenda si ingarbuglia perché non è ben chiaro come un privato abbia potuto chiudere l’accesso della strada agli albergatori. Non si è potuto capire perché mai il Comune non si sia potuto opporre a questa incresciosa evenienza, visto e considerato che il parcheggio comunale, oltre che l’incantevole Grotticelli, li si può raggiungere solo attraverso la strada della discordia.
La lettera alle autorità Inascoltati e privati di un loro diritto fondamentale a lavorare serenamente, gli undici imprenditori turistici coinvolti nella vicenda, hanno scritto un’accorata lettera alle autorità: al sindaco di Ricadi, al Prefetto di Vibo Valentia, al Procuratore della Repubblica, al Comando dei Carabinieri di Spilinga. Nella missiva piena di sconforto ma anche di fiducia nell’operato dei rappresentanti dello Stato, i lavoratori evidenziano che ormai da anni “sono costretti a denunciare la grave situazione che riguarda la possibilità di percorrere la strada Meschita di Ricadi per raggiungere il parcheggio comunale e poi la spiaggia”. Per gli albergatori è incomprensibile come “un parcheggio pubblico diventi intercluso senza che le competenti autorità nulla possano fare per evitare che tutti i cittadini e i parecchi operatori turistici non abbiano più la possibilità di utilizzare la strada, il parcheggio e l’accesso alla strada che ne deriva”. La cosa che suona strada e incomprensibile è che “la strada pubblica non c’è più, o meglio, che quella esistente è privata”. Per questo motivo gli imprenditori hanno voluto ricordare ai rappresentanti dello Stato che “il Comune ha effettuato i lavori necessari per costruire il parcheggio già dal 2000/2001 ad ha poi provveduto non solo a rendere il parcheggio a pagamento, ma pure a pubblicizzarne l’esistenza”.
Possibilità di accedere alla spiaggia Grotticelli Questo, in buona sostanza, è ciò che chiedono gli albergatori. Chiedono solo di lavorare e che venga risolta l’ingarbugliata questione. Essi cercano soluzioni, anche temporanee, per affrontare la stagione estiva senza i disagi che stanno vivendo in queste settimane. Chiedono inoltre che venga tutelata la loro attività imprenditoriale e i posti di lavoro che ne conseguono. In effetti, non chiedono la Luna, ma ciò che dovrebbe essere normale in una società civile e moderna.
Enza Dell’Acqua

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