Nicotera
“Si
spera che il sacrilego furto avvenuto la notte di venerdì non abbia una matrice
esoterica. Il nostro territorio è già oberato da tante problematiche, è
auspicabile che qualcuno non abbia ceduto a lusinghe di questo genere”. Queste
le parole del parroco della concattedrale di Nicotera don Francesco Vardè
all’indomani del blitz, da parte di ignoti, nella chiesa matrice di Nicotera, e
conseguente furto della pisside contenente le ostie consacrate. Don Francesco
non nasconde il suo turbamento per un episodio gravissimo, che attenta al
sentimento di religiosità collettiva: “ogni singola ostia contiene il corpo di
Cristo”, ha tenuto sottolineare don
Francesco, rimarcando quando riprovevole sia il vilipendio perpetrato sulle sacre
particole. Un gesto che offende la sensibilità dei credenti e sul quale i
cittadini attendono che si faccia pienamente luce.
Ieri mattina nuovo
sopralluogo dei carabinieri della stazione di Nicotera, guidati dal comandante
Raffaele Castelli, presso l’edificio sacro, teatro del sacrilego furto, dove
don Francesco Vardè ha conferito a lungo con i militari dell’Arma offrendo loro
le sue impressioni sull’episodio. Le indagini, tempestivamente avviate, non
escluderanno nessuna pista.
Intanto si è appreso
che qualche mese fa un episodio dello stesso genere si è verificato a Nicotera
Marina, presso la chiesa dell’Immacolata Concezione. Stessa metodologia, stesso
modus operandi del furto di venerdì notte. In quell’occasione ignoti hanno
forzato l’ingresso dell’edificio sacro, si sono diretti verso il tabernacolo e
ne hanno sottratto le ostie consacrate. I ladri non hanno portato via
nient’altro. Sembrerebbe che il loro unico obiettivo fosse quello di
impossessarsi delle particole. Lo stesso identico obiettivo degli intrusi di
venerdì notte nella cattedrale: essi infatti hanno prelevato la pisside e non
si sa quante ostie, non toccando nulla di più di quanto vi era nell’edificio
sacro.
Ipotizzare che questi
due episodi siano legati da un comune filo conduttore non è così inverosimile.
Fermo restando che ci addentra
qui in campo oscuro e impenetrabile, bisogna prendere atto che molti giovani
tendono a subire il fascino dell’occultismo. A rivelarlo è proprio il Viminale
che ha tracciato una geografia delle “religioni alternative” in Italia. Data l’enorme diffusione di tali culti, il 2
novembre 2006 il Ministero dell’Interno, dipartimento di pubblica sicurezza, ha
istituito la squadra anti sette (S.A.S.), nuova task force specializzata messa
in campo dalla Polizia di Stato. L’istituzione della Sas, riporta, tra le
ragioni della sua creazione, “l’esponenziale diffusione del fenomeno delle
sette esoteriche, di aggregazioni religiose o pseudo tali, di gruppo dediti a
pratiche di magia, di occultismo e satanismo, che ha assunto il tutto il Paese
dimensioni e connotazioni da richiamare
l’attenzione anche sotto il profilo della sicurezza”.
Un fenomeno in grande
espansione. Un genere di contro-religione che attrae molti giovani, i quali,
catapultati in un mondo anticonformista, si sentono “ribelli e alternativi”.
Alla luce di quanto evidenzia il Ministero dell’Interno, attribuire una matrice
“esoterica” ai furti delle ostie di Nicotera superiore e Nicotera marina non
appare un’ipotesi poi così azzardata. Inoltre a questi incresciosi eventi se ne
devono sommare altri, accorsi negli ultimi tempi sempre nell’entourage
nicoterese. Circa due mesi fa alcuni cittadini si sono accorti che un santuario
presso Motta Filocastro aveva a tarda ora le luci accese. La cosa era inusuale
in quanto la chiesa apriva le sue porte solo una volta l’anno. Accorse sul
posto alcune persone hanno rinvenuto sulle pareti dell’edificio sacro delle
scritte non proprio affini allo spirito cristiano. Era esattamente il 30 aprile,
il giorno che, secondo gli occultisti, dà inizio all’estate esoterica.
Altri inspiegabili
episodi e strani furti di icone sacre attendono un perché e una risposta
esaustiva. Adesso è compito delle forze dell’ordine scoprire cosa soggiace alla
base di tali episodi: semplice vandalismo, deriva esoterica, giovani annoiati
che colorano al loro vita con atti teppistici senza un vero perché. La città
attende delle risposte.
Enza Dell’Acqua
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