Nicotera
Quando
ieri mattina di buon’ora il diacono Filippo Rascaglia è andato ad aprire le
porte della concattedrale per dare inizio a una nuova giornata ecclesiale, si è
accorto che la porta della sacrestia era stata forzata.
Tra lo sconcerto e il turbamento
l’anziano diacono ha dovuto prendere atto che ignoti, presumibilmente durante
la notte, erano riusciti a scardinare la porta dell’attiguo edificio che
accoglie la sacrestia ed entrare in chiesa.
Tempestivamente il
religioso ha allertato il parroco don Francesco e i carabinieri, i quali,
prontamente giunti sul posto, hanno effettuato dei rilievi. I militari, guidati
da comandante Raffaele Castelli, hanno eseguito un attento sopralluogo
nell’edificio sacro per stabilire se e cosa gli scassinatori avessero portato
via. Dalla perlustrazione del luogo di
culto è emerso che l’unica cosa sottratta è la pisside, ovvero un oggetto
liturgico, simile ad un calice con un coperchio, che è usato per conservare le
ostie consacrate dopo la celebrazione eucaristica.
I malviventi hanno aperto il tabernacolo, che
si trova nella cappella della navata laterale destra della cattedrale, e ne
hanno estratto il sacro contenitore. Alcune ostie sono state disposte
sull’altare ai piedi della statua di Santa Maria delle Grazie, mentre altre, si
presume, sono state portate via. Le sacre particole, quando vengono riposte
nella pisside, alla fine della messa, non vengono contate, per cui stabilire
quante siano state lasciate sull’altare e quante rubate è stato difficile da
stabilire.
Prelevati gli oggetti
religiosi i ladri sono usciti dalla porta principale laterale e non da quella
della sacrestia, dalla quale vi avevano fatto ingresso.
Tra i cittadini grande
la costernazione provocata dalla notizia che già nelle prime ore della
mattinata si è diffusa in paese, seminando sentimenti di sdegno e di condanna per un gesto che
colpisce dritto al cuore la sensibilità spirituale dei fedeli. La constatazione
del fatto che dei ladri siano riusciti ad entrare, con un certa facilità, all’ingresso
di un edificio sacro e di un luogo che rappresenta anche la vita sociale di una
comunità, spalanca le porte a una duplice constatazione: da un lato viene
violata la religiosità collettiva, atto deprecabile gravissimo, ma dall’altro
l’accaduto rivela in modo eclatante con quanta semplicità dei malviventi
riescano ad attentare alla sicurezza di una comunità.
Ora spetta agli uomini
dell’Arma stabilire se l’atto sacrilego possa essere messo alla stregua di una
serie di gesti vandalici che dall’inizio dell’anno animano le notti nicoteresi,
appurare cioè se sia un’azione firmata dalla stessa mano che ha autografato
tutta una serie di episodi incresciosi ad opera da ignoti teppisti che non
hanno risparmiato nulla: dalle abitazioni private alle scuole, da automobili a esercizi
commerciali.
Oppure stabilire se
possa essere considerato un furto con finalità lucrose. Anche se, in base a
quanto è dato sapere, sembrerebbe che la pisside rubata non abbia un grande
valore economico. Ultima ipotesi è se questo sia un furto con finalità, per
così dire, “esoteriche”. A questo punto collegare i fili di una serie di eventi
che negli ultimi tempi si sono verificati tra Nicotera e la vicina Limbadi
appare doveroso. Circa un mese fa “vox populi” sosteneva che a Limbadi vi fosse
una specie di sottobosco esoterico, e che dei giovani avessero ceduto al
fascino dell’occultismo. La fantasia popolare aveva collegato alla misterica
evenienza un serie di furti che si erano verificati nella chiesa matrice,
dedicata a San Pantaleone, del piccolo centro rurale. Lo scorso natale poi
dalla capanna della natività era stato sottratto il bambinello ligneo a
grandezza naturale, mai più ritrovato.
Sempre restando in tema
di furti e atti teppistici in ambito religioso non si può non citare
l’inquietante episodio accorso nella concattedrale di Nicotera nell’agosto del
2004, quando ignoti entrarono nel cuore della notte in chiesa, aprirono il
sarcofago ligneo contenente il corpo del santo e martire protocristiano Clemente
e ne amputarono il braccio, portandolo via. Anche allora si ipotizzò che la
spregevole profanazione potesse avere una matrice esoterica, mentre nel 2005 il
“teppismo esoterico” mise a segno un nuovo colpo: nel Natale di quell’anno
infatti fu rapito il bambinello di gesso della capanna della natività posta in
piazza Santa Caterina.
Enza Dell’Acqua
Nessun commento:
Posta un commento