Nicotera.
Posta
in tilt nella cittadina costiera. Il cambio della guardia dei postini ha
generato un nuovo caos: i portalettere neoassunti faticano a consegnare
correttamente la posta, i cittadini infuriati si recano presso gli uffici
postali a reclamare la propria corrispondenza e, ovviamente, anche a protestare
per il grave disservizio che ha gettato nella confusione la quotidiana consegna
di lettere bollette da pagare con tanto di scadenza.
La cittadina costiera
sta però vivendo in questi giorni un “deja vu”, infatti una situazione analoga
si è già verificata circa tre anni fa, quando l’ennesimo cambio dei postini ha
generato lo scompiglio più totale nella consegna della corrispondenze. C’è da
scommettere che situazioni del genere si riproporranno anche in futuro, giusto
il tempo infatti che i nuovi postini imparino a riconoscere zone di Nicotera e
destinatari, che si effettuerà il nuovo cambio degli assunti con le annose
problematiche di sempre. Ora non è dato sapere quali logiche sorreggano la
scelta dei vertici delle Poste di sostituire così repentinamente i
portalettere, certo è che per questi ultimi il loro lavoro diviene molto più
complesso rispetto ad altri centri, e ciò perché Nicotera ha una toponomastica
decisamente lacunosa, anzi necessita un vero e proprio rifacimento.
Sui muri di Nicotera
non vi sono affissi i nomi delle vie e, a volte, nemmeno i numeri civici delle
abitazioni o dei locali commerciali. A Nicotera vi sono ampie zone che portano
un’unica denominazione. Si pensi ad esempio a via Filippella o a via Foschea.
Circa 800 persone abitano tutte in un’unica via e, considerato che esistono
moltissimi casi di omonimie, ciò diventa per le nuove leve una fatica immane,
vista l’ampia estensione delle vie, i cui bracci interni portano la stessa
denominazione della via principale. Missive recapitate all’indirizzo sbagliato,
postini frastornati, uffici postali presi d’assalto dai tanti cittadini che
invocano ordine e chiarezza: sono scene già viste. Urge quindi il rifacimento
della toponomastica.
Eppure non occorrerebbe
fare una grossa fatica per ristabilire l’ordine, per il semplice fatto che la
nuova toponomastica già esiste. E’ stata elaborata nel 2006 e ora giace in
qualche cassetto di uno degli uffici della sovrintendenza alle belle arti di
Cosenza. In teoria basterebbe che l’amministrazione comunale si attivasse a
sollecitare gli uffici periferici del Ministero dei Beni culturali al fine di riconsegnarla
al Comune di Nicotera. I costi, per attuare la nuova toponomastica, si aggirano
intorno alle 20 mila euro. Una cifra non esorbitante, ma a fronte del lavoro
che è stato svolto per realizzare il progetto e dei sicuri vantaggi pratici che
ne scaturirebbe, probabilmente ne varrebbe la pena.
Anche i benefici che ne
trarrebbe la cultura sono evidenti: l’opera infatti è stata realizzata cercando
di dare risalto ai nomi dei tanti nicoteresi illustri che si sono distinti nel
corsi dei secoli. Ce ne sono parecchi, anche se sconosciuti ai più. Nel 2005,
su iniziativa dell’allora segretario della consulta comunale Giovanni Durante,
la commissione straordinaria che governava la città approvò il regolamento per
la toponomastica fino ad allora inesistente. I commissari, con una delibera del
19 gennaio 2006, nominarono tre esperti la cui finalità doveva essere quella di
ridisegnare la toponomastica nicoterese, tenendo presente la storia e le
personalità che si erano distinte nel corso della storia della città. I tre
esperti erano: il professor Pasquale Barbalace, il preside Pino Neri e il
preside Calogero, i tre periti scelti dai commissari erano coadiuvati dal
compianto geometra Lello Di Leo.
Il lavoro dei tre
cattedratici e del geometra, che curava la parte tecnica, durò quasi un anno.
Fu un lavoro intenso e certosino, alla fine del quale gli esperti consegnarono
ai commissari la nuova toponomastica della città, nella quale figuravano ben 92
nuovi toponimi. Mancavano tuttavia alcuni passaggi di rito che di norma
imprimono lo stigma dell’ufficialità, ed infatti nel novembre del 2006 l’opera
fu inviata alla Commissione di storia patria di Reggio Calabria, che aveva il
compito di visionare e concedere il nullaosta al prospetto.
La Commissione diede
parere favorevole. Senonché, l’allora
commissario prefettizio Palmieri comunicò ad alcuni funzionari della
sovrintendenza alle belle arti di Cosenza, che un giorno, per puro caso, si
trovavano di passaggio a Palazzo Convento, che c’era pronta una nuova
toponomastica. Costoro invitarono il commissario ad inviare loro il lavoro, per
una ulteriore supervisione. Da allora l’opera si trova in quel di Cosenza e
della nuova toponomastica non se ne è saputo più niente.
A questo punto diventa
necessario mettere ordine nella vie di Nicotera, assegnare i numeri civici alle
abitazioni, suddividere le estese vie piene di ramificazioni con precisi
indirizzi. In tal modo, anche per i neo postini, sarebbe più semplice
identificare i destinatari, guidati da vie e numeri civici, senza rischiare di
perdersi nel dedalo di zone senza nome, in cui è facile perdere la bussola.
Enza Dell’Acqua