lunedì 21 ottobre 2019

ELEFANTE ROSSO. L’ex sindaco Salvatore Reggio: “sia temporanea l’attuale destinazione d’uso: si riprenda il progetto iniziale di cinematografia e musicarte”


Nicotera. Sulla vicenda dell’Elefante rosso, ex albergo confiscato al clan Mancuso, convertito in scuola media dal sindaco Giuseppe Marasco, interviene l’ex sindaco della cittadina costiera Salvatore Reggio. In una lunga nota Reggio non sembra esprimere particolare entusiasmo per la decisione del sindaco per il semplice fatto che la struttura dovrebbe ospitare, dal suo punto di vista, il Centro di Cinematografia e Musicarte, quello che cioè che è sempre stato previsto per la sua destinazione d’uso.
«La decisione del Sindaco e dell’amministrazione comunale di trasferire la Scuola Media nell’immobile confiscato alla mafia denominato Elefante Rosso- esordisce l’ex sindaco- nasce da motivazioni tecniche per via di una relazione che rileva problemi di sicurezza nell’edificio scolastico preposto. Questa scelta, appare giusta sul piano pratico, in relazione agli edifici pubblici disponibili, e inoltre assume un forte valore simbolico in quanto l’immobile è di quelli sequestrati alla mafia». Questa scelta, però, sostiene Reggio, deve essere limitata nel tempo per i seguenti motivi: il primo è che la scuola «non può essere staccata dalla vita reale del paese». «Mi interrogo infatti- prosegue l’ex sindaco- su come potrà cambiare la vita del nostro paese priva di quella freschezza, di quella libertà, di quei comportamenti e dello stesso chiasso che solo i ragazzi ed i giovani riescono a dare?». A parere dell’ex sindaco, una lunga permanenza della scuola “fuori città” creerebbe «abitudini isolazionistiche delle famiglie e dei ragazzi».
Per Salvatore Reggio una situazione di questo genere prolungata nel tempo potrebbe creare negatività di carattere relazionale, culturale e sociale. E poi approdiamo al secondo motivo: che è quello legato alla originaria e reale destinazione dell’immobile, ovvero quello di ospitare il Polo Formativo costituito dal Centro di Cinematografia e dal Centro MusicArte, «destinazione che- tiene a precisare l’ex primo cittadino- aveva già assolto quel valore simbolico di contrasto all’illegalità e di cui la cittadinanza poteva essere orgogliosa». E c’è anche da considerare, aggiunge l’estensore della nota, «il grande ritorno sociale, culturale, occupazionale ed economico che si avrebbe se il Polo venisse rimesso in attività». Non si deve inoltre dimenticare, a parere di Reggio, che Nicotera, in tutti questi anni, «ha sempre subìto delle privazioni nei servizi, di uffici, di postazioni pubbliche». «E sarebbe davvero infelice- osserva- che una volta che abbiamo di nostro due Istituzioni, nel caso la Scuola Media Statale e il Polo Formativo, fossimo noi stessi (Comune) ad abolirne uno e cioè a sterilizzare e mandare in archivio il Polo Formativo strutturato su due aree tematiche di grande appeal».A questo punto della nota, si legge una breve cronistoria di quello che avrebbe dovuto diventare “l’elefante rosso”: «Il Centro di cinematografia che si poneva come mission lo sviluppo dell’arte e della tecnica cinematografica ed audiovisiva a livello di eccellenza ed il centro MusicArte le cui attività musicali erano programmate e cogestite in sinergia con la Scuola Media Statale “Vespucci” di Vibo Marina e con il  Conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia. Il tutto all’interno del progetto “Più scuola meno mafia” che era nato e sostenuto da un protocollo sottoscritto dall’Amministrazione Comunale con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca». In conclusione, l’invito ad immaginare i vantaggi turistici ed economici che la Marina avrebbe avuto (e potrebbe avere) in considerazione «dell’afflusso di studenti e persone provenienti da fuori, coinvolti dal progetto e attratti dalle iniziative ed eventi collaterali programmabili pre e post corsi».
«Vorrei, da ultimo- scrive Reggio avviandosi alla conclusione- finire questa mia nota con le stesse parole che hanno accompagnato a suo tempo il libro con la pubblicazione dei lavori di alcuni partecipanti al Corso di cinematografia che erano le seguenti “Il Centro appartiene a tutta la comunità, il suo cammino e i suoi progressi sono patrimonio collettivo” Nessuno, aggiungo ora, ha il diritto di cancellare questo sogno-realtà ma ha invece il dovere di portarlo ad un livello ancora più grande».

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