Nicotera. Sulla
vicenda dell’Elefante rosso, ex albergo confiscato al clan Mancuso, convertito
in scuola media dal sindaco Giuseppe Marasco, interviene l’ex sindaco della
cittadina costiera Salvatore Reggio. In una lunga nota Reggio non sembra
esprimere particolare entusiasmo per la decisione del sindaco per il semplice
fatto che la struttura dovrebbe ospitare, dal suo punto di vista, il Centro di
Cinematografia e Musicarte, quello che cioè che è sempre stato previsto per la
sua destinazione d’uso.
«La
decisione del Sindaco e dell’amministrazione comunale di trasferire la Scuola
Media nell’immobile confiscato alla mafia denominato Elefante Rosso- esordisce
l’ex sindaco- nasce da motivazioni tecniche per via di una relazione che rileva
problemi di sicurezza nell’edificio scolastico preposto. Questa scelta, appare
giusta sul piano pratico, in relazione agli edifici pubblici disponibili, e
inoltre assume un forte valore simbolico in quanto l’immobile è di quelli
sequestrati alla mafia». Questa scelta, però, sostiene Reggio, deve essere
limitata nel tempo per i seguenti motivi: il primo è che la scuola «non può
essere staccata dalla vita reale del paese». «Mi interrogo infatti- prosegue
l’ex sindaco- su come potrà cambiare la vita del nostro paese priva di quella
freschezza, di quella libertà, di quei comportamenti e dello stesso chiasso che
solo i ragazzi ed i giovani riescono a dare?». A parere dell’ex sindaco, una
lunga permanenza della scuola “fuori città” creerebbe «abitudini
isolazionistiche delle famiglie e dei ragazzi».
Per
Salvatore Reggio una situazione di questo genere prolungata nel tempo potrebbe creare
negatività di carattere relazionale, culturale e sociale. E poi approdiamo al
secondo motivo: che è quello legato alla originaria e reale destinazione
dell’immobile, ovvero quello di ospitare il Polo Formativo costituito dal
Centro di Cinematografia e dal Centro MusicArte, «destinazione che- tiene a
precisare l’ex primo cittadino- aveva già assolto quel valore simbolico di
contrasto all’illegalità e di cui la cittadinanza poteva essere orgogliosa». E
c’è anche da considerare, aggiunge l’estensore della nota, «il grande ritorno
sociale, culturale, occupazionale ed economico che si avrebbe se il Polo
venisse rimesso in attività». Non si deve inoltre dimenticare, a parere di
Reggio, che Nicotera, in tutti questi anni, «ha sempre subìto delle privazioni
nei servizi, di uffici, di postazioni pubbliche». «E sarebbe davvero infelice-
osserva- che una volta che abbiamo di nostro due Istituzioni, nel caso la
Scuola Media Statale e il Polo Formativo, fossimo noi stessi (Comune) ad
abolirne uno e cioè a sterilizzare e mandare in archivio il Polo Formativo
strutturato su due aree tematiche di grande appeal».A questo punto della nota,
si legge una breve cronistoria di quello che avrebbe dovuto diventare
“l’elefante rosso”: «Il Centro di cinematografia che si
poneva come mission lo sviluppo
dell’arte e della tecnica cinematografica ed audiovisiva a livello di
eccellenza ed il centro MusicArte le cui attività musicali erano programmate e
cogestite in sinergia con la Scuola Media Statale “Vespucci” di Vibo Marina e
con il Conservatorio “Torrefranca” di
Vibo Valentia. Il tutto all’interno del progetto “Più scuola meno mafia” che
era nato e sostenuto da un protocollo sottoscritto dall’Amministrazione
Comunale con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca». In
conclusione, l’invito ad immaginare i vantaggi turistici ed economici che la
Marina avrebbe avuto (e potrebbe avere) in considerazione «dell’afflusso di
studenti e persone provenienti da fuori, coinvolti dal progetto e attratti
dalle iniziative ed eventi collaterali programmabili pre e post corsi».
«Vorrei, da ultimo-
scrive Reggio avviandosi alla conclusione- finire questa mia nota con le stesse
parole che hanno accompagnato a suo tempo il libro con la pubblicazione dei
lavori di alcuni partecipanti al Corso di cinematografia che erano le seguenti
“Il Centro appartiene a tutta la comunità, il suo cammino e i suoi progressi
sono patrimonio collettivo” Nessuno, aggiungo ora, ha il diritto di cancellare
questo sogno-realtà ma ha invece il dovere di portarlo ad un livello ancora più
grande».
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