Torna agli onori della cronaca la
vicenda dell’ex parroco Felice La Rosa, ora sospeso “a divinis” dal vescovo
Luigi Renzo, accusato di induzione alla prostituzione minorile. Infatti, l’ex
prete ieri è stato condotto in carcere dagli uomini della Squadra Mobile di
Vibo Valentia per un residuo di pena da scontare corrispondente a un anno e un
mese di reclusione, a fronte di una condanna, con sentenza definitiva, alla
pena di due anni e quattro mesi. L’ordine di carcerazione è stato spiccato dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catanzaro nell’ambito
dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Settimo Cerchio”, conclusasi
nel mese di novembre del 2016. Le indagini della Polizia hanno portato alla
luce un agghiacciante mondo sommerso che ruotava intorno a Felice La Rosa, 43
anni, originario di San Calogero, da undici anni parroco di Zungri. Nessuno
avrebbe mai immaginato che dietro quel pastore di anime, dall’aspetto così bonario e insospettabile, si celasse un uomo
trafitto dal vizio, coinvolto in una brutta storia di corruzione di minori e
prostituzione minorile. I fatti sarebbero avvenuti dal 2015 al 2016, non solo a
Zungri, ma anche a Briatico, Parghelia, Vibo e Mileto. Il nome dell’operazione,
evocativamente definita dagli inquirenti VII Cerchio- quel girone dell’Inferno,
cioè, dove Dante aveva posto i violenti e i sodomiti- probabilmente non è stata
scelta a caso, e infatti dalle carte dell’inchiesta emergono dettagli drammatici
della vicenda: l’ex parroco, unitamente a un pensionato, Francesco Pugliese, 66
anni, avrebbero avuto rapporti sessuali con dei ragazzi minorenni, che venivano
loro procacciati da Miroslaev Iliev, cittadino bulgaro 31enne. Per ogni rapporto
sessuale veniva corrisposta una cifra di 50 euro, di cui 30 sarebbero spettati
alla giovane vittima, e 20 all’Iliev. Ma sull’ex parroco grava anche un’altra
accusa, che è quella di detenzione di materiale pedopornografico: sul suo
cellulare i poliziotti hanno rinvenuto centinaia di inequivocabili immagini che
vedono protagonisti giovani al di sotto dei 18 anni di età.
Nella medesima vicenda giudiziaria,
condannati anche Francesco Pugliese, e Miroslaev Iliev, rispettivamente a due
anni e otto mesi e cinque anni e sei mesi. L’ex parroco e il pensionato sono
stati interdetti in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine
e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche
o private frequentate abitualmente da minori. Tutti e tre i protagonisti della
vicenda sono stati inoltre condannati risarcire le parti civili.
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