lunedì 21 ottobre 2019

La scuola media trasferita nell'"elefante rosso", immobile confiscato ai Mancuso nel 2011.


Nicotera. L’inaugurazione della scuola media “Dante Alighieri”, all’interno dell’”elefante rosso”, l’immobile sequestrato al clan Mancuso nel 2011, si terrà il 21 settembre, alle ore 10.30. L’evento coinciderà con l’inizio dell’anno scolastico per i ragazzi della scuola media di Nicotera che, come già evidenziato sulle pagine di questo giornale, è stato rimandato di una settimana al fine di ultimare i lavori di trasloco, ma anche per la messa a punto di altre misure urgenti, come il decespugliamento dell’area antistante l’immobile, adibita a parcheggio. Tutto è quasi pronto, manca solo il taglio del nastro di un edificio al centro di alterne vicende e che in otto anni (da quando, cioè, l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia l’ha affidato al Comune di Nicotera) non ha mai trovato la sua giusta dimensione e il ruolo che spetterebbe agli immobili sequestrati ai clan. Un ruolo sociale e culturale di elevato valore morale, simbolo di riscatto della parte sana della città. Un presidio di legalità, dunque, di cui la città di Nicotera aveva, ed ha, bisogno come l’aria che respira, visto il contesto fortemente permeato dalla logica e dalle dinamiche mafiose, sia sul fronte politico che su quello sociale. Per questo motivo l’inaugurazione dell’elefante rosso, convertito a scuola media, è un successo per la cittadina costiera. E lo è ancora di più alla luce della sua lunga e travagliata storia, costellata da finanziamenti, iniziative, progetti, ripensamenti e dietro front, fino a un nulla di fatto. Ma quel destino di immobilismo ha finalmente cambiato rotta grazie all’ordinanza del primo cittadino, Giuseppe Marasco, che ha deciso, nella manciata di un paio di giorni, di trasferirvi al suo interno la scuola media “Dante Alighieri”. E quella che doveva essere una misura temporanea, nei progetti del sindaco, diventerà permanente. Le motivazioni che hanno portato Marasco ad intraprendere questa iniziativa sono ormai note: la scuola media non è agibile; specialmente il terzo piano: quel tetto scelleratamente costituito di svariate tonnellate di ferro è un vero e proprio attentato all’incolumità di ragazzi, docenti e personale scolastico. Si chiude così, per la struttura sequestrata alla mafia, la stagione delle incertezze e dei tentennamenti. Ricordiamo che intorno all’elefante rosso, negli anni, è fiorita una serie variegata di progetti. Forse quello che sembrava potesse avere maggiori chances di essere realizzato era quello denominato “Musicarte”, cioè una scuola di musica che avrebbe dovuto nascere grazie ad una convenzione con il Conservatorio “Torrefranca” di Vibo. Un’idea che incontrò non pochi ostacoli, se non dei veri e propri atti di boicottaggio, come ad esempio il clamoroso furto, perpetrato nel 2013 ad opera di ignoti, di strumenti musicali per un totale di 200 mila euro. Quel saccheggio sembra fosse collegato all’assenza di un sistema di allarme che doveva essere azionato con una semplice “sim”. Una dimenticanza o un colpevole ritardo, qualcosa di banale, comunque, da parte dell’amministrazione comunale allora in carica, alla base della destabilizzante spoliazione.Il fatto non passò certo inosservato all’occhio prefettizio, nè alla Commissione di accesso agli atti che fece il suo ingresso a palazzo Convento nel gennaio del 2016, tant’è vero che tra le motivazione dello scioglimento del consiglio comunale entrò a pieno titolo anche lo strano furto ai danni dell’elefente rosso. Ora, però, si cerca di guardare avanti e sabato l’immobile sequestrato ai Mancuso spalancherà le sue porte a giovani studenti, alla sapienza e alla cultura. 

Nicotera. La decisione del sindaco Giuseppe Marasco di trasferire le classi presso il cosiddetto “elefante rosso”, immobile confiscato al clan Mancuso nel 2011, ha sortito accese critiche a mezzo stampa. Abbiamo cercato di capine di più con il diretto interessato.
-Sindaco, pare che la sua decisione abbia scatenato un piccolo terremoto di polemiche. Può spiegare cosa è accaduto.
«Le polemiche si sono innescate in seguito alla mia ordinanza nella quale disponevo la chiusura della struttura che ospita la scuola media statale A.Pagano per pericolo crollo e al contempo il trasferimento delle classi preso il bene confiscato alla mafia “elefante rosso” sito nella frazione Marina, località Timpa. Questa mia decisione è stata assunta in seguito a una relazione tecnica effettuata dal perito incaricato dal Comune che evidenziava l’inagibilità sismica della struttura. Lo stesso perito precisava che l’immobile non essendo a norma può mettere in pericolo l’incolumità degli alunni e del personale docente. Questa ordinanza, su mia precisa richiesta, è stata trasmessa all’Agenzia dei Beni confiscati e alla prefettura di Vibo».
-Questo è l’antefatto. Cosa è accaduto di seguito?
«Sono sortite, in seguito alla mia ordinanza, delle polemiche che mi hanno lasciato perplesso. Nello specifico, delle osservazioni piuttosto piccate sono giunte dalla dottoressa Maria Salvia, dirigente del Conservatorio musicale Torrefranca di Vibo Valentia».
-Vuole precisare che genere di polemiche?
«In un passaggio contenuto in un’intervista la stessa asseriva che da parte mia non c’era più la precisa volontà di far ripartire questo progetto. Un’accusa che io respingo con forza, in quanto tutti gli atti precedenti, inerenti l’elefante rosso, sono stati revocati non certo dal sottoscritto ma da un atto deliberativo del commissario prefettizio, Samuele De Lucia, il n.37 del 02/04/2019. In tale documento si ordinava l’abrogazione di tutti gli atti precedenti e delle relative convenzioni, e dava atto di indirizzo all’Ufficio tecnico di indire nuove procedure per l’affidamento dello stesso per la prosecuzione del progetto. Voglio inoltre evidenziare che la decisione di trasferire le classi a Nicotera Marina non confligge con il progetto originario, perché la decisione assunta dall’amministrazione ha un carattere temporaneo, come precisato nella stessa ordinanza. Dirò di più: l’amministrazione si adopererà affinchè lo stesso atto di indirizzo del commissario venga immediatamente reso esecutivo, cioè: ci attiveremo per indire nuove gare di affidamento dello struttura».
-Quindi bisognerà partire ex novo?
«Stante al deliberato commissariale, si».
-La dirigente Salvia ha quindi delle nuove chances. Ha avuto modo di sentirla personalmente?
«L’ho chiamata proprio in mattinata, per chiarire la situazione e per metterla a conoscenza delle decisioni che mi hanno indotto a trasferire i ragazzi. Dal dialogo è emerso che la dirigente non era a conoscenza della deliberazione commissariale che, come precisato prima, la metteva fuori gioco. Con la stessa abbiamo convenuto di incontrarci nei prossimi giorni per chiarire al meglio la situazione e per stabilire un percorso condiviso per riavviare con nuova forza del progetto “Musicarte” che ormai si era impantanato».
-Per quanto riguarda invece l’edificio scolastico che novità ha?
«Nei prossimi mesi la struttura in questione sarà interessata da importanti adeguamenti sismici affinchè la stessa possa essere utilizzata dagli alunni e dai docenti in piena tranquillità rendendola un edificio ultrasicuro».
-Avete già dei fondi in mano?
«Praticamente si, sono una trance successiva al primo finanziamento che ci ha dato la possibilità di fare verifiche sismiche sulla struttura che ha dato l’esito ormai conosciuto».


Nicotera. Rimandata di una settimana l’apertura dell’anno scolastico per la Scuola Media “Antonio Pagano”. La decisione è stata presa dal sindaco Giuseppe Marasco, previa consultazione con il nuovo dirigente Giuseppe Sangeniti. Qualcuno ricorderà che, a causa di problemi strutturali, il primo cittadino aveva firmato un’ordinanza secondo la quale l’istituto doveva essere sgombrato, e le classi spostate a Nicotera Marina, presso il cosiddetto “Elefante rosso”, immobile sequestrato al clan Mancuso nel 2011. Tuttavia, le aule non sono ancora pronte: si prolungano i tempi del trasloco e il trasferimento nella nuova struttura di banchi, suppellettili ed attrezzature sta richiedendo più tempo del previsto.
Che la struttura che per molti anni ha ospitato l’Antonio Pagano non fosse pienamente in regola con le carte lo si sa da tempo immemore. E ogni settembre, all’apertura delle scuole, si ripresentavano le medesime preoccupazioni. I vigili del fuoco effettuavano dei controlli, ma nessuno poteva garantire l’assoluta sicurezza dell’edificio. In particolare, l’ultima perizia effettuata da un professionista individuato dal Comune, ha evidenziato la non agibilità della struttura, pronta ad attentare alla vita di ragazzi, docenti e personale scolastico. In specie il terzo piano, precisò il perito, si presentava un’area a rischio. Così Marasco ha deciso di firmare l’ordinanza di sgombero dei locali e il trasferimento delle classi presso “l’elefante rosso”. Una misura, questa, che il primo cittadino ha dichiarato essere “temporanea”, dato che sarebbe in arrivo mezzo milione  di euro da utilizzare proprio per l’edilizia scolastica. Tuttavia, voci dell’ultima ora asseriscono che Marasco avrebbe deciso di rendere la misura da temporanea a “permanente”, per poter rendere definitivamente fruibile l’immobile confiscato alla ndrangheta, che per troppo tempo è rimasto inutilizzato. Solo una settimana fa, in un’intervista rilasciata a questo giornale, il sindaco di Nicotera aveva reso noto che tutte le convenzioni esistenti tra il Comune ed altri enti per la fruizione dell’immobile, erano state cancellate con un colpo di spugna dal commissario prefettizio Samuele De Lucia. Il Comune ha dunque al momento mani libere per poter utilizzare la struttura a propria esclusiva discrezione. Qualcuno ricorderà che Maria Salvia, dirigente del Conservatorio musicale Torrefranca di Vibo Valentia, che progettava una scuola di musica per il bene confiscato, aveva vivamente protestato nell’apprendere il provvedimento del sindaco. Marasco l’aveva rassicurata, rimarcando la misura provvisoria della sua decisione. Le cose, però, starebbero mutando di segno, anche perché l’elefante rosso, potrebbe diventare una scuola stabile e sicura, dopo le varie peregrinazioni dell’Antonio Pagano. Inoltre, l’edificio attualmente interdetto necessita di interventi troppo straordinari e costosi, ad esempio la rimozione del tetto scelleratamente realizzato con putrelle di ferro su tre piani: un peso enorme ed eccessivo per l’edificio, dotato di un terzo piano posticcio e non previsto nel progetto originale.
Per il momento il sindaco pensa ad eccelerare l’opera di trasloco, annunciando l’inaugurazione della nuova scuola media alla presenza di cittadini ed autorità.

Nicotera. Un bene sottratto alla criminalità diventa una scuola: l’evento di ieri mattina in contrada Timpa ha celebrato questa importante determinazione voluta dal sindaco Pino Marasco, che ha deliberato che il cosiddetto “Elefante rosso”, immobile confiscato al clan Mancuso nel 2011, ospitasse la scuola media “Dante Alighieri”. Una decisione che è giunta inaspettata dopo nove anni in cui la struttura è rimasta in balia di un destino incerto. Presenti alla manifestazione, oltre all’amministrazione al completo, il dirigente dell’istituto comprensivo nicoterese, Giuseppe Sangeniti; la dirigente del Liceo Classico Marisa Piro; i parroci di Nicotera superiore e della frazione Marina , Son Francesco Vardè e Don Nunzio Maccarrone; in rappresentanza della prefettura del prefetto di Vibo, Francesco Zito, il vicecapo di gabinetto, Sergio Raimondo; il Commissario prefettizio di Limbadi, Antonio Reppucci; l’onorevole Angela Napoli; i genitori di Stefano Piperno, giovane vittima della mano mafiosa; per l’associzione “Libera”, Matteo Luzzi. A salutare i presenti il sindaco Pino Marasco che, nel prendere la parola, ha tracciato un breve resoconto della vicenda dell’elefante rosso: «Questo immobile- ha detto il sindaco- giaceva fino a pochi anni fa come un rudere, un testimone muto dell’arroganza del potere mafioso, quasi un monumento della controcultura criminale. Oggi, finalmente, torna a nuova vita e il fatto che ospiti una scuola assume un valore enorme che può dare il segno della speranza e del riscatto, perché proprio attraverso la cultura e lo studio i ragazzi del nostro territorio, possono acquisire gli strumenti necessari e assumere l’antidoto naturale alla controcultura criminale, che è resta il principale nemico di noi tutti, uomini amanti della libertà». Il neo dirigente Sangeniti, ha espresso piena soddisfazione per il risultato raggiunto, nato dalla sinergia tra la scuola e l’esecutivo targato Marasco: «quando si inaugura una scuola- ha dichiarato- è come se piantasse un albero, un albero di legalità, che può mettere dei paletti a quella “società liquida”, come scriveva Zygmunt Bauman, in cui si sono persi dei valori». Per Matteo Luzzi, rappresentante dell’associazione antimafia Libera, «oggi la ndrangheta ha perso, perché quando questi immobili vengono restituiti alla collettività e non rimangono abbandonati è uno schiaffo alla mafia». Il Vicecapo di gabinetto, Sergio Raimondo, ha tenuto a sottolineare che «la prefettura è vicina a tutte le manifestazioni che riguardano la scuola in genere, perchè la scuola è quell’agenzia formativa che crea legalità, e quindi nei nostri territori diventa vitale».  L’onorevole Angela Napoli, ha espresso apprezzamento per la decisione adottata da Pino Marasco: «Forse non tutti si rendono conto del significato e dell’importanza di questa manifestazione- ha osservato- è importante che questi beni siano fruibili dalla società». Nel suo intervento Antonio Reppucci ha citato il giudice Giovanni Falcone: «la mafia non teme il carcere e la giustizia, ma i maestri e la scuola, perché è la scuola che forma i ragazzi del domani». La preside del Liceo Classico Marisa Piro, nel salutare i convenuti, ha formulato «un caro e affettuoso augurio» ai giovani studenti: «la scuola- ha detto- è impegnata in prima linea a promuovere il nostro territorio scommettendo sulla cultura e sulla formazione dei giovani». E proprio gli studenti, una volta tagliato il fatidico nastro, hanno invaso le aule, allegri e incuriositi, prendendo possesso delle loro nuove classi, in quel bene confiscato alla mafia dove adesso echeggiano le loro voci e dove apriranno nuovi libri.


 


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