Nicotera.
Era il quattro gennaio
scorso quando, nel corso di un convegno sulla delinquenza imperante in paese,
Bruno Censore, ex parlamentare del Governo Renzi, dichiarò di volersi candidare a
Nicotera nel ruolo di consigliere, con un obiettivo, anzi, una missione ben
precisa: «È assolutamente indispensabile ripristinare la legalità- tuonò
nell’aula consiliare del Comune- e garantire la sicurezza di questa comunità,
soprattutto alla luce degli ultimi episodi portati all’attenzione della cronaca».
Era l’inizio dell’anno, nel pieno della campagna elettorale per le Politiche, e
la cittadina medmea, benchè segnata da numerosi fatti di cronaca, non aveva
ancora vissuto i terribili omicidi che da maggio ad agosto l’hanno
letteralmente funestata. Il peggio, dunque, doveva ancora arrivare, ma il
politico serrese, ben consapevole della situazione in cui versavano Nicotera e
la politica cittadina, proponeva il suo rimedio per uscire da quel “cul de sac”:
«Ritengo sia assolutamente necessario ripartire da un nuovo protagonismo della
buona politica per garantire al più presto possibile un ritorno alle regole
della democrazia». E poi l’annuncio bomba: «In quest’ottica ed al fine di
favorire questo processo dichiaro la mia piena disponibilità a scendere in
campo personalmente, se necessario, ponendo la mia candidatura a consigliere
comunale di questa nobile città».
La dichiarazione d’amore di Censore nei
confronti di Nicotera, nonché la sua intenzione di candidarsi alle elezioni, hanno
sortito una certa impressione nella platea nel corso di quel convegno dal
titolo promettente: “No alla criminalità, si al lavoro e allo sviluppo
economico: ospedale, turismo, commercio”. Tra poco più di due mesi (21 ottobre)
la cittadina costiera tornerà al voto. L’occasione per l’ex deputato di
mantenere la promessa fatta è dunque a portata di mano. Manterrà Censore la
parola data oppure il suo entusiasmo è scemato con la chiusura della campagna
elettorale e, soprattutto, dopo aver perso il suo scranno in Parlamento? Lo
scopriremo solo vivendo, certo è che sarebbe una formidabile occasione per il
politico serrese, e per il partito che rappresenta (il Pd di stampo renziano),
di farsi perdonare per le tante, troppe distrazioni nei confronti del paese per
cui, nel gennaio scorso, ha tessuto intense lodi. I problemi di Nicotera sono
sempre gli stessi, ormai fossilizzati. Censore è stato un uomo di potere per
diversi anni, all’interno di un partito di grande potere. Dei nicoteresi hanno
chiesto i voti, ma poi, come si fa in questi casi, gli hanno voltato le spalle.
Sicurezza, sanità, ambiente: non pervenuti. Il Pd a queste latitudine altro non
era, e non è, che un affare familiare e amicale: né un trait d’union tra i
cittadini e il partito, e nemmeno entità politica presente nelle tragiche
vicende della città. Ma silenzio e chiusura. Ma forse più di uno ha qualcosa da
farsi perdonare.
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