Nicotera.
Nuovo
colpo messo a segno dai Carabinieri di Nicotera e Limbadi, guidati,
rispettivamente, dai Comandanti Luca Caravaglio ed Ezio Giarrizzo, e coordinati
dal Maggiore del Comando di Tropea, Dario Solito. I militari hanno impegnato
l’intera mattinata di ieri in un vasto servizio di contrasto all’uso ed alla
vendita di sostanze stupefacenti e psicotrope nel centro di Nicotera, un lavoro
che ha dato i suoi frutti e ha consentito gli uomini dell’Arma di trarre in
arresto due fratelli, Salvatore (classe ’76) e Valentino Delia (classe ’78). I
militari, nel corso dei controlli domiciliari e veicolari, hanno rinvenuto una
banconota falsa, una cospicua cifra di denaro e della droga, cioè hashish e
marijuana. In base a quanto riscontrato dai militari, “l’auto era diventata il
centro di smistamento e la casa una banca”. Nello specifico, durante il
controllo in casa rinvenivano, in piccoli tagli e conservati in barattoli, una
somma complessiva di 82.000 euro ed una banconota falsa da 20 euro.
Insospettiti, hanno esteso la perquisizione alle loro pertinenze e nell’auto,
all’interno della quale, nel vano motore, trovavano ben occultato un borsello
con all’interno hashish e marijuana, in tutto più di 250 gr, nonché un
bilancino di precisione. Per tutto questo i militari hanno dichiarato in
arresto di due fratelli, entrambi utilizzatori nella piena disponibilità della
casa e dell’auto, associandoli presso la casa Circondariale di Vibo Valentia a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il rito direttissimo.
L’operazione di ieri è
solo l’ultima, in ordine di tempo, di una lunghissima lista di interventi
operati dai Carabinieri e che hanno svelato una realtà criminale a Nicotera
piuttosto pervasiva, anche se non del tutto insospettabile, e che apre uno
scenario inquietante che merita comunque una riflessione. Le Forze dell’ordine,
da due anni e mezzo in qua, hanno portato alla luce una Nicotera in cui fare
affari con la droga è all’ordine del giorno, anzi costituirebbe una vera e
propria economia occulta in un contesto dove il lavoro onesto scarseggia, è
sempre scarseggiato, o più precisamente, si predilige la ricerca del cosiddetto
“denaro facile” piuttosto che svolgere lavori duri e usuranti. Moltissimi
fermati sono spesso recidivi, segno che l’aver fatto i conti con la giustizia
non gli ha fatto cambiare idea circa il modo di far quattrini. Anzi,
sembrerebbe quasi che chiunque acceda nel mondo della criminalità abbia già
messo in conto che prima o poi debba conoscere la galera: un’evenienza che non
fa indietreggiare di un centimetro chi si cimenta in tali attività. Lo stesso
dicasi per chi detiene armi in casa. Tali velleità criminali, però, potrebbero
anche essere state fomentate negli anni dal fatto che la città di Nicotera,
notoriamente terra di mafia, stretta come in una tenaglia tra due feroci
consorterie criminali (le famiglie mafiose di Nicotera e Rosarno) e città
elettiva di diversi esponenti della famiglia Mancuso, sia stata
inspiegabilmente privata da ogni forma di controllo da parte da parte dello
Stato. In quegli anni di latitanza da parte delle istituzioni fiorivano tutte
queste piccole imprese criminali che adesso affiorano lentamente in superficie.
Un mondo sommerso, ma non troppo, fatto di droga, armi, soprusi ed estorsioni.
Un mondo di paura e rassegnazione, privato di ogni tutela, che ha favorito il
dilagare e il potenziamento di una cultura ostinatamente mafiosa.
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