Nicotera.
L’incendio
di un’automobile, la notte tra giovedì e venerdì scorso, in pieno centro
storico, mentre molta gente era ancora in giro o seduta ai bar, ha dato la
misura del grado di abbandono in cui la cittadina costiera versa. Ma andiamo ai
fatti. Sono da poco passate l’una di notte quando si ode in tutto il circondario
il boato di un’esplosione: per cause ancora in via di accertamento, una
nuovissima Renault Mito prende fuoco in via Casolare, arteria cittadina del
centro storico che confluisce in viale Castello. Vengono immediatamente
allertati i soccorsi ma non c’è molto tempo a disposizione: Nicotera non gode
di un distaccamento dei Vigili del Fuoco. Tra la gente accorsa sul posto vi
sono anche due ragazzi, che senza perdere troppo tempo cercano di trovare il
modo di domare le fiamme; l’auto è strettamente accostata al muro di cinta
ricoperto di verde del giardino di una casa. I residenti, però, sanno che è
impresa ardua spegnere l’incendio in quanto la zona, così come il resto del
paese, ha i rubinetti a secco. Ma per fortuna una signora fornisce l’acqua contenuta
nell’autoclave della sua casa e subito dopo salta fuori un tubo di fortuna. Solo
così i due ragazzi si sono cimentati nella pericolosa impresa di domare le
fiamme che stavano velocemente divorando l’auto di un ragazzo del posto, G.C.
poco più che ventenne.
A fiamme quasi domate
si sentono in lontananza le sirene del camion dei pompieri, dietro di loro i
Carabinieri giunti da Tropea, mentre nello stesso momento giunge anche una
pattuglia della stazione di Nicotera. I mezzi sono accolti dall’applauso
sarcastico dei cittadini che intanto si erano assiepati nella zona ad assistere
la difficile opera di spegnimento del rogo. Il lavoro dei Vigili del Fuoco è stato
quello di individuare le cause dell’incendio, se si sia verificato
accidentalmente o se, invece, una mano criminale ha trasformato l’autovettura
in un rogo. Quel che è certo è che il responsabile dell’operazione tentava di
capire, effettuando un breve sopralluogo, se la zona fosse monitorata dalle
telecamere, ma niente, a Nicotera, oltre ai Vigili del fuoco, al Comando dei
Carabinieri, al tanto sospirato Commissariato di polizia e alla più essenziale
delle cose, l’acqua, manca anche la video sorveglianza. Quel che invece non
manca è la criminalità, micro e macro, tremenda e affarista; non mancano i terribili
episodi di cronaca nera; non manca la ormai radicata e rassegnata sfiducia
nelle istituzioni e nella politica da parte delle persone oneste, e forse questa
è la sconfitta più grande. Ma possiamo definire lo Stato veramente assente a
Nicotera? Non proprio. In quanto esso è intervenuto ben tre volte nel municipio
medmeo, sciogliendone il consiglio comunale. Nicotera ha avuto tre
commissariamenti, di cui uno in corso. Ma questa può essere la misura
dell’intervento efficace e risolutivo di un problema se alcuni soggetti
politici, chiari referenti di cosche, non sono mai stati toccati da
procedimenti penali per reati di tipo mafioso? Allo stesso modo, negli uffici
comunali di importanza strategica vengono lasciati in ruoli chiave dei
dirigenti indagati la cui opacità è fuori discussione. Sul piano delle
operazioni di polizia è doveroso sottolineare che da due anni in qua i
Carabinieri di Nicotera hanno sequestrato tanta di quella marijuana da far
invidia a una landa della Giamaica. Operazioni brillantissime degli uomini
dell’Arma visto e considerato che sono anche sottodimensionati e con pochi
mezzi a disposizione. Ma tutto questo induce a un quesito ancora senza
risposta: se è stato accertato che Nicotera è un paese dove le cosche (al plurale!)
hanno le mani sul Comune, dove gli affari dei delinquenti non conoscono sosta,
dove radicata è la mentalità mafiosa, dove l’insicurezza è palpabile, perché viene
lasciato privo di tutela? Se è un paese di mafia, logica vuole che si
intervenga in modo efficace, altrimenti, molto gattopardianamente, tutto
cambierà affinchè nulla cambi.
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