mercoledì 15 agosto 2018

Una domenica di terrore: omicidio sulla spiaggia





Nicotera.  E’ un’afosa domenica d’agosto. Sono da poco passate le 15,30, la spiaggia di Nicotera Marina pullula di gente, i lidi sono stracolmi di bagnanti. All’improvviso, a spezzare il rumore del mare e la musica dei tormentoni estivi si odono forti e chiari almeno quattro colpi di pistola e urla di spavento e di orrore. In un attimo è il caos. I bagnanti che affollano il centralissimo lido “Il Gabbiano”, comprensibilmente in preda al panico, abbandonano l’ombrellone e convulsamente scappano per ogni dove, senza una meta precisa, con il solo intento di mettersi in salvo, perché era chiaro a tutti che si era trattato di colpi di arma da fuoco e che qualcuno impugnava una pistola e aveva appena sparato. A terra, a fianco della struttura ricettiva, a due passi dalla doccia, c’è un uomo disteso, quasi rannicchiato. E’ morto, attinto dai colpi fatali che gli hanno esploso contro i suoi assassini. Sicari materializzatisi dal nulla che non gli hanno lasciato scampo. La vittima è Francesco Timpano, 44enne originario di Limbadi che, al momento dell’agguato, si trovava insieme alla moglie. I bagnanti spariscono dalla spiaggia, in tanti si mettono in macchina per lasciare la frazione Marina e chiudere così, tra lo spavento e l’angoscia, quella che doveva essere una tranquilla giornata al mare. Intanto sul posto giungono i Carabinieri guidati dal Maggiore Valerio Palmieri. Arriva anche il 118. Ma se ne ritorna alla base poco dopo, mestamente in fila tra le autovetture che hanno appena lasciato Nicotera Marina, perché non c’è alcun soccorso da fare: il 44enne all’arrivo dei sanitari è già morto. Dopo lo sgomento iniziale, la gente esce dalle case e si assiepa intorno alla scena del crimine, per cercare di capire, commentare il drammatico evento, mormorando tra lo sdegno e la rassegnazione quale destino ingrato sia toccato a Nicotera, spesso traffita da fatti di sangue, e che “non bastava il mare sporco a funestare quest’estate infuocata, ora ci mancava anche l’omicidio sulla spiaggia, e addio ai sogni di gloria di quel turismo che speravamo di veder risorgere”. A pochi metri dal cadavere, però, qualcuno è rimasto a prendere il sole, c’è un bambino che gioca con il secchiello, altri sono in acqua a fare il bagno. Una famigliola ignara di tutto, mentre i Ris indossano le tute bianche per fare i rilievi sulla scena del crimine, giunge in spiaggia con ombrellone e salvagente. Il lido “Il Gabbiano” è stato invece isolato con del nastro segnaletico. Lì non vi è più nessuno, le sdraio e i lettini sono disposti alla rinfusa, come li hanno lasciati i bagnanti in fuga; poco più in là un uomo giace morto ammazzato, pietosamente coperto da un telo bianco.

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