Nicotera.
E’ un’afosa domenica d’agosto. Sono da poco
passate le 15,30, la spiaggia di Nicotera Marina pullula di gente, i lidi sono
stracolmi di bagnanti. All’improvviso, a spezzare il rumore del mare e la
musica dei tormentoni estivi si odono forti e chiari almeno quattro colpi di
pistola e urla di spavento e di orrore. In un attimo è il caos. I bagnanti che
affollano il centralissimo lido “Il Gabbiano”, comprensibilmente in preda al
panico, abbandonano l’ombrellone e convulsamente scappano per ogni dove, senza
una meta precisa, con il solo intento di mettersi in salvo, perché era chiaro a
tutti che si era trattato di colpi di arma da fuoco e che qualcuno impugnava
una pistola e aveva appena sparato. A terra, a fianco della struttura
ricettiva, a due passi dalla doccia, c’è un uomo disteso, quasi rannicchiato. E’ morto,
attinto dai colpi fatali che gli hanno esploso contro i suoi assassini. Sicari
materializzatisi dal nulla che non gli hanno lasciato scampo. La vittima è
Francesco Timpano, 44enne originario di Limbadi che, al momento dell’agguato,
si trovava insieme alla moglie. I bagnanti spariscono dalla spiaggia, in tanti
si mettono in macchina per lasciare la frazione Marina e chiudere così, tra lo
spavento e l’angoscia, quella che doveva essere una tranquilla giornata al mare.
Intanto sul posto giungono i Carabinieri guidati dal Maggiore Valerio Palmieri.
Arriva anche il 118. Ma se ne ritorna alla base poco dopo, mestamente in fila
tra le autovetture che hanno appena lasciato Nicotera Marina, perché non c’è
alcun soccorso da fare: il 44enne all’arrivo dei sanitari è già morto. Dopo lo
sgomento iniziale, la gente esce dalle case e si assiepa intorno alla scena del
crimine, per cercare di capire, commentare il drammatico evento, mormorando tra
lo sdegno e la rassegnazione quale destino ingrato sia toccato a Nicotera,
spesso traffita da fatti di sangue, e che “non bastava il mare sporco a
funestare quest’estate infuocata, ora ci mancava anche l’omicidio sulla
spiaggia, e addio ai sogni di gloria di quel turismo che speravamo di veder
risorgere”. A pochi metri dal cadavere, però, qualcuno è rimasto a prendere il
sole, c’è un bambino che gioca con il secchiello, altri sono in acqua a fare il
bagno. Una famigliola ignara di tutto, mentre i Ris indossano le tute bianche
per fare i rilievi sulla scena del crimine, giunge in spiaggia con ombrellone e
salvagente. Il lido “Il Gabbiano” è stato invece isolato con del nastro
segnaletico. Lì non vi è più nessuno, le sdraio e i lettini sono disposti alla
rinfusa, come li hanno lasciati i bagnanti in fuga; poco più in là un uomo giace morto ammazzato, pietosamente
coperto da un telo bianco.
Nessun commento:
Posta un commento