Nicotera.
L’uccisione
di Francesco Timpano in un lido balneare di Nicotera Marina è stata incassata
dai nicoteresi in un modo assai preoccupante, e cioè con una certa
rassegnazione, e quasi con un sentimento di ovvietà per un paese che per troppo
tempo ha dovuto convivere con la violenza e la protervia della delinquenza ma
anche con l’indifferenza da parte di politica e istituzioni. Il fatto
gravissimo, che ha avuto un’eco mediatica nazionale, probabilmente ha suscitato
più impressione altrove che qui, dove la gente è stata costretta ad abituarsi
ai morti ammazzati, poco importa se al sicuro della loro casa o su una spiaggia
affollata, a due passi dai bimbi che edificano i loro castelli di sabbia. Dopo
lo sgomento iniziale, un senso di fatalismo ha preso il sopravvento: la gente
ieri mattina è tornata in spiaggia, riprende le abitudini di sempre e non spera
più che lo Stato ci si accorga di un territorio dove gli agguati vengono
compiuti in stile sudamericano, dove i regolamenti di conti avvengono dove
capita, nel più completo disprezzo della vita di chi potrebbe cadere vittima
per errore, in sfregio a quello Stato che dovrebbe vigiliare, controllare e
difendere i cittadini invece di lasciarli in balìa della violenza bruta.
Qualcuno ha voglia di commentare e non esita a puntare il dito anche contro la
Terna commissariale che guida il Comune: «Dopo oltre un anno di presenza dello
stato (sì minuscolo) sul nostro territorio le telecamere sono state installate
non per motivi, come avrebbe dovuto essere, di sicurezza ma per monitorare il
getto di immondizia e far cassa».
«Sono appena arrivato
dopo 12 ore di viaggio- dice un signore- e mi ritrovo questa bella
situazione!Che tristezza»; «Che disastro-
osserva una ragazza- ma lo Stato dove cavolo è?». Fatalismo e remissività di
fronte alla latitanza delle istituzioni e ai tradimenti della politica. Le
operazioni dei Carabinieri della locale stazione hanno portato alla luce
cocaina, marijuana, armi, droni, giubotti antiproiettili e altro materiale che
suggerisce la militarizzazione del territorio da parte della mafia. Una
criminalità seria e organizzata che sa come agire, come tenere sotto scacco un
territorio, come fare affari, come interagire con politica e istituzioni, e
questo la gente lo sa, lo ha visto troppe volte. Così come ha visto criminali
agire indisturbati: da maggio ad oggi quattro persone sono state assassinate.
Tra le due vittime di maggio e quella del 12 agosto c’è la morte cruenta di
Stefano Piperno, anch’egli vittima di un assassinio. Ma nonostante tutto,
nessun potenziamento della caserma dei Carabinieri, né un distaccamento del
commissariato di Polizia, né la videosorveglianza. Cose promesse e mai
realizzate.
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