Nicotera.
L’intervento
commissariale è quasi arrivato al capolinea; la città dovrebbe tornare alle
urne il 21 ottobre. Le cellule dormienti della politica nicoterese, svegliatesi
da un letargo durato quasi due anni, sono nel pieno del lavoro per la
preparazione delle liste, pronte per riproporsi davanti ad elettorato ormai
frastornato. Ma la città è davvero pronta a ritornare alle urne? E,
soprattutto, il Comune è stato mondato dall’illegalità, dato che il compito
della Terna commissariale è quello di riportare il municipio nei parametri
della legalità? Ovvero, cosa è cambiato in 24 mesi in una struttura
amministrativa che ha visto, come accertato dagli inquirenti, dei
professionisti perfettamente incastonati nella macchina della pubblica
ammnistrazione che operavano al servizio del malaffare? La mancata sospensione
di taluni soggetti dal Comune e, più in generale, dalla pubblica
amministrazione, è promessa e pietra fondante del futuro scioglimento del
prossimo consiglio comunale.
Se non si epura la
macchina amministrativa, tra qualche anno ci ritroveremo ancora qui a parlare
di sparizione di fondi pubblici, di appalti truccati, di “favori” vari a
soggetti che ruotano intorno al clan, per poi dare il benvenuto alla prossima
commissione straordinaria. In parole povere, mandare a casa la parte politica
non basta, per quanto essa possa essere colpevole. E’ necessario epurare gli
uffici strategici comunali nonché le commissioni della Sua, dove spesso siedono
soggetti già al centro di numerose indagini. In tali condizioni, che senso
hanno nuove votazioni? Sono quasi la celebrazione di una finta democrazia,
pronta a sgretolarsi al cospetto di un avvistamento di un consigliere in un bar
in compagnia di un soggetto in odor di mafia.
Ma c’è un’altra
questione che non può essere trascurata e riguarda i futuri candidati. Nomi
anticipati da questo giornale. In campo quasi sicuramente un esponente del Pd,
un altro di Forza Italia e un altro ancora del partito Socialista. Elementi
accomunati da un unico incontestabile dato di fatto: la latitanza nei momenti
critici della città. Pronti ad affiorare a galla nel momento delle elezioni,
tali soggetti, così come altri invischiati nella politica, sono stati
praticamente assenti in frangenti assai difficili della vita cittadina:
parliamo di omicidi, di attentati, di rapine. Di malavita. In tali situazioni i
politici locali, nonchè i loro referenti provinciali o regionali, non hanno
avuto niente da dire. Non hanno espresso angoscia, sdegno, risentimento, né
hanno mostrato la propositività di cui Nicotera aveva disperatamente bisogno.
Un silenzio che continua anche adesso a pochissimi giorni dall’omicidio di
Francesco Timpano in un notissimo lido a Nicotera Marina, alle tre del
pomeriggio. Intenti a preparare le loro liste, pare non si siano accorti dei
colpi di pistola che da maggio ad oggi hanno lasciato quattro morti sul
tappeto. Parole di indignazione non ne sono pervenute. Eppure, questi politici
locali, benchè non abbiano mai discusso con la gente dei problemi della città,
pensano di poter intercettare i suoi voti. O, per meglio dire, ci si basa sul capitale
di voti in possesso di poche famiglie. Un “do ut des” ancora difficile da
scardinre.
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