mercoledì 15 agosto 2018

Cinque minuti di pioggia fanno ripiombare la cittadina medmea nell’angoscia vissuta il 19 giugno.


Questo articolo è uscito il 6 agosto. 
Nicotera. Sono bastati cinque minuti esatti di pioggia intensa a far precipitare nuovamente la cittadina medmea nell’incubo vissuto il 19 giugno scorso, quando un violento nubifragio ha messo in ginocchio Nicotera e la sua frazione Marina, causando molteplici danni sia ai privati cittadini che all’intero territorio comunale. Per fortuna la pioggia ieri pomeriggio è durata solo una manciata di minuti, ma tanto le è bastato per allagare le vie della Marina e di alcune zone di Nicotera superiore, più o meno le stesse che sono state colpite dall’alluvione di giugno, aree cittadine interessate negli anni da un’edilizia selvaggia che non ha tenuto conto della morfologia di quelle aree, tendenzialmente franose e tenute in piedi da decine di muri di contenimento. Quegli stessi muri che il temporale di quasi due mesi fa ha sbriciolato trascinando a valle tutto ciò che trovava sul suo percorso. Il fatto che bastino pochi minuti di pioggia a far ripiombare la città nell’angoscia e a provocare disagi evidenti indica, senza tema di smentite, che le criticità idrogeologiche non sono mai state davvero affrontare e risolte. Il territorio nicoterese è lastricato da una serie infinita di canaloni che in caso di copiose precipitazioni si riempiono e tracimano mettendo in pericolo cose e persone. L’ente provinciale, si è sempre disinteressato di porre in sicurezza il territorio, nonostante gli allarmi lanciati dai cittadini: i soldi venivano spesso dirottati altrove, per creare opere talvolta inutili, malfatte e spesso dannose. L’assenza di etica ambientale, o di semplice buon senso, ha impedito agli amministratori di fronteggiare i problemi reali del territorio. Ma addossare la colpa esclusivamente alla provincia sarebbe riduttivo: in Calabria esistono moltissimi enti, inventati dalla Regione, deputati proprio alla cura e al monitoraggio del territorio. Ma nessuno li ha mai visti concretamente sul campo. Né il Comune di Nicotera dispone di un piano di intervento per le gravi emergenze. Ma questo, pare, sia un inammissibile deficit comune a molti centri della Calabria, “sfasciume pendulo tra due mari”, come la definì nel 1910 lo scrittore Giustino Fortunato per denunciare i rischi idrogeologici che l’attanagliano.

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