venerdì 26 febbraio 2016

Acqua sporca in Marina. Intervista a Claudio Cricenti, avvocato del Codacons.



Nicotera. La situazione acqua in Marina si fa sempre più drammatica. E così i cittadini, finora inascoltati dall’amministrazione comunale e regionale, si sono rivolti alla Codacons, la nota associazione in prima linea nella lotta per i diritti dei consumatori. Si è svolta qualche settimana fa una riunione, proprio in Marina, in cui il comitato ha incontrato l’avvocato Claudio Cricenti, in qualità di rappresentante della Codacons. Proprio al legale della Codacons abbiamo chiesto lumi in merito alla situazione.
-Avvocato Cricenti, ci può delineare lo stato delle cose?
«Il Codacons, dopo aver ricevuto molteplici segnalazioni da parte di cittadini di Nicotera Marina,  circa il gravissimo disagio derivante dalla presenza di acqua maleodorante e marrone, ha ritenuto di avviare una propria attività di indagine, prima informale e poi ufficiale, nei confronti del comune di Nicotera.
A breve invieremo all’ente una istanza per avviare un percorso conoscitivo ma soprattutto di stimolo  in ordine alla problematica sollevata dalla cittadinanza».
-Anche se è prematuro chiederlo, da una prima analisi della situazione cosa ha rilevato il Codacons?
«Il Codacons evidenzia che con l’ordinanza numero 48 del 1/10/2014 l'amministrazione comunale ha disposto il divieto di utilizzo dell'acqua  per uso umano, con riferimento alla frazione Marina, proveniente dal serbatoio Santa Barbara riscontrando presenza di valori chimici e batteriologici non rispettosi della legge. Ed infatti, la situazione di disagio, ovvero di gravissimo e pregiudizievole disservizio, determina problematiche (per come riconosciuto dal Comune stesso con la nota 1254/15) connesse a pericoli igienico-sanitari, oltre che di salvaguardia delle ordinarie esigenze di una famiglia».
-Quale sarà la sua prima mossa, avvocato?
«Alla luce delle circostanze evidenziate dai cittadini, il Codacons, non riscontrando dal sito una comunicazione idonea a far ritenere che l'ordinanza di divieto sia stata revocata, ha ritenuto di fare una istanza di accesso agli atti».
-Cosa chiederete ?
«Nell’ordine: se l'ordinanza è stata revocata; che azioni sono state prese per porre rimedio al problema; se sono state avviate attività di indagine finalizzate ad individuare fonti di approvvigionamento alternativo, ed altro ancora. Se - nel perdurare del divieto- sono state effettuate  alcune fondamentali attività».
-Che sarebbero…
«I controlli sull'utilizzo da parte di esercizi che utilizzano l'acqua nei processi di produzione di alimenti e bevande; controlli sull'utilizzo da parte di esercizi che utilizzano l'acqua nei processi di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto è indubbio che il divieto di utilizzare l'acqua per uso umano e idropotabile  comporti la necessità di controlli anche nei processi alimentari in cui si faccia uso di tale bene primario».
-Vi aspettate quindi delle precise risposte da parte dell’amministrazione?
«Alla luce delle gravissime lamentele dei cittadini, chiediamo che vengano fornite precise indicazioni circa lo stato dell’acqua di Nicotera Marina. Specificando, in via analitica, giorno per giorno, tutte le analisi compiute in autotutela e predisponendo un quadro sinottico comparativo con quelle svolte da Arpacal e gestore del servizio, rendendo evidenti le criticità riscontrate stante l'emanazione dell'ordinanza di divieto. Che avvii un’azione (anche mediante opere pubbliche) finalizzata ad individuare fonti alternative di approvvigionamento idrico. Chiarisca eventuali discordanze tra analisi espletate in autotutela e analisi eseguite da Arpacal e gestore del servizio. Che avvii stringenti campagne informative al fine di rendere edotti i cittadini sul divieto dell’uso dell’acqua. Specialmente per chi viene da fuori».
-E in merito alla tassa sul servizio idrico?
«Chiederemo al Comune di rideterminare le proprie pretese con riferimento al canone idrico tenendo conto che sia dell’adempimento contrattuale sia dei disagi sofferti dai consumatori».


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