Nicotera.
La
compagine provinciale di Forza Italia, lotta per trovare un suo equilibrio
interno. Le due fazioni contrapposte, guidate dal veterano Nazzareno Salerno e
dall’astro nascente Giuseppe Mangialavori, sembrano non trovare un baricentro:
quasi uno schieramento per bande lacera l’unità di intenti e di vedute in vista
di una lotta politica comune. A soffrirne è la tenuta provinciale del partito,
il quale sta notoriamente attraversando un momento di crisi e farebbe
volentieri a meno di certe scaramucce dal sapore paesanesco. Risale infatti a
poco meno di un mese fa la dura presa di posizione del gruppo consigliare forzista nicoterese, cui fa capo l’ex
consigliere di maggioranza Salerno, nei confronti di Anna Maria Giofrè, giovane
avvocatessa, già consigliere di opposizione nell’odierno consiglio comunale e
leader del gruppo Nicotera Futura. Secondo la fazione azzurra, il coordinamento
provinciale avrebbe dovuto, prima di dare alla Giofrè il ruolo di responsabile
provinciale del Dipartimento per i
diritti umani, tenere in giusto conto l’opinione dei forzisti nicoteresi.
Poiché, hanno tenuto a sottolineare, essi “hanno sempre dimostrato di portare numeri e
non parole”. Il che significa, detto papale papale, che rivendicano un
sostanziale foraggiamento di voti per la causa forzista, al contrario di altri,
nella fattispecie la giovane avvocatessa. E quindi, un incarico del genere, ha
fatto intendere il gruppo consiliare nicoterese, andava anche pensato in questo
senso: quanto pesa, in termini di consenso elettorale, la Giofrè sul
territorio? Cosa può dare al partito ? Domande al vetriolo che, se in un primo
momento, sono cadute nel vuoto, parrebbe che, come per una serie di messaggi
subliminali, abbiano fatto breccia nella mente di Giuseppe Mangialavori.
Infatti, voci incontrollate, ma sempre più insistenti, riferiscono che il
politico vibonese stia valutando di deporre Anna Maria Giofrè dall’incarico di
responsabile per i diritti umani. La volontà di destituirla nascerebbe da una
attenta ponderazione delle dinamiche elettorali del territorio, ma anche da un
ragionamento politichese che non può non tenere conto di quanto un militante
sia radicato nel proprio nel proprio ambiente: detto in termini più semplici,
il consigliere regionale di opposizione starebbe rivalutando il ruolo dell’avvocatessa,
e ciò per due ordini di motivi. Il primo sarebbe imputabile, come precisato, al
fatto che la Giofrè non disponga di un buon capitale elettorale da investire in
un progetto politico di ampio respiro. I 600 e passa voti che l’hanno fatta
balzare al terzo posto nelle scorse elezioni comunali, conferendole il diritto
di sedere negli scranni consiliari dell’opposizione, sarebbero il frutto del
lavoro di una compagine politica variegata: Nicotera Futura infatti aveva
raccolto nelle sue fila uomini e donne sostanzialmente di centro sinistra,
eredi di quella Democrazia Cristiana che è quasi tutta confluita nell’area
Pidina. Un gruppo fatto di tasselli spesso, teoricamente, inconciliabili. In
tal senso, quali i voti reali della Giofrè? Quali quelli del gruppo che l’ha
sostenuta? Inoltre, sembrerebbe che il ripensamento di Mangilavori nasca anche
dal fatto che la giovane avvocatessa potrebbe, ad un certo punto, non rivelarsi
“affidabile”. Cioè, non si può cancellare con un frego la pregressa militanza
della stessa a fianco di Vincenzo Pasqua, uomo del Pd. Solo un anno fa, l’ex
consigliera e il politico vibonese combattevano insieme per la causa del 118, a
Nicotera. Poi, per lei, l’avvicinamento a Mangialavori. Ora, la stagione delle
perplessità.
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