venerdì 5 febbraio 2016

Immacolata Corso. Era nella lista di Brosio. Dirà no alla surroga. E si toglie qualche sassolino dalla scarpa.



Avrebbe dovuto far parte dell’esecutivo Pagano, la giovane e volitiva Immacolata Corso, ma sul suo nome, scelto dal sindaco, la parte destrorsa dell’amministrazione pose un veto. Non nell’immediatezza, ma qualche giorno dopo. Era l’aprile del 2015. Il dissenso, precisarono Polito e Mollese, nasceva per “il metodo unilaterale e privo di dialogo adottato dal sindaco”. Niente di più falso, ebbe ad obiettare la Corso, che precisò in una dichiarazione a mezzo stampa che essa sarebbe stata fatta fuori per aver detto la sua opinione su Calabria Etica. Proprio in quei giorni il Quotidiano pubblicava un articolo nel quale si metteva in evidenza che tra gli assunti dell’ente in house della Regione c’erano anche la figlia dell’ex vicesindaco Francesco Mollese e Salvatore Campisi, avvocato del Comune, entrambi notoriamente Forzisti, che gravitavano dell’orbita di Nazzareno Salerno, all’epoca delle assunzioni titolare dell’assessorato regionale al Lavoro. Lo stesso cui faceva capo Calabria Etica. Sta di fatto che al suo posto venne scelta Mariella Calogero, insegnante, improvvisamente catapultatasi in politica. Abbiamo chiesto a Immacolata Corso se accetterà lo scranno di consigliere, vista l’imminente surroga. Inutile sottolineare che il suo sarà un “no” deciso. Ma la giovane attivista coglie l’occasione per esporre il suo punto di vista sulle cose.
-Il possibile commissariamento.
«C’è uno Stato- osserva la Corso- che prova a fare da intermediario in un contesto in cui il commissariamento  ha già dato esiti negativi, frustranti e improduttivi». Il ruolo dei commissari prefettizi, argomenta, è quello di ripristinare la situazione economica. «La condizione sociale dei cittadini, le grandi criticità del territorio non saranno problemi del commissario». Ma d'altronde, sottolinea, «c'è una politica (di maggioranza) locale che salta fuori a gran voce solo quando è il momento di "far fuori" Tizio e mettere a tacere Caio». Più semplicemente, rimarca, «un'amministrazione che agisce per conto di chi o di che cosa non è dato sapere». Eppure, la studentessa con la passione per la politica ha ancora impresso in mente un episodio: «il signor Milidoni (assessore al Bilancio, ndr), quella sera in cui io venivo fatta fuori per aver detto liberamente la mia su Calabria Etica ed immediatamente rimpiazzata con la Calogero, disse che l'unico interesse dall'attuale amministrazione è quella di concludere la legislatura, alludendo forse ad una situazione di disagio già presente o temendo che realmente la delegazione di Forza Italia fosse in grado di dimettersi».
-Il ruolo dell’opposizione
«Tuttavia- argomenta ancora la giovane attivista- il progresso politico di una amministrazione è dato dall'opposizione. A Nicotera, tra opposizione e maggioranza non vi è alcuna differenza, nè di impegno, nè di contenuti, nè di scenari volti al benessere sociale». Una opposizione, rimarca Immacolata Corso, «rimasta in silenzio quando era giunto il momento di rimettere sulla retta via una amministrazione che soleva scegliere i membri della giunta secondo dettati dall'alto, e per intenderci i partiti».
-L’augurio
«Io mi auguro, per il bene dei cittadini, che Nicotera possa essere sollevata da una situazione che prevede un terzo commissariamento, non fosse altro perché non apporterebbe benefici al paese, ai cittadini e ai futuri amministratori. Così come rispetto la determinata presa di posizione dell'ormai ex consigliere comunale Pino Brosio, che ringrazio per avermi accolta nella lista "Nicotera Mediterranea" alle amministrative del 2012, così come lo ringrazio- sottolinea- per essere rimasto in silenzio quando fui fatta oggetto dell'accanimento politico da parte dell’amministrazione».
-Quel che manca a Nicotera
«A mio avviso- osserva in chiusura la Corso- quel che manca è una cultura politica, il saper fare buona amministrazione; quella che accoglie al centro degli interessi il cittadino con lo sguardo rivolto al futuro del paese, recuperando le risorse dai contesti politici ed istituzionali più ampi».

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