giovedì 11 febbraio 2016

Gian Maria Lebrino attacca Pino Brosio e Mimmo Pagano: "Sono fuori dal Psi".



Nicotera. Ardono ancora fiamme sotto la cenere tra Gian Maria Lebrino, segretario provinciale del Partito socialista, e Pino Brosio e Mimmo Pagano, i due esponenti della lista civica Nicotera Mediterranea, in lizza per palazzo Convento nelle comunali del 2012. Una nuova polemica sembra voler prendere piede tra il giovane politico piessino e i due veterani della politica paesana. Brosio e Pagano, secondo Lebrino,  starebbero usando un simbolo che non gli compete, cioè quello del Psi. Abbiamo chiesto al segretario provinciale di chiarire questo punto.
-Segretario, può delinearci l’antefatto di questa polemica?
«Brosio e Pagano, in una dichiarazione al vetriolo su un organo di stampa, in merito all’invio della commissione di accesso agli atti al comune di Nicotera, si sono firmati come Psi. Ritengo opportuno precisare che i due ex aspiranti amministratori del comune di Nicotera, non hanno il titolo dichiararsi componenti del partito socialista.
E ciò per due ordini di motivi: il primo attiene al fatto che quando nacque la lista “Nicotera Mediterranea” il Partito Socialista italiano non era ancora presente sul territorio. La sezione comunale del Psi fu aperta a Nicotera nel 2013, ed è stata chiusa dopo appena due anni, nel 2015. Una sezione che ha avuto vita breve, nello stesso tempo Brosio e Pagano non si sono più tesserati. Alla luce di questi dati storici, non capisco come essi si possano definire l’area socialista di quella lista. Il partito non esisteva a Nicotera quando la lista è nata, e non esiste nemmeno adesso che quel gruppo civico scomparirà dal consiglio, e Pagano e Brosio non sono nemmeno tesserati».
-Da quanto lei asserisce starebbero usando un simbolo che non gli appartiene più?
«Le ultime elezioni regionali hanno evidenziato chiaramente che Brosio, da sempre consideratosi socialista, ha preferito sostenere non il candidato del Psi, ma quello del Pd. Lo stesso dicasi di Mimmo Pagano. Ora, invece li ritroviamo di nuovo al cospetto del Psi, a rivendicare un’appartenenza che hanno ripudiato più di un anno fa».
-Parliamo della sua esperienza come segretario provinciale del Partito.
«Come gestisco il partito, da quando ho l’onore di farlo, lo dicono i fatti. Parlano chiaro i numeri delle varie competizioni elettorali degli ultimi tre anni. Nonostante sia alla guida di un partito numericamente piccolo, nonostante non gestisco potere, nonostante, salvo poche unità, non posso contare sull’aiuto di amministrazioni locali, i risultati sono stati sempre ottimi. E questo lo sa benissimo anche qualcuno che, chissà per quale motivazione, ha deciso di essermi ostile».
-Qual è la molla principale che la spinge a proseguire con tale entusiasmo il suo non semplice compito ?
«Fortunatamente posso contare su numerosi dirigenti di partito e simpatizzanti con cui ho un meraviglioso rapporto che svolgono quotidianamente attività per il Psi, ma anche numerose iniziative a favore dei cittadini, attanagliati da varie problematiche».
-Come intende lei la politica?
«La politica è principalmente un mezzo per aiutare il prossimo. E non uno strumento, come lo intende qualcuno, per raggiungere i propri fini personali. A riprova di ciò che dico, io sono un dirigente politico disoccupato. Per me la politica è passione, e non un modo per “sistemarsi”».
-E’ stata fatta un’allusione sulla legittimità della sua figura in quanto è stato sostenuto che non esisterebbero sezioni aperte del Psi.
«Prima di fare allusioni e di cercare di delegittimare il prossimo bisogna fare un accurato esame di coscienza e aver in tasca la certezza di ciò che si dichiara. Non esistono in effetti sezioni fisicamente aperte, dati gli elevati costi di gestione (ma è una circostanza che riguarda quasi tutti i partiti), ma il Psi ha moltissime ramificazioni nella provincia con direttivi organizzati che lavorano. Desidero aggiungere un’ultima cosa».
-Prego.
«Finchè ricoprirò al carica di segretario provinciale dovrò dare conto del mio operato solo ai militanti e ai miei elettori, per il resto a nessun’altro. Il tempo e i fatti si incaricheranno di giudicare l’operato di tutti, ivi compresi quelli che prima erano schierati dalla parte dei giovani e ora puntano ad altre mete».


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