Nicotera.
Ardono
ancora fiamme sotto la cenere tra Gian Maria Lebrino, segretario provinciale del
Partito socialista, e Pino Brosio e Mimmo Pagano, i due esponenti della lista
civica Nicotera Mediterranea, in lizza per palazzo Convento nelle comunali del
2012. Una nuova polemica sembra voler prendere piede tra il giovane politico
piessino e i due veterani della politica paesana. Brosio e Pagano, secondo
Lebrino, starebbero usando un simbolo che
non gli compete, cioè quello del Psi. Abbiamo chiesto al segretario provinciale
di chiarire questo punto.
-Segretario,
può delinearci l’antefatto di questa polemica?
«Brosio e Pagano, in
una dichiarazione al vetriolo su un organo di stampa, in merito all’invio della
commissione di accesso agli atti al comune di Nicotera, si sono firmati come
Psi. Ritengo opportuno precisare che i due ex aspiranti amministratori del
comune di Nicotera, non hanno il titolo dichiararsi componenti del partito
socialista.
E ciò per due ordini di
motivi: il primo attiene al fatto che quando nacque la lista “Nicotera
Mediterranea” il Partito Socialista italiano non era ancora presente sul
territorio. La sezione comunale del Psi fu aperta a Nicotera nel 2013, ed è
stata chiusa dopo appena due anni, nel 2015. Una sezione che ha avuto vita
breve, nello stesso tempo Brosio e Pagano non si sono più tesserati. Alla luce
di questi dati storici, non capisco come essi si possano definire l’area
socialista di quella lista. Il partito non esisteva a Nicotera quando la lista
è nata, e non esiste nemmeno adesso che quel gruppo civico scomparirà dal
consiglio, e Pagano e Brosio non sono nemmeno tesserati».
-Da
quanto lei asserisce starebbero usando un simbolo che non gli appartiene più?
«Le ultime elezioni
regionali hanno evidenziato chiaramente che Brosio, da sempre consideratosi
socialista, ha preferito sostenere non il candidato del Psi, ma quello del Pd.
Lo stesso dicasi di Mimmo Pagano. Ora, invece li ritroviamo di nuovo al cospetto
del Psi, a rivendicare un’appartenenza che hanno ripudiato più di un anno fa».
-Parliamo
della sua esperienza come segretario provinciale del Partito.
«Come gestisco il
partito, da quando ho l’onore di farlo, lo dicono i fatti. Parlano chiaro i
numeri delle varie competizioni elettorali degli ultimi tre anni. Nonostante
sia alla guida di un partito numericamente piccolo, nonostante non gestisco
potere, nonostante, salvo poche unità, non posso contare sull’aiuto di
amministrazioni locali, i risultati sono stati sempre ottimi. E questo lo sa
benissimo anche qualcuno che, chissà per quale motivazione, ha deciso di
essermi ostile».
-Qual
è la molla principale che la spinge a proseguire con tale entusiasmo il suo non
semplice compito ?
«Fortunatamente posso contare
su numerosi dirigenti di partito e simpatizzanti con cui ho un meraviglioso
rapporto che svolgono quotidianamente attività per il Psi, ma anche numerose
iniziative a favore dei cittadini, attanagliati da varie problematiche».
-Come intende lei la politica?
«La politica è
principalmente un mezzo per aiutare il prossimo. E non uno strumento, come lo
intende qualcuno, per raggiungere i propri fini personali. A riprova di ciò che
dico, io sono un dirigente politico disoccupato. Per me la politica è passione,
e non un modo per “sistemarsi”».
-E’
stata fatta un’allusione sulla legittimità della sua figura in quanto è stato
sostenuto che non esisterebbero sezioni aperte del Psi.
«Prima di fare
allusioni e di cercare di delegittimare il prossimo bisogna fare un accurato
esame di coscienza e aver in tasca la certezza di ciò che si dichiara. Non
esistono in effetti sezioni fisicamente aperte, dati gli elevati costi di gestione
(ma è una circostanza che riguarda quasi tutti i partiti), ma il Psi ha
moltissime ramificazioni nella provincia con direttivi organizzati che lavorano.
Desidero aggiungere un’ultima cosa».
-Prego.
«Finchè ricoprirò al
carica di segretario provinciale dovrò dare conto del mio operato solo ai
militanti e ai miei elettori, per il resto a nessun’altro. Il tempo e i fatti
si incaricheranno di giudicare l’operato di tutti, ivi compresi quelli che
prima erano schierati dalla parte dei giovani e ora puntano ad altre mete».
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