Nicotera. Sono le 13.55 di ieri quando il leader della lista
civica “Nicotera Mediterranea”, Pino Brosio, rassegna le dimissioni da
consigliere di opposizione. Una scelta che arriva esattamente all’indomani
della notifica, giunta al sindaco Franco Pagano, dell’imminente arrivo della
Commissione di accesso agli atti. Provvedimento firmato dal nuovo prefetto di
Vibo, Carmelo Casabona.
«Con
la presente- esordisce Brosio, nella lettera di congedo dal suo ruolo politico-
comunico le mie dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Una scelta la
mia- precisa- dettata non tanto
dall'amarezza derivante dall'insediamento della commissione d'accesso, quanto
dal semplice convincimento che Nicotera, al pari di tanti altri comuni, sia
entrata nel vortice di un sistema teso a stritolare ogni
volontà di riscatto di una
popolazione chiamata quotidianamente a fare i conti con un contesto ambientale
non privo di difficoltà».
Per
l’ex consigliere, alla luce dei fatti, «diventa
difficile guardare avanti con un filo d'ottimismo».
E ciò perché, argomenta, «chi ha il coraggio o
l'incoscienza di mettersi in gioco per gestire il bene pubblico deve fare i
conti non solo con le pressioni del malaffare, ma anche con le forme di
“accanimento terapeutico” delle istituzioni che assistono indifferenti alla
spoliazione del territorio e non mostrano incisività neppure in un caso
devastante come quello della Sogefil».
Per
Brosio è innegabile che la nomina della terza commissione d'accesso e l'eventuale arrivo della terza commissione
straordinaria in dieci anni possono, in realtà, «stare a testimoniare che il territorio subisce la presenza
asfissiante di una criminalità
organizzata capace di dispiegare tutto
il suo potere mediante infiltrazioni e
condizionamenti, ma- precisa- possono testimoniare anche un'altra
probabile verità: le commissioni straordinarie non sono lo strumento più
efficace per combattere la 'ndrangheta».
Anzi,
«le commissioni straordinarie- osserva- non servono a
raggiungere gli obiettivi che lo Stato si pone». Nella
fattispecie, «guardando al caso Nicotera,
le commissioni rappresentano il fallimento dello Stato e delle istituzioni che
lo rappresentano». Il
ragionamento di Brosio è il seguente: se dopo sei anni di commissariamento su
dieci lo Stato manda una terza commissione d'accesso «vuol
dire che le altre due non hanno rimosso i problemi posti a base
degli scioglimenti dell'assise comunale». Può significare,
ipotizza, che «le responsabilità non appartengono solo agli
amministratori. Può significare che
anche le commissioni dovrebbero apertamente render conto del lavoro svolto». A questo punto
della missiva, l’ex consigliere spiega perché abbandona il suo ruolo: ritiene di
non «poter più operare con gli stimoli e l'efficacia
necessari».
Avviandosi
alla conclusione, ribadisce di essere orgoglioso di aver fatto parte per oltre
tre anni del consiglio comunale della città.
E sottolinea che assieme al Psi e a “Nicotera Mediterranea”, si è adoperato per la soluzione dei problemi
della collettività «scegliendo la via del
confronto e della concretezza e non quella della fuga o della sterile
contrapposizione».
Naturalmente,
rassicura Brosio, «il mio impegno non
finisce qui. Continuerò a seguire con interesse ogni iniziativa mirata al bene
collettivo così come continuerò a spendere le mie energie per rincorrere ogni
residua speranza di cambiamento».
Nel
commiato un augurio al sindaco, agli assessori
ed ai consiglieri che «hanno scelto di
restare al loro posto perchè giustamente convinti della correttezza del loro
operato, nonché della necessità di non uscire di scena in un momento
particolarmente delicato per la città, auguro che gli esiti delle verifiche
diano ragione al loro impegno e ai loro sacrifici».
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