Nicotera.
La
notizia è arrivata intorno alle 12.30 quando è stato notificato al sindaco
Franco Pagano l’avviso dell’insediamento al comune della commissione di accesso
agli atti. Provvedimento firmato dal neo prefetto di Vibo Valentia Carmelo Casabona.
Il sindaco Franco Pagano
si è insediato ufficialmente l’11 di novembre del 2012. Una vittoria elettorale
schiacciante per la lista civica “Patto per la legalità”, che ha letteralmente
polverizzato le altre quattro coalizioni in lizza. 1310 i consensi: quasi un
plebiscito, se si considera lo scarto di 600 e passa voti rispetto alle altre liste
in corsa per Palazzo Convento.
Pagano si insediava in
un clima non proprio disteso. Ben due scioglimenti per mafia lo hanno
preceduto, e altrettante due gestioni prefettizie avevano governato una
cittadina sovrastata dalla longa manus della nota consorteria mafiosa dei
Mancuso, potente clan della ndrangheta. Una città velata da regnatele
familistico-parentali con i vari esponenti del clan, o semplici loro referenti,
che ha reso Nicotera sempre suscettibile
di attenzioni da parte dello Stato. L’amministrazione Pagano sembrerebbe essere
stata attenta al problema mafia, tant’è vero che da quando si è insediata ha
organizzato convegni o indetto consigli comunali sul tema, in cui le parole di
condanna verso la criminalità organizzata vibravano altisonanti. Su un piano
più concreto però, il primo cittadino non ha mai provveduto a costituire il
Comune di Nicotera parte civile nei vari processi contro la cosca imperante.
Il neo eletto sindaco
trovò sulla sua scrivania tutta una serie di grane che attendevano trepidanti
di essere risolte. Il problema dei problemi era forse costituito dall’intricata
vicenda Sogefil. Più di otto milioni di euro sottratti all’Ente dalla
tristemente famosa società di riscossione tributi. Un furto perpetrato nel tempo.
Le indagini da parte della magistratura, poi gli arresti dei responsabili. Ma
il Comune di Nicotera non è mai stato risarcito nemmeno di un centesimo. Archiviato
il capitolo Sogefil, la giunta Pagano ha dovuto confrontarsi con le frizioni
interne a se stessa. La prima a pagarne le spese è stata l’assessora alla
Cultura Pina Lapa, che si dimise nel maggio del 2014. Ma prima ancora delle
dimissioni della Lapa accadde un fatto gravissimo: erano all’incirca le tre del
mattino del 26 giugno del 2013, quando ignoti spararono qualcosa come 40 colpi
di kalashnikov contro la villetta che il sindaco condivide con la famiglie e
gli anziani suoceri. Sul perché della feroce sparatoria e sui nomi dei
responsabili, non si è saputo, ad oggi, niente. Quasi un anno dopo, nel marzo
del 2014, il prefetto Giovanni Bruno notiziava la Commissione parlamentare antimafia
sul fatto che la Prefettura di Vibo era pronta a richiedere al Ministero
dell’Interno il placet per l’invio di una commissione di accesso agli atti al
comune di Nicotera. Intanto continuavano le defezioni nella giunta: l’assessore
Marasco si dimise nel gennaio di un anno fa. Mentre nel marzo del 2015 ad
essere “dimissionato” da sindaco fu l’assessore Salvatore Cavallaro, titolare
delle Politiche giovanili. A prendere il suo posto, fu scelta la Mariella
Calogero, che presenziò anche la Cultura.
Per dovere di cronaca, c’è da dire che la giunta Pagano ha
sempre navigato in un clima assai pacato, senza un forte contradditorio da
parte dell’opposizione. La consigliera Giofrè, della lista Nicotera Futura, che
in un primo momento aveva dato filo da torcere all’amministrazione, si è poi
dimessa. Il consigliere Pino Brosio non ha mai brillato in questi tre anni per
aver condotto una alacre opposizione, anzi. A Vincenzo Campisi era affidata
l’unica voce critica, che si è fatta sentire, per lo più, nel corso delle
civiche assisi.
L’area tecnica e quella tributi sono le zone critiche e
criptiche del Comune di Nicotera. Il settore tributi è tornato fortemente alla
ribalta negli ultimi tempi dopo che il sindaco ha attribuito la riscossione
delle tasse a una società esterna. Una cosa che a molti ha fatto tornare in
mente lo sfacelo causato dalla Sogefil.
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