Nicotera.
Mai
Nicotera ha visto tante divise nella sua storia recente come in questi ultimi
giorni. Dopo la prima interforze di giovedì mattina che ha permesso ai militari
di beccare i pescatori con le mani nel sacco, altro spiegamento di forze
dell’ordine lo si è visto ieri sera a Palazzo Convento: Capitanerie di Porto,
Guardia di Finanza e Carabinieri. Vi era inoltre il segretario della Cgil, Luigi
De Nardo, la presidentessa dell’Arpa Annalisa Crupi, il vice presidente della
Regione Calabria, Enzo Ciconte, il prefetto Giovanni Bruno e, ovviamente, il
sindaco Franco Pagano. La cittadina costiera ha così potuto ammirare una
inusuale rassegna di divise, politici e sindacati. Al centro dell’assemblea la
condizione “fuori legge” ma anche senza tutele dei pescatori, balzati agli
onori della cronaca per aver praticato pesca abusiva. E i lavoratori del mare
hanno giustamente colto l’occasione per chiedere aiuto e sostegno. Una
richiesta, però, già fatta. Esattamente due anni fa. Nel marzo del 2013 essi
furono nuovamente al centro di un’operazione di polizia, ancora una volta
beccati a pescare il bianchetto. Anche in quell’occasione finirono al centro
del dibattito. Si promise di aiutarli, di farli uscire dal loro stato di
“illegalità”. L’amministrazione comunale si impegnò a creare una cooperativa,
perché consoziarsi appariva l’unica via per cominciare a muovere i primi passi
nella strada della legalità. Ma, è doveroso precisare, nulla è stato fatto di
concreto. E adesso, febbraio 2015, si ripropone l’identico problema, con i
pescatori seduti ad ascoltare le solite promesse, che forse, questa volta, solo
promesse non saranno. Ferma infatti è stata la volontà dei convenuti di
risolvere, una volta per tutte, i disagi dei lavoratori del mare.
Da parte loro, essi
hanno espresso le loro difficoltà. Hanno rivissuto, al cospetto della pletora
dei convenuti, i concitati momenti che li ha visti al centro dell’operazione
militare. «Un attacco terribile», lo hanno definito, senza mezzi termini. Sanno
di sbagliare nel pescare il bianchetto, ma sanno anche che non hanno altro modo
per portare a casa i soldi per tirare avanti. E così nessuno poteva immaginare
che quaranta o cinquanta chili di novellame potessero scatenare la fine del
mondo, e ciò anche alla luce delle tante criticità che attanagliano il mare, in
primis il dramma, mai risolto, degli scarichi abusivi. Ma forse, i fatti di
giovedì scorso hanno aperto uno squarcio sulle tematiche fondamentali che
ruotano intorno ad essi. A tal riguardo è stato proprio il segretario della
Cgil, Luigi De Nardo, a parlare di strategie risolutive che solo la politica
può mettere in atto. «Innanzitutto bisognerebbe attuare delle deroghe alla
normativa vigente, che consenta la pesca del novellame». La Regione Calabria, ha
denunciato De Nardo, «finora non si è occupata del problema».
«Spetta a questa classe
dirigente- ha osservato- aiutare i pescatori a seguire un percorso di legalità
del lavoro, poi con la Regione trovare forme di micro credito e sostegno
regionale». L’auspicio elevatosi dalla partecipata assemblea è quello di costruire
forme organizzate per questo genere di lavoro, e di avviare con la Regione
percorsi vendibili e sostenibili per questa attività. Perché la pesca, da
queste parti, non è solo un lavoro, ma anche maestranze, tradizioni che si
tramandano di generazioni in generazioni, «non perdiamo solo il pescato, ma
anche le nostre tradizioni», ha osservato Annalisa Crupi, presidentessa
dell’Arpa. Enzo Ciconte ha dichiarato la sua piena disponibilità nell’aiutare i
lavoratori del mare ad uscire dalle criticità. «Mi schiero dalla parte dei
pescatori- ha detto l’esponente politico catanzarese- Mi impegnerò per avere
una deroga alle normative vigenti. La Regione ci sarà».
Vicinanza mostrata anche
dal prefetto Giovanni Bruno. Il rappresentante del governo nel territorio ha auspicato
l’apertura di un tavolo tecnico, di partire insomma dalla base, creare una
cooperativa, attuando azioni propositive. Concetti perfettamente condivisi dal
sindaco Franco Pagano che ha promesso di risolvere il problema dei pescatori
entro l’estate.
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