Nicotera.
Dopo
la portentosa operazione “interforce” di ieri contro la pesca del novellame,
regna una calma rarefatta a Nicotera Marina. I pescatori si sono ritrovati di
buon mattino sul lungomare a commentare i concitati fatti del giorno prima. Di
sicuro da ieri si sentono più poveri e più soli. Gli sono state sequestrate le
reti, gli attrezzi del lavoro, persino le bacinelle dove deponevano i frutti
del mare. Ora non hanno più niente e non sanno come sbarcare il lunario.
Due di loro nella
turbolenta mattinata di venerdì scorso sono finiti all’ospedale, subito dopo
gli sono state notificate le misure restrittive ai domiciliari. Salvatore Di
Capua e Filippo Saffioti sono stati accusati di violenza, resistenza e rifiuto
di obbedienza a navi da guerra. Entrambi ieri hanno dovuto ricorrere alle cure
dei sanitari. Nella mattinata di ieri, è arrivata però una notizia positiva per
i due arrestati: gli sono stati revocati gli arresti domiciliari, rimangono
però in piedi i capi di imputazione.
Una mattinata
tumultuosa che ha riaperto uno squarcio sulla difficile realtà che vivono
questi lavoratori del mare. Intanto a molti di loro a breve gli sarà notificata
una multa. P.F. ne ha acculate tante in questi anni, per un totale di quasi trenta
mila euro, soldi che non sa proprio dove trovare. E da domani per lui lavorare
sarà molto più complicato: le regole della pesca professionale sono una vera e
propria selva oscura nella quale non è semplice addentrarsi. La verità è che i
piccoli pescatori sono tutti destinati a scomparire, in quanto, non è vietata
solo la cattura del novellame, ma anche quella di molte altre specie
all’interno delle tre miglia dall’arenile. Le imbarcazioni dei pescatori non
sono all’altezza di valicare certi confini. Rigide normative europee esigono
che il pescato debba essere fatto solo da grosse imbarcazioni munite da tutte
le sacrosante norme e licenze. In buona sostanza, l’unica luce che si può
intravedere in fondo al tunnel è consoziarsi in una cooperativa, prendere la
licenza- tra i pescatori di Nicotera Marina solo due la posseggono- mettersi in
regola anche con opportune attrezzi da pesca. Quando tutto è in regola si può
attingere ad eventuali sovvenzioni regionali, acquistare un grosso peschereccio
e con un mezzo con tutte le carte in regola i pescatori possono addentrarsi
nello specchio d’acqua, all’infuori di quei confini che li rende fuorilegge.
Intanto già nel
pomeriggio di ieri Salvatore Di Capua, non appena gli è stata notificata la
revoca dei domiciliari, è corso sulla spiaggia a guardare il mare, senza il
quale non potrebbe vivere. La madre ci racconta che ha cominciato ad andare per
mare quando aveva dodici anni, quando cioè lei è rimasta vedova e lui senza un
padre. Per aiutare la madre a mantenere la famiglia- Salvatore ha anche tre
sorelle- affrontava il mare con la povera imbarcazione del padre, il prodotto
del suo lavoro andava poi a venderlo in giro per il paese con una carriola. Da
ventisei anni questa è la sua unica fonte di sostentamento.
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