sabato 9 aprile 2016

COMMISSIONE DI ACCESSO. Discorso integrale del sindaco Pagano nel consiglio del 19 febbraio, all'indomani della notifica arrivata dalla prefettura.



Trascrizione integrale del discorso del sindaco Pagano nel consiglio comunale del 19 febbraio, all’indomani dell’arrivo della notifica dell’imminente arrivo della Commissione di accesso agli atti. Intervento tutto incentrato sulla notizia che ha scombussolato palazzo Convento.
«Rispetto alla problematica di cui siamo investiti, voglio ragionare in termini giuridici. Invece di fare il politico e lasciarmi prendere dall’istinto e dall’amarezza, voglio avere un approccio pragmatico alla problematica. Pur tuttavia consentitemi di fare una breve premessa, cioè di citare una frase Bertold Brecht quando affermava che “quando la legge diventa ingiustizia resistere è un dovere”, resistere non per attaccamento alla poltrona e alla carica, anche perchè ognuno di noi chiusa l’esperienza amministrativa ritornerà a fare quello che faceva prima, dedicarsi alla propria attività ai propri hobbies, e per quanto mi riguarda i miei hobbies mi davano molta più soddisfazione. Però in questo momento necessita che ognuno di noi difenda nelle istituzioni e nel resto dell’Italia quella che è la dignità e l’onorabilità non solo personale ma anche dell’istituzione comunale».
I grassi hanno il cervello piccolo.
«In questi giorni, hanno parlato tutti, ho ascoltato un sacco di sciocchezze, fesserie, sul piano tecnico-giuridico. Spesse volte alla massa corporea non è che corrisponde un’altrettanta massa cerebrale, anzi spesse volte la massa cerebrale è inversamente proporzionale alla massa corporea».
"Dico questo perché…"
«Dico questo perché ho sentito fesserie, sciocchezze sul piano tecnico giuridico, quando uno vuole improvvisarsi avvocato, magistrato, pubblico ministero  perde di vista i dati di fatto, i dati di riferimento, le certezze, perché poi alla fine la volontà dell’amministrazione si oggettivizza negli atti amministrativi».
Gli atti amministrativi
«Gli atti amministrativi sono là e parlano da soli. Là dove qualche atto da noi prodotto possa essere ricondotto ad attività o fenomeni mafiose o  ndranghetiste, o che favoriscono alcune persone facenti parti di associazioni mafiose e delinquenziali, ne prenderemmo atto e ce ne andremmo, basta solo che qualcun ci dica: con questo atto e con questa attività avete favorito “Tizio, Caio e Sempronio”,  e ce ne andiamo. Le dinamiche che hanno mosso la commissione d’accesso sono a noi sconosciute. Quello che mi preme sottolineare è che non ci sono atti o attività che possono essere ricondotte o essere state spinte con l’intento di favorire qualcuno o qualcosa, né l’attività amministrativa comunale o il consiglio comunale è stato sottoposto a condizionamento alcuno».
Monitoraggio degli atti
«Nel fotocopiare tutti gli atti ci ha consentito di fare un riscontro dei nostri atti, abbiamo fatto un monitoraggio: sugli atti ho al presunzione di dire che la coscienza di tutti noi è a posto, non abbiano nulla da temere».
Noi, vittime di un errore
«Abbiamo deciso di rimanere non per una questione di poltrona per difendere prima la nostra dignità e poi quella  della nostra città, perché credo, e mi auguro di non essere contraddetto dalla commissione di accesso che si è insediata, questa volta siamo vittime di un errore o di una erronea rappresentazione dei fatti. Sui presupposti che hanno mosso le istituzioni sovrapposte a noi mi riservo di interfacciarmi con queste motivazioni allorquando verranno desecretate. Io ho ritenuto di agire e di accostarmi a questo problema con un approccio razionale, pragmatico, perché l’amarezza è grande ed allorquando ognuno di noi deve pararsi o mettersi l’elmetto o il giubbotto antiproiettile, in senso metaforico, per salvarsi dal fuoco amico o dal fuoco che ognuno di noi riterrebbe amico, l’amarezza è grande. Se ci fosse stato detto che c’era un episodio, un problema che potesse giustificare l’adozione di questo provvedimento, noi avremmo rassegnato le dimissioni evitando a Nicotera due anni di commissariamento».
Il Meridione, vittima anche il Meridione
«Se anche un episodio giustificherebbe l’adozione dell’invio della commissione  di accesso, se fosse riferito ad un solo mio assessore, ne prenderei atto e rassegnerei le dimissioni. Sulle commissioni di accesso e sulla legislazione che disciplina le commissioni si accesso si è sviluppata una grande riflessione, fior fiore di giuristi si sono cimentati per individuarne anche per metterne in evidenza le carenze. Il Meridione paga lo scotto del contesto ambientale. E paga lo scotto del contesto ambientale e territoriale, e di trovarsi di fronte ad classe politica codarda, inetta. E ciò perché sono stati disintegrati i partiti».
Lo Stato distratto
«Fa amarezza per chi parla perché lo Stato per accorgersi che in questo territorio esisteva una potente cosca ‘ndranghestista ci ha impiegato trent’anni, la prima sentenza che stabilisce che i Mancuso sono una famiglia mafiosa risale al 2004».
Ma il PCI aveva visto lungo…
«Il Partito Comunista, di cui mi onoro di averne fatto parte, lo diceva nel ‘78. Lo Stato nascondeva la testa sotto la sabbia. Ora si contesta al sindaco e all’amministrazione di essere condizionati da associazioni mafiose».
Mafia: non curdi, né Isis, ma i nostri vicini
«Quando si parla di associazioni mafiose parliamo dei nostri vicini, non è che vengono i curdi, l’Isis o i turchi a condizionarci».
“Non sono un sindaco antimafia”, nonostante la celebrazioni in memoria del povero Valarioti…
«Il problema è che paghiamo lo scotto di un’assenza seria delle Istituzioni dello Stato sul territorio. La lotta alla mafia non si realizza a parole o sbandierandolo ai quattro venti, tanto per farsi pubblicità o far carriera. Se avessi voluto cavalcare il filone che molti hanno cavalcato nel corso degli anni lo avrei cavalcato, mi era stato offerto anche lo spunto. Ho sempre ritenuto che il sindaco deve fare il sindaco. La tua attività deve essere volta alla legalità con gli atti, perchè io non voglio essere ricordato come un sindaco dell’antimafia, ma come un sindaco che ha prodotto qualcosa di buono per il territorio, non solo in termini di trasparenza e legalità con gli atti e il comportamento quotidiano, ma anche per quello che ha realizzato sul territorio delle opere visibili».
Le opere visibili
«Perché questa amministrazione, dopo 20 anni, è riuscita a realizzare delle opere pubbliche con soldi del proprio bilancio, che provengono dai tributi che pagano i cittadini,  soldi che abbiamo redistribuito sul territorio. Non abbiamo lasciato scoperto nessun pezzo del nostro territorio. Nessuna amministrazione era riuscita ad attuare una politica di retribuzione dei tributi sul territorio. Questa città ha fame di giustizia, e ha fame di sapere, invece di guardare gli atti del comune, perché 30 anni di episodi criminali non sono stati risolti, dall’’81 ad oggi. Azioni delittuose mai risolte e gli autori sono stati consegnati alla giustizia».
"Noi: legalità e trasparenza"
«Noi, negli anni, abbiamo ristabilito legalità e trasparenza. Io chiedo che quella verifica che viene fatta a noi venga fatta anche a quelli che hanno amministrato prima di noi».
"L’assurda prassi dei commissari antimafia"
«La terna commissariale era prassi consolidata lavorare con affidi diretti e lavori di somma urgenza, e gli affidi erano fatti tramite un fogliettino affisso nell’ufficio patrimonio senza che alle ditte fosse mai richiesto un solo certificato antimafia. C’era una prassi a dir poco sconvolgente: quando veniva individuata una ditta per fare un lavoro, non era il comune che faceva i preventivi, ma la ditta.  Oggi mi viene chiesto di fornire gli atti quando noi abbiamo posto fine ad un andazzo quotidiano: quello del foglietto volante. Appena ci siamo insediati noi siamo andati a fare tutti i lavori attraverso procedura di gara aperta per l’assegnazione degli appalti. Noi abbiamo riportato questo ente alla normalità, ogni lavoro passava attraverso la procedura di gara».
La lotta alla mafia
«Se la lotta alla mafia la si deve necessariamente fare sventolando la bandiera o parlando quotidianamente sui giornali è cosa poco credibile  e poco seria. Tra le tante sciocchezze che ho ascoltato, che ho letto e che ho sentito sulle attività che l’amministrazione non ha fatto in questi anni, ad esempio la mancata costituzione di parte civile nei processi contro la mafia, non vorrei fare l’avvocato, perchè ne capisco poco di costituzioni di parte civile, però la si può fare  o in fase di udienza preliminare o prima che inizi il processo, ma anche lì la giurisprudenza ha delineato i profili entro cui gli enti possono costituirsi parte civile nei procedimento penali, e lì ci devono essere dei profili in cui vengono compromessi i diritti della comunità o gli interessi della comunità».
“Ma io non ne so nulla…”
«Ma non so se  durante la mia sindacatura è iniziato qualche processo a qualche associazione criminale o personaggio di spicco della criminalità organizzata… non lo so.  Ma anche lì bisogna vedere se quel tipo di processo è riferito a qualcosa che pregiudicasse l’immagine della società oppure no».  
Ma informatissimi sui reati edilizi…
«Però una cosa l’abbiamo fatta, siamo stati l’unica amministrazione che ci siamo costituiti parte civile nei reati contro i reati edilizi. E anche là dove ci sono dipendenti o ex dipendenti che sono stati rinviati a giudizio per reati inerenti le pubbliche funzioni, ci siamo costituiti parte civile pure là».
“Continuerò a prendere l’aperitivo con i miei amici”.
«Io sono fiducioso perché sono consapevole di non aver commesso non dico qualcosa di grave, ma nemmeno leggerezze, anche dal punto di vista di frequentazioni, o telefonate, di non essermi messo nelle condizioni di consentire a qualcuno di censurare il  mio operato o le mie amicizie, chiamiamole così. Prima delle elezioni prendevo l’aperitivo con degli amici, dopo le elezioni continuavo sempre a prendere l’aperitivo con gli amici».
Quattro straccioni
«La nostra amministrazione è nata perché ci siamo raccolti quattro straccioni. Chi si credeva il sapiente lo stratega o il demiurgo  o l’intelligente della situazione si è perso per strada, e lo dico senza cattiveria nei confronti di nessuno. Siamo rimasti quattro straccioni. Noi non apparteniamo a nessun partito politico, non abbiamo protettori, non abbiamo nessuno che ci possa difendere in altri luoghi, ma abbiamo la consapevolezza di esserci sempre mossi nella legalità e sempre guardando agli interessi della nostra città».
L’onorabilità delle persone
«Io aspetto e attendo di leggere tutto il materiale che è stato prodotto e messo a corredo per la richiesta della commissione. Una cosa è certa: in un modo o nell’altro, la cosa non finirà a tarallucci e vino, se ho sbagliato è giusto che io debba essere sanzionato, però se non ho sbagliato e qualcuno ha raccolto informazioni o notizie errate, allora quel qualcuno  mi dovrà dare conto, perché sull’onorabilità delle persone non si scherza».
Stato patrigno
«Io ancora una volta dallo Stato italiano o ho ricevuto solo amarezza, se prima avevo qualche dubbio che potessi considerarmi italiano oggi onestamente non mi sento».
La Grande Madre Russia
«E parla uno che da qualche decennio si commuoveva all’inno d’Italia, perchè io mi commuovevo solo all’inno dell’Unione Sovietica. E peccato che non ci sia l’Unione Sovietica sennò avrei chiesto asilo politico».
E’ una minaccia o una promessa?
«Noi alle prossime elezioni ci saremo, non abbiamo paura di dimetterci ed affrontare una nuova campagna elettorale perchè potremmo avere la presunzione di rivincere ancora le elezioni».

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