Trascrizione
integrale del discorso del sindaco Pagano nel consiglio comunale del 19
febbraio, all’indomani dell’arrivo della notifica dell’imminente arrivo della
Commissione di accesso agli atti. Intervento tutto incentrato sulla notizia che
ha scombussolato palazzo Convento.
«Rispetto alla
problematica di cui siamo investiti, voglio ragionare in termini giuridici. Invece
di fare il politico e lasciarmi prendere dall’istinto e dall’amarezza, voglio
avere un approccio pragmatico alla problematica. Pur tuttavia consentitemi di
fare una breve premessa, cioè di citare una frase Bertold Brecht quando
affermava che “quando la legge diventa ingiustizia resistere è un dovere”,
resistere non per attaccamento alla poltrona e alla carica, anche perchè ognuno
di noi chiusa l’esperienza amministrativa ritornerà a fare quello che faceva
prima, dedicarsi alla propria attività ai propri hobbies, e per quanto mi
riguarda i miei hobbies mi davano molta più soddisfazione. Però in questo
momento necessita che ognuno di noi difenda nelle istituzioni e nel resto
dell’Italia quella che è la dignità e l’onorabilità non solo personale ma anche
dell’istituzione comunale».
I
grassi hanno il cervello piccolo.
«In questi giorni,
hanno parlato tutti, ho ascoltato un sacco di sciocchezze, fesserie, sul piano
tecnico-giuridico. Spesse volte alla massa corporea non è che corrisponde
un’altrettanta massa cerebrale, anzi spesse volte la massa cerebrale è
inversamente proporzionale alla massa corporea».
"Dico
questo perché…"
«Dico questo perché ho
sentito fesserie, sciocchezze sul piano tecnico giuridico, quando uno vuole
improvvisarsi avvocato, magistrato, pubblico ministero perde di vista i dati di fatto, i dati di
riferimento, le certezze, perché poi alla fine la volontà dell’amministrazione
si oggettivizza negli atti amministrativi».
Gli
atti amministrativi
«Gli atti
amministrativi sono là e parlano da soli. Là dove qualche atto da noi prodotto
possa essere ricondotto ad attività o fenomeni mafiose o ndranghetiste, o che favoriscono alcune persone
facenti parti di associazioni mafiose e delinquenziali, ne prenderemmo atto e
ce ne andremmo, basta solo che qualcun ci dica: con questo atto e con questa
attività avete favorito “Tizio, Caio e Sempronio”, e ce ne andiamo. Le dinamiche che hanno mosso
la commissione d’accesso sono a noi sconosciute. Quello che mi preme
sottolineare è che non ci sono atti o attività che possono essere ricondotte o
essere state spinte con l’intento di favorire qualcuno o qualcosa, né l’attività
amministrativa comunale o il consiglio comunale è stato sottoposto a
condizionamento alcuno».
Monitoraggio
degli atti
«Nel fotocopiare tutti
gli atti ci ha consentito di fare un riscontro dei nostri atti, abbiamo fatto
un monitoraggio: sugli atti ho al presunzione di dire che la coscienza di tutti
noi è a posto, non abbiano nulla da temere».
Noi,
vittime di un errore
«Abbiamo deciso di
rimanere non per una questione di poltrona per difendere prima la nostra
dignità e poi quella della nostra città,
perché credo, e mi auguro di non essere contraddetto dalla commissione di
accesso che si è insediata, questa volta siamo vittime di un errore o di una
erronea rappresentazione dei fatti. Sui presupposti che hanno mosso le
istituzioni sovrapposte a noi mi riservo di interfacciarmi con queste
motivazioni allorquando verranno desecretate. Io ho ritenuto di agire e di
accostarmi a questo problema con un approccio razionale, pragmatico, perché
l’amarezza è grande ed allorquando ognuno di noi deve pararsi o mettersi
l’elmetto o il giubbotto antiproiettile, in senso metaforico, per salvarsi dal
fuoco amico o dal fuoco che ognuno di noi riterrebbe amico, l’amarezza è
grande. Se ci fosse stato detto che c’era un episodio, un problema che potesse
giustificare l’adozione di questo provvedimento, noi avremmo rassegnato le
dimissioni evitando a Nicotera due anni di commissariamento».
Il
Meridione, vittima anche il Meridione
«Se anche un episodio
giustificherebbe l’adozione dell’invio della commissione di accesso, se fosse riferito ad un solo mio
assessore, ne prenderei atto e rassegnerei le dimissioni. Sulle commissioni di
accesso e sulla legislazione che disciplina le commissioni si accesso si è
sviluppata una grande riflessione, fior fiore di giuristi si sono cimentati per
individuarne anche per metterne in evidenza le carenze. Il Meridione paga lo
scotto del contesto ambientale. E paga lo scotto del contesto ambientale e
territoriale, e di trovarsi di fronte ad classe politica codarda, inetta. E ciò
perché sono stati disintegrati i partiti».
Lo
Stato distratto
«Fa amarezza per chi
parla perché lo Stato per accorgersi che in questo territorio esisteva una
potente cosca ‘ndranghestista ci ha impiegato trent’anni, la prima sentenza che
stabilisce che i Mancuso sono una famiglia mafiosa risale al 2004».
Ma
il PCI aveva visto lungo…
«Il Partito Comunista,
di cui mi onoro di averne fatto parte, lo diceva nel ‘78. Lo Stato nascondeva
la testa sotto la sabbia. Ora si contesta al sindaco e all’amministrazione di
essere condizionati da associazioni mafiose».
Mafia:
non curdi, né Isis, ma i nostri vicini
«Quando si parla di
associazioni mafiose parliamo dei nostri vicini, non è che vengono i curdi,
l’Isis o i turchi a condizionarci».
“Non
sono un sindaco antimafia”, nonostante la celebrazioni in memoria del povero Valarioti…
«Il problema è che
paghiamo lo scotto di un’assenza seria delle Istituzioni dello Stato sul
territorio. La lotta alla mafia non si realizza a parole o sbandierandolo ai
quattro venti, tanto per farsi pubblicità o far carriera. Se avessi voluto
cavalcare il filone che molti hanno cavalcato nel corso degli anni lo avrei
cavalcato, mi era stato offerto anche lo spunto. Ho sempre ritenuto che il
sindaco deve fare il sindaco. La tua attività deve essere volta alla legalità
con gli atti, perchè io non voglio essere ricordato come un sindaco
dell’antimafia, ma come un sindaco che ha prodotto qualcosa di buono per il
territorio, non solo in termini di trasparenza e legalità con gli atti e il
comportamento quotidiano, ma anche per quello che ha realizzato sul territorio
delle opere visibili».
Le
opere visibili
«Perché questa
amministrazione, dopo 20 anni, è riuscita a realizzare delle opere pubbliche
con soldi del proprio bilancio, che provengono dai tributi che pagano i
cittadini, soldi che abbiamo
redistribuito sul territorio. Non abbiamo lasciato scoperto nessun pezzo del
nostro territorio. Nessuna amministrazione era riuscita ad attuare una politica
di retribuzione dei tributi sul territorio. Questa città ha fame di giustizia,
e ha fame di sapere, invece di guardare gli atti del comune, perché 30 anni di
episodi criminali non sono stati risolti, dall’’81 ad oggi. Azioni delittuose
mai risolte e gli autori sono stati consegnati alla giustizia».
"Noi:
legalità e trasparenza"
«Noi, negli anni,
abbiamo ristabilito legalità e trasparenza. Io chiedo che quella verifica che
viene fatta a noi venga fatta anche a quelli che hanno amministrato prima di
noi».
"L’assurda
prassi dei commissari antimafia"
«La terna commissariale
era prassi consolidata lavorare con affidi diretti e lavori di somma urgenza, e
gli affidi erano fatti tramite un fogliettino affisso nell’ufficio patrimonio
senza che alle ditte fosse mai richiesto un solo certificato antimafia. C’era
una prassi a dir poco sconvolgente: quando veniva individuata una ditta per
fare un lavoro, non era il comune che faceva i preventivi, ma la ditta. Oggi mi viene chiesto di fornire gli atti
quando noi abbiamo posto fine ad un andazzo quotidiano: quello del foglietto
volante. Appena ci siamo insediati noi siamo andati a fare tutti i lavori attraverso
procedura di gara aperta per l’assegnazione degli appalti. Noi abbiamo
riportato questo ente alla normalità, ogni lavoro passava attraverso la
procedura di gara».
La
lotta alla mafia
«Se la lotta alla mafia
la si deve necessariamente fare sventolando la bandiera o parlando
quotidianamente sui giornali è cosa poco credibile e poco seria. Tra le tante sciocchezze che ho
ascoltato, che ho letto e che ho sentito sulle attività che l’amministrazione non
ha fatto in questi anni, ad esempio la mancata costituzione di parte civile nei
processi contro la mafia, non vorrei fare l’avvocato, perchè ne capisco poco di
costituzioni di parte civile, però la si può fare o in fase di udienza preliminare o prima che
inizi il processo, ma anche lì la giurisprudenza ha delineato i profili entro
cui gli enti possono costituirsi parte civile nei procedimento penali, e lì ci
devono essere dei profili in cui vengono compromessi i diritti della comunità o
gli interessi della comunità».
“Ma
io non ne so nulla…”
«Ma non so se durante la mia sindacatura è iniziato qualche
processo a qualche associazione criminale o personaggio di spicco della
criminalità organizzata… non lo so. Ma
anche lì bisogna vedere se quel tipo di processo è riferito a qualcosa che
pregiudicasse l’immagine della società oppure no».
Ma
informatissimi sui reati edilizi…
«Però una cosa
l’abbiamo fatta, siamo stati l’unica amministrazione che ci siamo costituiti
parte civile nei reati contro i reati edilizi. E anche là dove ci sono
dipendenti o ex dipendenti che sono stati rinviati a giudizio per reati
inerenti le pubbliche funzioni, ci siamo costituiti parte civile pure là».
“Continuerò
a prendere l’aperitivo con i miei amici”.
«Io sono fiducioso
perché sono consapevole di non aver commesso non dico qualcosa di grave, ma
nemmeno leggerezze, anche dal punto di vista di frequentazioni, o telefonate,
di non essermi messo nelle condizioni di consentire a qualcuno di censurare
il mio operato o le mie amicizie,
chiamiamole così. Prima delle elezioni prendevo l’aperitivo con degli amici,
dopo le elezioni continuavo sempre a prendere l’aperitivo con gli amici».
Quattro
straccioni
«La nostra amministrazione
è nata perché ci siamo raccolti quattro straccioni. Chi si credeva il sapiente
lo stratega o il demiurgo o
l’intelligente della situazione si è perso per strada, e lo dico senza
cattiveria nei confronti di nessuno. Siamo rimasti quattro straccioni. Noi non
apparteniamo a nessun partito politico, non abbiamo protettori, non abbiamo
nessuno che ci possa difendere in altri luoghi, ma abbiamo la consapevolezza di
esserci sempre mossi nella legalità e sempre guardando agli interessi della
nostra città».
L’onorabilità
delle persone
«Io aspetto e attendo
di leggere tutto il materiale che è stato prodotto e messo a corredo per la
richiesta della commissione. Una cosa è certa: in un modo o nell’altro, la cosa
non finirà a tarallucci e vino, se ho sbagliato è giusto che io debba essere
sanzionato, però se non ho sbagliato e qualcuno ha raccolto informazioni o
notizie errate, allora quel qualcuno mi
dovrà dare conto, perché sull’onorabilità delle persone non si scherza».
Stato
patrigno
«Io ancora una volta
dallo Stato italiano o ho ricevuto solo amarezza, se prima avevo qualche dubbio
che potessi considerarmi italiano oggi onestamente non mi sento».
La
Grande Madre Russia
«E parla uno che da qualche
decennio si commuoveva all’inno d’Italia, perchè io mi commuovevo solo all’inno
dell’Unione Sovietica. E peccato che non ci sia l’Unione Sovietica sennò avrei
chiesto asilo politico».
E’
una minaccia o una promessa?
«Noi alle prossime
elezioni ci saremo, non abbiamo paura di dimetterci ed affrontare una nuova
campagna elettorale perchè potremmo avere la presunzione di rivincere ancora le
elezioni».
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