Nicotera.
Le
foto che qui proponiamo ci mostrano le attuali condizioni della cosiddetta
“variante esterna” di Nicotera. Si tratta, nello specifico, di una lunga
carreggiata in pendenza, realizzata dalla Provincia una ventina di anni fa, che
collega Nicotera Marina all’altra provinciale che conduce a Joppolo, fino a Tropea
e Pizzo. Un percorso importante, dunque, perché, in teoria, dovrebbe facilitare
il collegamento tra i centri della Piana e il percorso che porta alle cittadine
della costa tirrenica vibonese, evitando così che gli autoveicoli congestionino
il traffico nell’attraversare Nicotera.
La strada è stata
concepita anche in seguito all’incredibile sviluppo di via Filippella, via
Madonna della Scala e via Madonna delle Grazie. Zone, queste, che fino a un
trentennio fa, erano quasi completamente incolte. Con l’abbandono dei
centri storici, e la redazione di innovativi piani regolatori, queste aree sono
state urbanizzate. Anche là dove non era prevista l’edificabilità, si è
adottata una certa “flessibilità”, o per meglio dire, una cedevolezza politica
affinchè si potesse realizzare ciò che, in teoria, non era pienamente
realizzabile, secondo i parametri dei piani strutturali. E così sono nate le
popolose vie Filippella e Madonna della Scala,
e con esse degli enormi muri contenitivi, anzi, quelle che definimmo,
proprio sulle pagine di questo giornale, le muraglie in cemento armato.
Strutture notevoli come dighe, concepite per “contenere” le novelle aree urbanizzate.
Opere che testimoniamo quella febbre del cemento che non accenna ad
abbassarsi, e che il sindaco Franco
Pagano, immaginò, due anni fa, come delle enormi pareti su cui avrebbero potuto
essere affrescati dei murales d’autore. In realtà, la cosa rimase solo un’idea,
e i muri di cemento non conobbero mai l’estro dei graffitari. Tali strutture
sono lambite dalla provinciale in pendenza n.32, che è il vero argomento di
questo articolo. Ad essere più precisi, ne è oggetto la sua pericolosità. La
strada, infatti, per come le foto riescono a documentare, è costellata da una
serie di buche, che paiono dei crateri lunari. In alcuni punti vi sono
avvallamenti o dei dossi causati da un curioso fenomeno di increspatura
dell’asfalto. Inutile sottolineare che tutto ciò costituisce un vero e proprio
pericolo per gli automobilisti, costretti a delle rocambolesche gimkane per
evitare le fosse. Come se non bastasse, nella parte superiore manca
completamente di guardrail. Cioè, vi è fino ad un certo punto. E la cosa mette
i brividi se si pensa che al di sotto passa lo storico Tuccina. Altro punto
cruciale è l’imbocco della circonvallazione, nella parte alta. Lo sbocco non è
visibile agli automobilisti che transitano sulla provinciale: un particolare
non di poco conto, anzi è l’elemento che rende questo snodo pericolosissimo e
completamente difforme ai più banali canoni della sicurezza stradale. Gli
incidenti avvenuti in questo punto non si contano più. Qualcuno, purtroppo,
anche mortale. Pochissimi anni fa vi persero la vita due ragazzi in
motocicletta. I sinistri sono comunque stati parecchi, e le varie cause
continuano a crescere sulle scrivanie degli avvocati. Gli interventi su una strada
piena di insidie invece sono a zero.
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