Nicotera.
La
storia della nascita del Liceo Classico “Bruno Vinci” di Nicotera è molto
interessante perché riflette un preciso periodo della nostra storia post-unitaria,
quando ancora gli equilibri tra Stato e Chiesa non erano pienamente stabiliti, specialmente
nelle cittadine del Sud Italia, dove il ruolo della Chiesa era preponderante,
anzi, potremmo dire socialmente pervasiva. Ad essa, com’è noto, era affidata
l’istruzione dei giovani, soprattutto dei giovani di elevato ceto sociale.
Ma andiamo ai fatti. A
raccontare la nascita del Ginnasio sono gli archivi nicoteresi. Ad essi il
compito di svelare i momenti concitati che precedettero la sua apertura, nonché
il fronteggiarsi tra le due istituzione che detenevano il potere sulla città:
il Comune e la Chiesa. Siamo nell’anno 1865. Per Decreto regio le scuole
vescovili andavano soppresse, ma le istituzioni laiche nicoteresi dovettero
vedersela con l’ostruzionismo della Chiesa. Il sindaco in carica è Saverio
Adilardi. E’ lui a pregare il prefetto della Provincia affinchè accordi il
proprio beneplacito sulla volontà del consiglio municipale di aprire un
Ginnasio, cioè una scuola laica. Il seminario, nelle preghiere che il sindaco
rivolse al Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Natoli, andava soppresso,
non solo in forza del succitato Decreto regio, ma anche per l’ostilità del
vescovo, monsignor De Simone, di aprire l’istituto religioso ad altri insegnamenti,
che comunque, ebbe a precisare il vescovo, nelle parole del suo vicario, si
trattava di un “locale ecclesiastico” e quindi “estraneo alle ingerenze
governative”. Ferma ostilità dunque, da parte del clero. Ma Adilardi non si dà
per vinto. All’inizio del 1866 scrive ancora al regio ispettore degli studi
Eloisi, al Prefetto della Provincia e al cavalier Edoardo Fusco, commissario
speciale del Ministero. In un’accorata lettera fa appello al patriottismo dei
destinatari della missiva, affinché fossero presto annullate le “magagne
pretesche che sono il flagello del pubblico bene in cima a cui sta
l’insegnamento”. Come si può vedere dal tono dello scritto, Adilardi non era
certo uno che le mandava a dire. Alla fine, e cioè, esattamente nell’aprile del
1866, il Ginnasio vide la luce, e l’insegnamento laico ebbe la meglio sulla
secolare istruzione chiesastica. C’è però da ricordare che la causa del Ginnasio
nicoterese fu ampiamente perorata dall’intellettuale e parlamentare nicoterese
Bruno Vinci. Sembra infatti che la nascita dell’istituto, che da sempre porta
il suo nome, fu il “premio” da parte del governo della nascente Italia unita
per aver aderito alla causa garibaldina.
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