lunedì 25 aprile 2016

Il Comune di San Ferdinando contro il Comune di Nicotera. L'ente reggino avvia azione legale per recupero coattivo delle somme dovute per lo sbarramento del Mesima.



Nicotera. Il comune di San Ferdinando, attualmente guidato dalla terna commissariale, ha dato mandato ad un avvocato per il recupero coattivo della somma che il Comune di Nicotera gli deve per i lavori della chiusura temporanea del fiume Mesima.
L’Ente in provincia di Reggio Calabria ha deciso di costituirsi in giudizio poichè il comune vibonese, nonostante le ripetute sollecitazioni, non ha onorato il suo debito.
Ma andiamo ai fatti. Negli anni 2012 e 2014 sono stati realizzati dei lavori per lo sbarramento della foce del Mesima. Queste operazioni, almeno sulla carta, sono state finanziate, in parti eguali, dai comuni di San Ferdinando, Nicotera e Rosarno. Nei due anni in questione però le somme necessarie per gli interventi sono state anticipate proprio dal comune di San Ferdinando.
L’importo complessivo è di 57.772,37 euro. Nello specifico, 29.858,77 per l’anno 2012 e 27.913,60 euro per l’anno 2014. Diviso per tre, la parte spettante al comune vibonese è di 19.257,46 euro, pari, cioè, ad un terzo della somma complessiva.
Il meccanismo di regolazione delle acque del Mesima è un’operazione posta in essere dai comuni interessati onde evitare che il fiume, sversando nelle acque del mare, possa contribuire a peggiorare l’annosa questione dell’inquinamento marino. Un’iniziativa dunque che si rende necessaria, fermo restando che è stato ormai appurato che il Mesima non è la fonte di tutti i mali, in quanto le correnti melmose spesso e volentieri arrivano da Nord o hanno oscure origini.
Sta di fatto che nel 2012, quando cioè il comune vibonese era guidato dalla terna commissariale, furono realizzati questi lavori. Uguali interventi nel 2014, quando a capo di Palazzo Convento c’era l’attuale sindaco Franco Pagano. Ma ora, poiché il comune limitrofo è sul piede di guerra, i soldi anticipati per i lavori in questione dovranno saltare fuori e Nicotera dovrà mettersi in regola con i suoi creditori.
Questo fatto, non certo motivo d’orgoglio per il comune nicoterese, pone l’accento sulle condizioni economiche dell’ente, nonché sulle modalità di gestione delle risorse economiche da parte degli amministratori. Crescono i debiti, anche quelli fuori bilancio, come è emerso dal consiglio comunale dello scorso 19 marzo. Le casse comunali sembrerebbero  sempre in rosso, nonostante che i cittadini nicoteresi paghino regolarmente le tasse (sono i più virtuosi del comprensorio ad onorare il dovere con il fisco). Eppure i conti aperti lievitano, e i soldi non bastano mai. A ciò si aggiunga che troppe volte l’amministrazione ha fatto ricorso all’anticipazione di cassa. L’ultima il 20 aprile scorso.
Tra i tanti debiti, val la pena di ricordare quello che il comune, o meglio, i cittadini nicoteresi, hanno contratto, a loro insaputa, con il colosso della telecomunicazione Telecom: qualcosa come 37 mila euro. La società dei telefoni ha già presentato un decreto ingiuntivo al tribunale di Vibo. E come non sottolineare le 400 mila euro che il comune deve alla Regione per le tasse sulla spazzatura?
Forse sarebbe il caso che la magistratura contabile desse un’occhiata alla gestione delle finanze nel municipio nicoterese.

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