Nicotera.
E’
passato un anno da quando l’assessorato alla Cultura e al Turismo è stato
assegnato a Mariella Calogero. Un ruolo importante per una realtà come
Nicotera, città dalle chiare velleità turistiche e uno dei centri di rilievo,
per secoli, in ambito provinciale, di cultura e istruzione.
La Calogero avrebbe
dovuto rappresentare, per la giunta Pagano, un momento di svolta, non solo quel
tocco rosa di cui l’esecutivo aveva urgentemente bisogno- avendo disatteso la
legge Del Rio (la 56/2014); ma anche perché doveva essere uno spartiacque in un
periodo un po’ burrascoso: l’assessore Marasco, formidabile pilastro
dell’esecutivo, si dimise a causa di insanabili lacerazioni interne alla
giunta, e, soprattutto, nel marzo del 2015 il sindaco dimissionò l’assessore
Cavallaro, nel bel mezzo di una bufera mediatica che si abbatteva su palazzo
Convento. Nell’intento di dare una lustratina all’immagine dell'amministrazione, la
scelta cadde su una ragazza di bella presenza e buona reputazione. E così la
Calogero, infilatasi nel ruolo di assessora alla Cultura, cominciò a comparire
in testa alle varie manifestazioni e processioni. La
giovane insegnante non lesinò di certo ogni pubblica occasione civile o
religiosa: la sua presenza densa di grazia e femminilità rivelava ai cittadini
che da quel momento in poi la Cultura sarebbe stata cosa sua, da curare e
valorizzare. Lo dichiarò spesso e volentieri. Fin dall’inizio del suo mandato
si è lasciata andare ad entusiastiche dichiarazioni alla stampa, nella quale
annunciava tutti i progetti e le iniziative che aveva in mente per risollevare
la vita culturale nicoterese, sempre più illanguidita, i cui unici rigurgiti di
vitalità erano (e sono) affidati alla fattività di qualche associazione o
comitato per le feste patronali.
Come si può leggere
dall’articolo accanto, progetti sontuosi, ma che sono rimasti solo delle buone
intenzioni. Certamente la giovane professoressa avrà lavorato sodo, ma i frutti
del suo lavoro non hanno ridato smalto della vita culturale della cittadina
costiera. Del suo assessorato, la scorsa estate, si sono visti degli eventi
culturali stranamente svoltisi in due noti locali privati cittadini. Probabilmente
nel tentativo di dare il meglio di sé, la Calogero ha preteso che il Comune
convocasse una figura professionale specifica, una specie di consulente
artistica. L’incarico era a titolo gratuito, ma la professionista era, nel
contempo, un’impresaria, con tanto di gruppi musicali da piazzare.
Tuttavia, l’allegria
della piazza e gli eventi che hanno davvero animato la città devono ascriversi
all’operato del Comitato dell’Assunta e del Taranta Festival.
Un risultato poco
brillante quello ottenuto dalla giovane insegnante, la quale merita, tuttavia,
piena comprensione, se non altro perché si trovava alla sua prima esperienza da
amministratrice. Certo, quel suo “tesoretto” di trentamila euro (gli introiti
della tassa di soggiorno del 2014), di cui il Taranta Festival- manifestazione,
come sottolineato, capace di animare la città- non ha visto nemmeno un centesimo, era un
budget di tutto rispetto.
Sul piano della cultura,
Nicotera ha tanto da dare e da offrire: le sue potenzialità sono enormi e
meritano di essere valorizzate. Intanto, c’è da dire che manca una vera e
propria programmazione culturale e turistica. La scorsa estate il centro di
informazioni turistico è rimasto chiuso, nonostante le promesse dell’assessora.
Sul piano prettamente
culturale la strada è lunga e in salita. La Calogero sognava di aprire presso
l’Elefantino Rosso un centro di documentazione sul fenomeno delle mafie. Un
progetto lunare. Dell’indottrinamento alla legalità e la parafrasi del
pernicioso fenomeno mafioso ai giovanissimi studenti rimane solo un suo
interminabile discorso, in occasione della celebrazione della figura di
Giuseppe Valarioti, nella sala consiliare del comune. Al cospetto delle
esterrefatte scolaresche, l’assessora tenne una disquisizione di maniera,
dall’effetto decisamente soporifero.
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