sabato 30 aprile 2016

Mariella Calogero un anno dopo. Il suo operato da assessora alla Cultura e al Turismo.



Nicotera. E’ passato un anno da quando l’assessorato alla Cultura e al Turismo è stato assegnato a Mariella Calogero. Un ruolo importante per una realtà come Nicotera, città dalle chiare velleità turistiche e uno dei centri di rilievo, per secoli, in ambito provinciale, di cultura e istruzione.
La Calogero avrebbe dovuto rappresentare, per la giunta Pagano, un momento di svolta, non solo quel tocco rosa di cui l’esecutivo aveva urgentemente bisogno- avendo disatteso la legge Del Rio (la 56/2014); ma anche perché doveva essere uno spartiacque in un periodo un po’ burrascoso: l’assessore Marasco, formidabile pilastro dell’esecutivo, si dimise a causa di insanabili lacerazioni interne alla giunta, e, soprattutto, nel marzo del 2015 il sindaco dimissionò l’assessore Cavallaro, nel bel mezzo di una bufera mediatica che si abbatteva su palazzo Convento. Nell’intento di dare una lustratina all’immagine dell'amministrazione, la scelta cadde su una ragazza di bella presenza e buona reputazione. E così la Calogero, infilatasi nel ruolo di assessora alla Cultura, cominciò a comparire in testa alle varie manifestazioni e processioni. La giovane insegnante non lesinò di certo ogni pubblica occasione civile o religiosa: la sua presenza densa di grazia e femminilità rivelava ai cittadini che da quel momento in poi la Cultura sarebbe stata cosa sua, da curare e valorizzare. Lo dichiarò spesso e volentieri. Fin dall’inizio del suo mandato si è lasciata andare ad entusiastiche dichiarazioni alla stampa, nella quale annunciava tutti i progetti e le iniziative che aveva in mente per risollevare la vita culturale nicoterese, sempre più illanguidita, i cui unici rigurgiti di vitalità erano (e sono) affidati alla fattività di qualche associazione o comitato per le feste patronali.
Come si può leggere dall’articolo accanto, progetti sontuosi, ma che sono rimasti solo delle buone intenzioni. Certamente la giovane professoressa avrà lavorato sodo, ma i frutti del suo lavoro non hanno ridato smalto della vita culturale della cittadina costiera. Del suo assessorato, la scorsa estate, si sono visti degli eventi culturali stranamente svoltisi in due noti locali privati cittadini. Probabilmente nel tentativo di dare il meglio di sé, la Calogero ha preteso che il Comune convocasse una figura professionale specifica, una specie di consulente artistica. L’incarico era a titolo gratuito, ma la professionista era, nel contempo, un’impresaria, con tanto di gruppi musicali da piazzare. 
Tuttavia, l’allegria della piazza e gli eventi che hanno davvero animato la città devono ascriversi all’operato del Comitato dell’Assunta e del Taranta Festival.
Un risultato poco brillante quello ottenuto dalla giovane insegnante, la quale merita, tuttavia, piena comprensione, se non altro perché si trovava alla sua prima esperienza da amministratrice. Certo, quel suo “tesoretto” di trentamila euro (gli introiti della tassa di soggiorno del 2014), di cui il Taranta Festival- manifestazione, come sottolineato, capace di animare la città-  non ha visto nemmeno un centesimo, era un budget di tutto rispetto.
Sul piano della cultura, Nicotera ha tanto da dare e da offrire: le sue potenzialità sono enormi e meritano di essere valorizzate. Intanto, c’è da dire che manca una vera e propria programmazione culturale e turistica. La scorsa estate il centro di informazioni turistico è rimasto chiuso, nonostante le promesse dell’assessora.
Sul piano prettamente culturale la strada è lunga e in salita. La Calogero sognava di aprire presso l’Elefantino Rosso un centro di documentazione sul fenomeno delle mafie. Un progetto lunare. Dell’indottrinamento alla legalità e la parafrasi del pernicioso fenomeno mafioso ai giovanissimi studenti rimane solo un suo interminabile discorso, in occasione della celebrazione della figura di Giuseppe Valarioti, nella sala consiliare del comune. Al cospetto delle esterrefatte scolaresche, l’assessora tenne una disquisizione di maniera, dall’effetto decisamente soporifero.

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