Nicotera.
Quello di ieri doveva essere il “the day after”, il giorno dopo il disastro, il
momento in cui il paese prova timidamente a rialzarsi e a fare la conta dei
danni. Ma purtroppo l’emergenza non è ancora finita e per catalogare le
criticità causate dall’alluvione bisognerà attendere che l’anomala
perturbazione che ha colpito questo tratto di fascia costiera si dissolva.
Infatti ieri la cittadina medmea è stata colpita da una nuova ondata di pioggia
alluvionale. Ancora una volta le strade sono state invase da pioggia e fango: i
punti maggiormente critici del territorio hanno subìto un nuovo bombardamento
di acqua piovana, esasperando il disastro già in atto. Nonostante tutto, l’opera
dei soccorritori non si è mai fermata. Perdura lo stato di allerta, e la città e
le sue frazioni sono costantemente presidiate da mezzi dei Vigili del Fuoco,
della Protezione civile e dei Carabinieri. Si cerca di togliere i detriti e le
frane che ostruiscono i passaggi delle arterie principali ma ogni intervento
sembra vano dato che non smette di piovere.
Intanto per la seconda
notte consecutiva quattordici famiglie, per un totale di quaranta persone,
hanno trascorso la notte negli hotel della zona. Le loro case sono state
giudicate non agibili dalle perizie tecniche. Si tratta di abitazioni che si
affacciano sulla “variante”. Su di esse incombono le frane sovrastanti: lembi
di costone su cui scorre la provinciale verso Joppolo e Tropea, una strada
ormai malsicura e per questo transennata dai soccorritori. Una parte di essa è
stata flagellata dalla pioggia ed è rovinata giù proprio sopra i muri
contenitivi che avrebbero dovuto sorreggerla, al di sotto dei quali sono state
scriteriatamente edificate delle case. Una zona magnifica, da cui si gode un
paesaggio mozzafiato che si spalanca sulla Piana di Gioia Tauro, caratterizzata
però da un’insidia che prima o poi avrebbe presentato il suo conto salato (come
è successo in questi giorni), e cioè il terreno argilloso. Qui, su un versante
franoso, il Comune ha permesso che si edificassero deliziose villette, proprio
ai piedi di muri contenitivi che avevano l’ingrato compito di arginare gli
smottamenti. La violenza delle piogge li hanno buttati giù come carte di un
domino, rivelando improvvisamente la friabilità del terreno e la precarietà
degli edifici su di esso costruiti. D’altronde Nicotera è campionessa
dell’abusivismo edilizio e dei muri contenitivi, insolente pretesa di poter
trasfigurare la morfologia di un territorio reso arbitrariamente edificabile
nei piani regolatori approvati negli anni dal Comune. Tornando ai problemi in
atto, la strada verso Nicotera Marina è completamente bloccata e chiusa al
traffico. I soccorritori stanno tentanto di liberarla dalla fanghiglia ma
intanto è opportuno mettere in sicurezza i versanti malsicuri e pronti a
cedere. Ieri mattina a Nicotera Marina Protezione civile e volontari hanno
riempito dei sacchi di sabbia per difendere le case dalle acque piovane
previste nelle prossime ore. Intanto i cittadini consultano con ansia le
previsioni meteo sperando di poter vedere presto il sole splendere. Ma la paura
è ancora tanta, e per chi ha dovuto abbandonare la propria casa per trasferirsi
in hotel l’angoscia si fa palpabile. «Fatico a dimenticare quei momenti di terrore»,
ci racconta una signora anziana, una dei quaranta sfollati. Nei suoi occhi è
visibile la paura e lo sconforto. «Certe scene le avevo viste solo al
telegiornale o nei film, e adesso mi ritrovo pure io nella stessa situazione. E
non sappiamo nemmeno che ne sarà della nostra casa». Anche lei questa notte
dormirà in albergo, né sa quando potrà riprendere possesso di quella abitazione
costruita con grandi sacrifici. Lo decideranno i tecnici dei Vigili del Fuoco,
ma prima l’intero costone dovrà essere messo in sicurezza.
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